Simone, il baffo della felicità «All’inizio era un disastro Ho svoltato con la testa»
Icompagni del quartetto ai piedi del podio cantano l’inno di Mameli prima di andarsi a preparare per la loro finale. L’oro di Simone Consonni nella corsa a punti ha rotto il ghiaccio per l’Italia a questi Europei ed è stato vissuto con grande partecipazione da tutti: atleti, staff e dirigenti. Lo stesso trasporto con cui poi il bergamasco ha seguito l’atto conclusivo dell’inseguimento dei suoi “fratelli”. «È la vittoria del gruppo Italia, un gruppo che sta crescendo, competitivo in tutte le specialità – grida felice Simone Consonni -. Ci siamo nel maschile, nel femminile e ora sta venendo fuori anche un bel numero di sprinter. È bello vedere che siamo presenti nelle discipline veloci, e tifare per loro (ieri Bianchi 5° nel chilometro, ndr). Quando parlo di Nazionale intendo dal primo all’ultimo: da noi che andiamo in pista a Ciro il magazziniere. Quando si arriva a vestire la maglia azzurra dopo gli impegni con le rispettive squadre si respira l’aria di casa. È una grande famiglia».
Desiderio
Quello della corsa a punti è stato un desiderio esaudito da Marco Villa («Gli ho detto di dare tutto nelle qualificazioni e nel primo turno del quartetto, e poi lo avrei lasciato giocarsi le sue chance in questa prova» ha detto il ct). Un titolo che Simone ha voluto a tutti i costi, nonostante l’inizio complicato. «Sono stato un disastro nella prima metà – analizza -. Avevo gambe ma ero sempre fuori tempo, anche se avevo l’impressione di essere il migliore in pista. Allora mi sono dato 10 giri di stacco mentale per ripartire da zero tatticamente. Poi ho iniziato a fare punti (i primi sono arrivati ai -100 giri, ndr) e sul finale stavo veramente bene. Me la sono giocata all’ultima volata». Un 2023 che per Simone è iniziato al meglio. Prima la vittoria in una tappa del Saudi Tour in maglia Cofidis, e ora l’oro europeo che ancora mancava nel palmares del corridore bergamasco. «Era quello che volevo, partire a tutta prima di un piccolo stacco. E così è andata. Fortunatamente quest’inverno ho svolto una preparazione senza contrattempi e ho dimostrato che la condizione c’è». La giornata della famiglia Consonni era iniziata con il 3° posto della sorella Chiara nella prima tappa dell’Uae Tour. Nel pomeriggio Simone l’ha migliorata in maniera esponenziale. «Siamo felici. Chiara ha dimostrato di essere sempre sul pezzo e quindi è una giornata di festa per tutta la famiglia».
Progetti
Ma gli Europei per Consonni non sono finiti. Nel mirino c’è l’ultima prova della rassegna continentale, domenica. «Per la Madison io ci sono, aspettiamo le scelte di Villa perché siamo in tre per due posti». E la risposta del ct arriva pochi minuti dopo. «Ho avuto buone risposte da Simone, ora aspetto di vedere Viviani nell’Omnium e poi deciderò (Scartezzini è il terzo in corsa, ndr)».
medaglia l’ha già conquistata. Non saranno questi Mondiali a modificare il mio giudizio su di lei: arriverà a 100 vittorie in Coppa e andrà anche oltre. Non è soltanto la più forte sciatrice della storia: è la più grande sportiva di sempre. E il modo in cui è sempre uscita dalle difficoltà è un esempio di cosa significhi essere campionessa nel fisico e nella testa».
cambiamenti climatici mettono a rischio il futuro dello sci. È arrivato il momento di riconsiderare il calendario?
«Lo era anche vent’anni fa, infatti si trattava di una battaglia che mi stava a a cuore già quando gareggiavo io. Bisogna fare in fretta, soprattutto bisogna cambiare l’approccio generale. E meno gare non comportano solo meno rischi per il meteo: riducono anche stress e infortuni».
3Tornerà in Italia per l’Olimpiade di Milano-Cortina? «Non ho la sfera di cristallo, ma conosco la vostra accoglienza e le vostre montagne: offrirete uno spettacolo indimenticabile».
3Cosa
direbbe a un bimbo che mette gli sci per la prima volta?
«Di avere la mente aperta, di non pensare solo al risultato, di divertirsi e di essere appassionato».
i suoi figli sciano?
«Tutti tranne l’ultima, che ha solo un anno. Imparano valori come l’umiltà e il rispetto e stanno a contatto con la natura, qualcosa che noi genitori non possiamo insegnare. Vederli campioni sugli sci non è una mia priorità, ma se mi chiederanno di provarci avranno tutto il mio supporto».
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