La Gazzetta dello Sport

Elena sempre

- Di Paolo Marabini INVIATO A MERIBEL (FRANCIA) di Riccardo Crivelli INVIATO AD ASOLO (TV)

a giornata è da cartolina. Non c’è una nuvola, il sole è abbagliant­e. Verrebbe da dire: che incanto, quassù. Ma per Sofia Goggia e tutti gli azzurri è come se il cielo della Savoia fosse plumbeo, grigio. Terribilme­nte scuro. Perdere poche ore prima una compagna di tante giornate, di fatiche, di risate, di gioie condivise... Elena Fanchini aveva solo 37 anni, ma il tumore all’intestino, scoperto cinque anni fa, non le ha lasciato scampo. Semmai l’illusione, in principio, di essere domabile, di poter essere sconfitto, come fosse una Vonn o una Shiffrin, apparentem­ente imbattibil­i e che la velocista bresciana, invece, aveva anche sconfitto.

Le lacrime Il giorno dopo l’inaccettab­ile tragedia, Sofia e le sue «sorelle» provano a svoltare, a rimettere gli scarponi e gli sci ai piedi. Sono chiamate dalla seconda prova della discesa che domattina assegnerà le medaglie. Sì, domattina, proprio all’ora in cui a Solato di Pian Camuno, in provincia di Brescia, i familiari e i tanti amici di Elena le daranno l’estremo saluto. Sofia scende veloce. Ha cercato di anestetizz­are il dolore almeno per un minuto e mezzo, nel quale ha provato a memorizzar­e le insidie della Roc de Fer. Terzo tempo, dopo che nella prima prova era stata la migliore. Ma i pensieri erano altrove. Lascia subito il parterre. Testa bassa, occhi gonfi, imbocca il corridoio riservato alla stampa, pressoché vuoto. Vorrebbe tirare dritto, ma alla fine non si sottrae a raccontare, col nodo in gola, il suo stato d’animo sconvolto dalla morte dell’amica: «È stata una notizia devastante, arrivata alla fine di una giornata che era stata di gioia per l’oro di Marta, subito dopo l’oro di Fede (Bassino e Brignone; ndr). Una di quelle notizie che non vorresti mai sentire, nonostante il tuo cuore sappia che prima o poi arriverà. Mi sento consumata dalle lacrime. Ho avuto una nottata difficilis­sima, ma tutte noi l’abbiamo avuta. Ci siamo strette tutte insieme in un abbraccio pieno di dolore ma di condivisio­ne sincera e solidariet­à». L’emozione la mette a dura prova: tenta di andare avanti. «La mattinata è stata di confusione. Io in genere sono molto metodica nei miei rituali, preparo sempre tutto la sera prima. Ma stavolta non sono riuscita a mettere bene a fuoco i dettagli, a un certo punto mi sono chiesta quali fossero i miei scarponi da gara...». Si ferma un attimo, Sofia. Una lacrima le riga il viso, molto provato. «La vita va avanti anche senza di noi, come canta Vasco in “Anima fragile”». Vasco, tra l’altro, era l’idolo di Elena. Più tardi Sofia accompagne­rà un suo post su Instagram proprio con il sottofondo di quella canzone. «Ora racimolere­mo le forze, useremo questo dolore per concentrar­ci ancora di più e dare il nostro meglio in gara, mettendo in campo qualcosa anche per lei». Sofia ed Elena hanno condiviso molti momenti, pur avendo sette anni di

Miller vede azzurro «Sofia e Brignone sono i pilastri di un gran gruppo»

Alberto Tomba lo ha definito l’ultimo, grande personaggi­o dello sci, l’ultimo che lo ha fatto divertire. Bode Miller oggi è un uomo d’affari nonché compagno e padre premuroso (di sette figli), ma ospite ad Asolo dallo sponsor Scarpa, non si è sottratto al giudizio sul momento attuale del suo sport, pure con vista sui Mondiali.

3Bode, c’è uno sciatore di oggi che ammira particolar­mente?

«Ho grande ammirazion­e per tutti, ma devo dire che nessuno di loro mi regala emozioni. Mi sembra tutto così meccanico, robotizzat­o, gli atleti sono focalizzat­i solo sull’allenament­o e la prestazion­e. Ringrazio Tomba per il giudizio su di me, io mi sono ispirato a lui: ha dimostrato che si poteva essere un grandissim­o campione anche bevendo un caffé al traguardo oppure guidando una Ferrari fuori dalle gare. Sana follia, che anch’io ho cercato di sperimenta­re. E comunque è molto più interessan­te il circuito femminile».

3Le donne italiane hanno cominciato il Mondiale con il botto: due gare, due ori. E adesso arriva la discesa della Goggia.

«Le vostre ragazze mi piacciono molto, sono diventate la squadra di riferiment­o. Sofia e la Brignone hanno aperto la strada, poi si sono aggiunte le giovani e la competizio­ne interna ha stimolato tutte. Le italiane hanno un approccio davvero “americano” alle gare che me le fa amare molto: vanno sempre all’attacco, senza paura. E si divertono quando sciano».

3Dovevano essere i Mondiali della Shiffrin...

«Ci sono ancora il gigante e lo slalom, e a ogni modo una

Domani in discesa le azzurre nel nome della Fanchini. Sofia: «Il suo esempio mi ha aiutato a uscire dalle difficoltà»

differenza. «Sono sempre stata molto legata a tutta la famiglia Fanchini - precisa - perché ho anche sciato nello stesso Sci Club, il Rongai, dove sono stata allenata dal marito di Nadia (Devid Salvadori, ndr). Elly era un po’ la mamma chioccia, ci volevamo sinceramen­te bene, ci capivamo al volo, avevamo la stessa lunghezza d’onda».

L’aneddoto Ricorda il loro ultimo incontro. «Sono contenta di essere andata a trovarla prima di Natale, e non m’aspettavo che sarebbe stata l’ultima volta. Però in cuor mio sapevo purtroppo che non ci sarebbero stati tanti Natali davanti a lei, alla luce delle informazio­ni che avevo ricevuto. Dopo la mia vittoria a Cortina (il 20 dicembre, ndr) le avevo dedicato il pettorale rosso, peccato che non abbia fatto in tempo a darglielo. Negli ultimi giorni ho provato a chiamarla, ma lei ha preferito comunicare con me solo via messaggio». Sofia racconta poi un aneddoto, fra tanti. Trova un angolo di sorriso. «A Lake Louise, quando nel 2005 a 20 anni vinse la sua prima gara di Coppa del Mondo, Elly in prova era andata via via crescendo. Dopo l’ultima andò dagli allenatori, toccò sulla spalla uno di loro e convinta gli disse, col suo sorriso: “Domani vinco io”. Questa era lei. Sì, il suo esempio, lei che ogni volta risaliva dai tanti guai, è stato uno stimolo anche per me». Altro sospiro, silenzio, testa bassa. Ora Sofia proverà a resettare. «Stamane (ieri, ndr) ero un po’ sbalengata, ma poi ho messo gli sci e, prima della prova, sono andata ad allenarmi. Sono scesa forte, ho scacciato le lacrime, ho cercato di sentire le energie sotto i piedi. Vero, io non ho bisogno di motivazion­i supplement­ari, ma di sicuro in gara metterò qualcosa in più. Scenderò anche con lei». Mentre lo dice, si riforma il groppo in gola. Non vede l’ora di andare, a riprenders­i i suoi pensieri. E se ne va.

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 ?? ?? Bode Miller, nato il 12/10/77, ha vinto 2 Coppe assolute
Bode Miller, nato il 12/10/77, ha vinto 2 Coppe assolute
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Sopra, Elena Fanchini: in carriera aveva vinto due gare di Coppa del Mondo e l’argento mondiale in discesa nel 2005. A sinistra, Sofia Goggia quasi in preghiera
Il tempo della memoria Sopra, Elena Fanchini: in carriera aveva vinto due gare di Coppa del Mondo e l’argento mondiale in discesa nel 2005. A sinistra, Sofia Goggia quasi in preghiera

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