Attacco a Con COSÌ IL NAPOLI DI SPALLETTI VUOL BATTERE LA JUVE RECORD
Punti, vittorie, gol: squadre alla pari. Gli azzurri hanno qualità e gioco per superare quota 102 Ma occhio alla Champions
per certi versi incredibile come i risultati della Juventus 2013-14 di Antonio Conte, quella del record, dei 102 punti, e il Napoli attuale di Luciano Spalletti, dopo 21 giornate si sovrappongano perfettamente. Stesso numero di vittorie (18), pareggi (2) e sconfitte (1). Uguale pure i gol segnati (51) e quelli subiti (15). Segno dello strapotere dei bianconeri ieri, come di quello attuale degli azzurri. E allora vediamo, oltre ai numeri, quali possono essere le similitudini fra queste formazioni.
Il cammino Perché quella di Conte è già passata alla storia, come aspira a fare Spalletti con i suoi ragazzi e questo confronto serve a capire quali potranno essere gli ostacoli intanto per vincere lo scudetto, e poi anche magari per provare ad attaccare quel primato eccezionale. Bisognerà vedere se, strada facendo, varrà la pena inseguire un record oppure dividere le forze su due fronti importanti, potrà togliere qualche forza. Perché poi tanti sono i fattori e le varianti che possono influire, intanto negli infortuni e nella forma della propria squadra e poi anche il momento in cui si incontrano gli avversari di turno.
I precedenti Spalletti per evitare discussioni che possono diventare trappole mentali, dice di “non saper far di conto”. In realtà l’esperienza vissuta lo ha portato a diffidare anche degli... amici come Mourinho, che sostiene «lo scudetto il Napoli lo ha già vinto». Sì perché Mastro Luciano nel 2017 fissò il record di punti in campionato per la Roma: 87 punti, ma non bastarono per vincere lo scudetto, con la Juve di Allegri che ne fece 91. Cioè gli stessi che un anno dopo a Maurizio Sarri non furono sufficienti per arrivare primo proprio con il Napoli. Anche in quel caso Allegri con i bianconeri ne fece quattro in più: 95. Quella quota oggi dà la certezza al Napoli di vincere lo scudetto. Non solo perché Allegri a quella quota non può arrivare (anche con una Juve senza penalizzazioni), ma perché l’Inter, prima inseguitrice, può toccare al massimo 94 punti. Dunque a Spalletti basta da oggi conquistare 39 punti in 16 partite dando per “scontato” una vittoria nerazzurra nello scontro diretto al Maradona che si giocherà a fine maggio, quando i giochi saranno probabilmente già fatti.
Sul pezzo Ma a questo Napoli non puoi far tabelle. Né quelle minime per andare a vincere “di corto muso”, e manco quelle per andare a raggiungere un record difficilissimo. Perché per raggiungere quei 102 punti significa che serve vincerne altre 15 pareggiandone una, con un’altra sola sconfitta. In teoria gli azzurri possono arrivare a 107. Ma veramente se arrivasse a quella incredibile quota saremmo a livello “marziano”, come definì la sua squadra Spalletti in novembre dopo aver vinto il girone di Champions League brillantemente, e aver collezionato 13 vittorie e 2 pareggi, senza macchia di sconfitta, nella prima parte del campionato, quella ante
Mondiale in Qatar.
La differenza europea
E qui c’è la grande differenza con quella Juve di Gigi Buffon e Andrea Pirlo, oltre che di Conte. Perché quella squadra vincente in Italia fu eliminata nel girone di Champions nel girone dal Real Madrid di Carlo Ancelotti e dal Galatasaray di Roberto Mancini. Il terzo posto qualificò la capolista ai sedicesimi di Europa League, manifestazione in cui i bianconeri avevano l’opportunità di giocare la finale in casa, visto che la Uefa l’aveva programmata a Torino. Ma dopo aver superato sedicesimi, ottavi e quarti, la Juve fu eliminata in semifinale dal Benfica. E in un certo senso l’obiettivo di superare per la prima volta il muro dei cento punti, concentrò la squadra su quell’obiettivo facendo passare in secondo piano il traguardo europeo. In questo Napoli non c’è il rischio che la Champions possa essere in qualsiasi forma sottovalutata. Certo lo scudetto è il primo traguardo, ma ci può stare che nell’alternanza dei suoi uomini in qualche gara di campionato Spalletti faccia riposare qualcuno dei suoi gioielli, per averlo al top in Europa. Del resto gli azzurri in 97 anni di storia non sono mai arrivati ai quarti di finali della Coppa Campioni/Champions. E, con rispetto parlando per l’Eintracht, l’occasione è ghiotta perché questo Napoli si sta esprimendo a livelli elevatissimi. Come dice Spalletti: «Non lasciamo niente. Raddoppiamo». E chissà che anche quei 100 punti non siano raggiunti.