RILANCIO PIOLI «È UN PASSO ORA LA COPPA» «L’ultimo mese ci ha fatto male Il modulo non conta»
Stefano: «Al gol sentivo dolore al viso per come ho esultato... Dobbiamo ritrovare fiducia, solidità e insistere su questo»
Che la temperatura intorno al Milan sia bollente lo dimostra Stefano Pioli: a San Siro il termometro va sotto lo zero e lui resta stretto nella giacca del nuovo sponsor senza sentire la necessità di scaldarsi dentro un piumino. La tensione è più forte del freddo e ad abbracciare lui e la squadra ci pensa anche il pubblico di San Siro: il coro dedicato all’allenatore nel prepartita era risuonato con lo stesso calore di sempre. La Curva Sud non si era scomposta nemmeno dopo un primo tempo senza grandi emozioni: un’incomprensione tra Kjaer e Tatarusanu aveva semmai gelato i presenti. Lo stadio si è definitivamente sciolto al gol di Giroud. Il termometro dice anche che la squadra sta meglio, se sulla via della completa guarigione è ancora troppo presto per dirlo. Dei segnali ci sono: la porta è rimasta chiusa dopo un inizio anno di grandi aperture. E a portare Olivier al colpo di testa vincente è stato un cross di
Hernandez, che così si è fatto notare oltre che per la capigliatura: un biondo platino che per Theo è un portafortuna. Considerato il raddoppio sprecato in contropiede non è detto che il look non possa essere riconsiderato. Intanto Pioli cerca una definizione giusta per descrivere il successo: «Forse è un brodino o un po’ di ossigeno... Stiamo cercando di uscire da un momento delicato. Abbiamo lavorato e faticato. Il gol ci ha sbloccato anche dal punto di vista mentale: dopo siamo stati una squadra migliore rispetto all’inizio della partita. È un piccolo passo avanti che però ci serviva: abbiamo vinto con merito. Nelle ultime partite avevamo subito troppo: in generale si parla tanto di moduli, di difesa a tre o a quattro. Il punto è ritrovare brillantezza, fiducia, solidità. Dobbiamo insistere su questo: non è che è finita qui e abbiamo già sistemato tutto. Ma ribadisco che non è mai stata una questione di calo fisico, semmai di compattezza: l’aspetto mentale è sempre quello dominante».
Leao felice In ogni caso, la nuova cura ha avuto effetto: difesa a tre con l’inserimento di Thiaw, mediana rinforzata, due mezze punte a sostegno di Giroud. In settimana Pioli aveva provato a somministrare dosi di personalità e coraggio. E lo stesso aveva fatto Ibra, che ieri si è ripresentato allo stadio a modo suo: nel riscaldamento è risuonata «Jutro Je», la canzone preferita da Zlatan, la stessa colonna sonora che due anni fa di questi tempi aveva accompagnato la sua discesa a Sanremo. San Siro ricambia con grandi applausi e con un boato quando alla lettura delle formazioni si è arrivati al suo nome. Non c’è stato ancora modo per riapprezzarlo in partita. Pioli riparte da altri singoli d’attacco: «Leao? È un giocatore strano... Pensavo che giocando largo ne avrebbe tratto vantaggio. Invece
mi ha detto che questa più centrale, con tre giocatori offensivi molto vicini, è la sua posizione preferita. Era contentissimo dei suoi compiti. Giroud? Importantissimo, a livello tattico e morale. È un leader di questa squadra».
Verso la Champions
Almeno per una notte il Milan è terzo e in zona Champions, il nuovo obiettivo dichiarato dall’allenatore. Un traguardo che il club deve assolutamente tagliare. La rincorsa continuerà tra una settimana a Monza e qui a prendere nota c’erano l’attuale a.d. biancorosso Galliani e il tecnico Palladino. Prima però arriverà il Tottenham, andata delle due sfide degli ottavi di Champions: aver ritrovato il sorriso aiuterà a viverla con un po’ più di leggerezza. Alla fine Pioli lascia che San Siro canti e la squadra raccolga l’appaluso dei tifosi: al 90’ lui va diretto negli spogliatoi. «Dopo il gol ho messo le mani in faccia perché esultando ho sentito dolore dappertutto... L’ultimo mese ci ha fatto male, ma ora guardiamo avanti. I risultati negativi si sentono, vivi la settimana con più preoccupazione e meno allegria. Allenare un gruppo così responsabile e consapevole però è una grande certezza. Come il supporto straordinario dei nostri tifosi. La stagione è ancora lunga, rifare la Champions l’anno prossimo sarebbe un bel risultato ma serve continuità nelle prossime partite. Per il Tottenham devo prima valutare le condizioni di Bennacer e Tomori: vedremo che strategia adottare. Non conta il modulo ma lo spirito».