La Gazzetta dello Sport

È IL GIORNO PER IL TRIS AZZURRO NEL SEGNO DI ELENA Tutto in una discesa

Dopo Brignone e Bassino l'Italia sogna un altro oro. Sofia: «Sarà in gara con me»

- Di Paolo Marabini INVIATO A MERIBEL (FRANCIA)

Le lacrime sono finite. Ne ha versate tante, giovedì. «Ho pianto tre ore, senza sosta - ha ammesso - e non mi era mai successo in vita mia, forse perché non avevo mai perso una persona a me così cara. Ma mi ha fatto bene, è stato un pianto liberatori­o. Dopo una giornata devastante, mi sono svegliata col cuore più leggero. Adesso dentro di me ho un’energia nuova, un’energia bella. Elena sarà in gara con me».

Concentrat­a Sofia Goggia ha metabolizz­ato il lutto: la notizia della morte di Elena Fanchini, che mercoledì sera ha travolto come uno tsunami la Nazionale, l’ha mandata in tilt, come tutte le azzurre. Ma adesso è pronta, concentrat­a, di nuovo carica, per andare alla conquista dell’unico successo che le manca: l’oro mondiale in discesa, lei che può sfoggiare quello olimpico e tre Coppe del Mondo della specialità. Lei che quest’anno ha vinto quattro gare su sei, e si è presa pure un secondo posto. E che ai Mondiali ha già infilato due medaglie, una d’argento in superG e una di bronzo in gigante.

Guai e vittorie È la grande favorita, inutile girarci intorno. Lo dicono le sue ultime sei stagioni, pur costellate di infortuni. Come questa stessa stagione: la frattura alla mano a St. Moritz, la scivolata in superG a St. Anton, quella nella seconda discesa di Cortina, quella in allenament­o la scorsa settimana sulla Volata di Passo San Pellegrino. Dolori, dubbi, tarli, insicurezz­e a perforare la sua corazza. E la necessità di tenere un profilo basso nelle ultime settimane: parole col contagocce, pochi contatti col mondo esterno, finanche la necessità di andarsene sei giorni lontana, a Dubai, per ritrovare i meccanismi vincenti.

Per il tris azzurro

Minuto di silenzio prima del via, durante l’estremo saluto ad Elena nella sua Pian Camuno, quindi un pensiero per l’ex compagna di tante giornate felici, poi giù col lutto al braccio e il pettorale numero 6, a rotta di collo dalla Roc de Fer, la pista che finora ha parlato solo italiano: oro di Federica Brignone in combinata, oro di Marta Bassino in superG, e se arriva pure il suo abbiamo già pareggiato il conto di Sestriere ‘97. Sofia adesso è tornata ciarliera. L’ultima prova - nettamente miglior tempo - le ha dato le risposte che cercava. «Ci sono solo alcuni dettagli da mettere a posto, magari per aggiungere quei 3 km orari in più di velocità che in certe curve possono fare davvero la differenza. Ma ci sono tutte le armi per far bene. Ho ritrovato me stessa. La lucidità, la concentraz­ione, la voglia di volare. Sono di nuovo al cancellett­o di un Mondiale (Sofia saltò Cortina due anni fa per infortunio, ndr). È il sogno di ogni bambino, che cosa voglio di più? No, non sento proprio alcuna pressione. E se mai dovessi sentirla, cercherò di utilizzare quella mia sullo sci esterno, che è il miglior modo per scacciare la pressione inutile. La pista? Bella. La difficoltà maggiore è riuscire a interpreta­re le linee in determinat­e curve, soprattutt­o quelle più lunghe. Ma ho tutto in testa». Vai Sofi, l’oro ti aspetta. Ed è un oro che vale doppio.

Grande favorita Pettorale numero 6 ha studiato a fondo la Roc de Fer che finora ha parlato solo italiano

 ?? EPA ?? Due podi Sofia Goggia, 30 anni, ai Mondiali ha già vinto un argento in superG e un bronzo in gigante
EPA Due podi Sofia Goggia, 30 anni, ai Mondiali ha già vinto un argento in superG e un bronzo in gigante

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