Papà Flavio lo ha messo in bici. Ora relax nei boschi
apà Flavio e mamma Elena lo hanno seguito dalle tribune in silenzio. Sono riusciti a prendersi un giorno di riposo dal lavoro per raggiungere Jonathan a Grenchen e spingerlo in questo suo nuovo successo. Il rapporto del 22enne friulano con la sua famiglia è molto forte, tanto che tra l’antidoping e il cerimoniale di premiazione il suo unico pensiero è stato far scendere i genitori dalle tribune ai piedi del podio. È proprio il padre che, involontariamente, fa conoscere il fascino della bicicletta al piccolo Jonathan. «A 4 anni andavo a vedere le gare di papà che per un paio di stagioni è stato professionista» ama raccontare Jonathan.
Potenziale Ma fino a 18 anni il suo impegno con la bicicletta non è totalizzante. Prima la squadra di mountain bike fondata dal padre con un amico – la Jam’s Team Buja - che porta le iniziali di Jonathan, del fratello Matteo e di Asia Zontone. Il cambio di passo con il passaggio da Under 23 al Cycling Team Friuli. «Ha un motore incredibile e il suo potenziale è ancora tutto da scoprire anche perché ha un corpo non usurato. È solo da 4 anni che si allena da professionista» racconta Andrea Fusaz, uno dei tecnici che lo ha seguito fin dalle giovanili.
In baita Appena può Milan (che su strada corre per la Bahrain-Victorious) torna tra le sue montagne, nel Tarvisiano. Quello che farà in questi giorni. Una settimana di relax, di camminate «nel silenzio totale dei boschi». Silenzio e buona cucina, perché spesso Milan si ferma in baita a mangiare. Già, perché guardare verso l’alto è uno stimolo a sognare, ad alzare l’asticella. Che sia la Sanremo o una tappa al Giro. Camminate che alterna con un’altra passione che condivide con molti campioni di ciclismo: la Vespa. Ne possiede una del 1963 ma è pronto ad allargare la “famiglia”. Passioni che legano fortemente Jonathan alla propria terra. E anche ora che è un professionista affermato, d’inverno non manca di partecipare alle pedalate della sua squadra Under 23. «Lui e Alessandro De Marchi appena possono non mancano alle uscite con i nostri ragazzi – conferma Fusaz -. E per dei giovani corridori, pedalare al fianco di un campione olimpico e di una maglia rosa è un’esperienza unica».