La Gazzetta dello Sport

Real-Al Hilal, gli Ancelotti contro i Diaz

In Marocco la finale del Mondiale per club con in panchina i due padri e i due figli

- Di Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID

L’ultima volta che si sono incontrati su un campo di calcio è stato a San Siro. Derby di Milano del 30 aprile del 1989. L’Inter dei record di Giovanni Trapattoni veniva da 8 vittorie di fila e fu fermata sullo 0-0 dal Milan di Sacchi. I nerazzurri avevano comprato Ramon Diaz dalla Fiorentina dopo che era crollato il passaggio in nerazzurro del “Tacco di Allah”, Rabah Madjer. Carlo Ancelotti era al Milan dal 1987. E aveva già incontrato “El Pelado” altre 7 volte, lui alla Roma e poi al Milan e l’argentino a Napoli, Avellino e Firenze. Ramon in quelle 7 sfide aveva fatto gol in 6. Incontenib­ile. Domani sera Ramon e Carletto si ritroveran­no da avversari a Rabat, in Marocco, nella sfida tra l’Al Hilal di Riad e il Real Madrid. In palio la finale del Mondiale per Club che Diaz, quando il trofeo si chiamava ancora Coppa Interconti­nentale, ha perso contro Marcello Lippi nel 1996 (Juventus-River Plate 1-0, gol di Del Piero) e che Ancelotti ha già vinto due volte, col Milan nel 2007 e con il Madrid, sempre in Marocco, nel 2014.

Staff famigliari Ramon e Carlo oltre all’anno di nascita, sono del 1959, hanno in comune una cosa piuttosto rara sui campi di calcio: i loro assistenti sono i propri figli. Emiliano Diaz, nato nel 1983 a Napoli quando il papà giocava lì, e Davide che conosciamo bene. E le questioni famigliari per i due allenatori non finiscono qui, perché Carlo da tanti anni ha con sé come nutrizioni­sta Mino Fulco, il marito di sua figlia Katia. E Ramon risponde con il fratello della moglie di suo figlio: Juan Nicolas Romanazzi, uno dei due video analisti dell’Al Hilal, è il cognato di Emiliano e collabora col “Pelado” dal 2015.

Qualche problema

Diaz nel corso della sua carriera di allenatore ha avuto qualche problema con la presenza del figlio, in campo e in panchina. Ai tempi del San Lorenzo i compagni di Emiliano si lamentavan­o perché papà Ramon gli dava troppo spazio, immeritato secondo loro. Anche al River ci furono mugugni, e in panchina non tutto è andato liscio quando Ramon ha portato con sé Emiliano come assistente alla nazionale paraguaian­a. “El Pelado” ha sempre difeso e rivendicat­o le capacità del figlio, e proprio a Riad la presenza di Emiliano è stata motivo di una crisi profonda. I Diaz sbarcarono per la prima volta nel club arabo nel 2016. Vinsero un campionato e una coppa, ma nel febbraio 2018 i rapporti con i dirigenti locali si guastarono. La cupola dell’Al Hilal non riteneva all’altezza Emiliano, e ne chiese la testa. Per tutta risposta Ramon diede le dimissioni, con la squadra in testa al campionato. Quando nel febbraio 2022 è stato richiamato dall’Al Hilal Diaz ha accettato l’incarico a una condizione: farsi accompagna­re da Emiliano. I sauditi hanno detto sì e sono stati ripagati: vittoria in campionato, vittoria nella Supercoppa Lusail, qualificaz­ioni per gli ottavi della Champions asiatica. E ora questa storica finale.

Il percorso di Davide

Anche per gli Ancelotti non è andato sempre tutto liscio. A Parigi e nella prima tappa al Madrid Carlo aveva altri assistenti e Davide si occupava soprattutt­o della parte fisica. Ma dal Bayern in poi il figlio è diventato il suo numero due, e prima in Baviera e poi anche a Napoli qualche difficoltà è emersa. Poi all’Everton e nel ritorno al Madrid nessun problema, anzi: Davide oggi è assai stimato, tanto che all’Everton avevano pensato a lui. Davide cerca una sua strada, e lo stesso vale per Emiliano. Intanto domani saranno al fianco dei padri.

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