La Gazzetta dello Sport

Simone, il baffo della felicità «All’inizio era un disastro Ho svoltato con la testa»

- Di Davide Romani

Icompagni del quartetto ai piedi del podio cantano l’inno di Mameli prima di andarsi a preparare per la loro finale. L’oro di Simone Consonni nella corsa a punti ha rotto il ghiaccio per l’Italia a questi Europei ed è stato vissuto con grande partecipaz­ione da tutti: atleti, staff e dirigenti. Lo stesso trasporto con cui poi il bergamasco ha seguito l’atto conclusivo dell’inseguimen­to dei suoi “fratelli”. «È la vittoria del gruppo Italia, un gruppo che sta crescendo, competitiv­o in tutte le specialità – grida felice Simone Consonni -. Ci siamo nel maschile, nel femminile e ora sta venendo fuori anche un bel numero di sprinter. È bello vedere che siamo presenti nelle discipline veloci, e tifare per loro (ieri Bianchi 5° nel chilometro, ndr). Quando parlo di Nazionale intendo dal primo all’ultimo: da noi che andiamo in pista a Ciro il magazzinie­re. Quando si arriva a vestire la maglia azzurra dopo gli impegni con le rispettive squadre si respira l’aria di casa. È una grande famiglia».

Desiderio

Quello della corsa a punti è stato un desiderio esaudito da Marco Villa («Gli ho detto di dare tutto nelle qualificaz­ioni e nel primo turno del quartetto, e poi lo avrei lasciato giocarsi le sue chance in questa prova» ha detto il ct). Un titolo che Simone ha voluto a tutti i costi, nonostante l’inizio complicato. «Sono stato un disastro nella prima metà – analizza -. Avevo gambe ma ero sempre fuori tempo, anche se avevo l’impression­e di essere il migliore in pista. Allora mi sono dato 10 giri di stacco mentale per ripartire da zero tatticamen­te. Poi ho iniziato a fare punti (i primi sono arrivati ai -100 giri, ndr) e sul finale stavo veramente bene. Me la sono giocata all’ultima volata». Un 2023 che per Simone è iniziato al meglio. Prima la vittoria in una tappa del Saudi Tour in maglia Cofidis, e ora l’oro europeo che ancora mancava nel palmares del corridore bergamasco. «Era quello che volevo, partire a tutta prima di un piccolo stacco. E così è andata. Fortunatam­ente quest’inverno ho svolto una preparazio­ne senza contrattem­pi e ho dimostrato che la condizione c’è». La giornata della famiglia Consonni era iniziata con il 3° posto della sorella Chiara nella prima tappa dell’Uae Tour. Nel pomeriggio Simone l’ha migliorata in maniera esponenzia­le. «Siamo felici. Chiara ha dimostrato di essere sempre sul pezzo e quindi è una giornata di festa per tutta la famiglia».

Progetti

Ma gli Europei per Consonni non sono finiti. Nel mirino c’è l’ultima prova della rassegna continenta­le, domenica. «Per la Madison io ci sono, aspettiamo le scelte di Villa perché siamo in tre per due posti». E la risposta del ct arriva pochi minuti dopo. «Ho avuto buone risposte da Simone, ora aspetto di vedere Viviani nell’Omnium e poi deciderò (Scartezzin­i è il terzo in corsa, ndr)».

medaglia l’ha già conquistat­a. Non saranno questi Mondiali a modificare il mio giudizio su di lei: arriverà a 100 vittorie in Coppa e andrà anche oltre. Non è soltanto la più forte sciatrice della storia: è la più grande sportiva di sempre. E il modo in cui è sempre uscita dalle difficoltà è un esempio di cosa significhi essere campioness­a nel fisico e nella testa».

cambiament­i climatici mettono a rischio il futuro dello sci. È arrivato il momento di riconsider­are il calendario?

«Lo era anche vent’anni fa, infatti si trattava di una battaglia che mi stava a a cuore già quando gareggiavo io. Bisogna fare in fretta, soprattutt­o bisogna cambiare l’approccio generale. E meno gare non comportano solo meno rischi per il meteo: riducono anche stress e infortuni».

3Tornerà in Italia per l’Olimpiade di Milano-Cortina? «Non ho la sfera di cristallo, ma conosco la vostra accoglienz­a e le vostre montagne: offrirete uno spettacolo indimentic­abile».

3Cosa

direbbe a un bimbo che mette gli sci per la prima volta?

«Di avere la mente aperta, di non pensare solo al risultato, di divertirsi e di essere appassiona­to».

i suoi figli sciano?

«Tutti tranne l’ultima, che ha solo un anno. Imparano valori come l’umiltà e il rispetto e stanno a contatto con la natura, qualcosa che noi genitori non possiamo insegnare. Vederli campioni sugli sci non è una mia priorità, ma se mi chiederann­o di provarci avranno tutto il mio supporto».

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