La Gazzetta dello Sport

Una notte di pas Sione

CERCA LEAO E IL VERO MILAN PER DARE UNA SVOLTA MA OCCHIO A CONTE

- Di Luigi Garlando L’ANALISI

S

tefano Pioli guarda negli occhi la partita e le dice: «Sei la più importante della mia vita». Antonio Conte torna per la prima volta nella capanna di San Siro dove è stato felice e dove ha fatto innamorare. Nella notte di San Valentino, Milan-Tottenham si legge anche così: chi ci mette più cuore, vince. Pioli e Conte si conoscono e si stimano. Hanno vinto gli ultimi due scudetti della Serie A. Si assomiglia­no per un passato calcistico juventino e per la gavetta da mister che li ha portati in alto (più lunga quella del milanista). Divergono nella bacheca dei trofei (straripant­e quella del leccese) e soprattutt­o nel carattere: indole riflessiva, da filosofo antico, quella di Pioli; impeto focoso da televendit­ore quella di Conte. Stefano seduce le sue squadre con l’intelligen­za e le parole, dimostrand­o le proprie conoscenze e la propria affidabili­tà. Antonio le conquista prendendol­e per il collo e urlando: «Seguimi e ti farò felice!». Ma di recente la forbice si è chiusa perché, nell’emergenza, Pioli si è contizzato e non solo per la difesa a 3. Finita la luna di miele da scudetto, ha dovuto annullare giorni di riposo, imporre notti a Milanello e mostrarsi a muso duro. Conte, reduce dalla batosta di Leicester (4-1), non sbarca da Londra con il sorriso. Entrambi quinti in campionato. Se il Milan dista 18 punti dal Napoli, il Tottenham è a 12 dall’Arsenal che ha due partite in meno. Assenze pesanti per entrambi. Il duello Tatarusanu-Forster tra i pali, non esattament­e Buffon-Neuer dei giorni belli, è un buono spot dell’emergenza. Chi attaccherà chi?

Coraggio Pioli

Pioli ha sempre cercato di conquistar­e la partita correndole incontro, con o senza palla: attacco in massa, pressing alto, possesso. Un innamorato generoso. Dal 5 febbraio si è convertito al Teorema di Marco Ferradini: in amore vince chi fugge. Difesa a 3, mediana più densa, squadra schiacciat­a dietro. Lo ha fatto per proteggere una difesa bucata 9 volte in due partite. Contro Inter e Torino, il Milan ha subito un solo gol da corner (Lautaro), la solidità di squadra è cresciuta, al prezzo di minore qualità offensiva. Pioli ripeterà la strategia anche stasera? Si specchierà nel Tottenham (34-2-1) per aspettarlo e incartarlo? Una risposta di Pioli nella conferenza di ieri fa intendere che il tecnico ha in testa altro: «Per poter vincere servirà un Milan di alta qualità e intensità». Ha ragione. «Alta intensità» significa aggredire gli inglesi per impedire loro di giocare. «Alta qualità» significa alzare il tasso tecnico e recuperare la fluidità di manovra smarrita per «poter vincere» e non solo sopravvive­re, come fatto nel derby. La strada è questa: alzare l’asticella, imporsi più coraggio rispetto alle ultime due pavide uscite, senza disperdere la solidità appena trovata con il nuovo modulo. Leggere con intelligen­za il match per ca

Ai rossoneri servono coraggio, per non chiamare in area Kane, e un ritmo da Premier

pire quando osare e quando chiudersi. Come suggeriva Ferradini: «Dosare bene amore e crudeltà». Un atteggiame­nto più propositiv­o è suggerito da altri due fattori. Primo: nell’ottica dei 180’ è questa la partita da aggredire, in un Meazza esaurito e passionale, elettrizza­to dalla musichetta di Champions. A Londra farà molto più freddo. Secondo: Conte, il meglio, ce l’ha in attacco. Chiamare in area un tridente come Kane (17 gol in Premier, fresco carnefice del City), Son e Kulusevski sarebbe suicida. Aggiungiam­oci l’esterno Perisic di cui il Milan ha pagato spesso le incursioni nei derby. L’attacco del Tottenham (42 gol) è secondo solo a quello di Arsenal e City. Ritirarsi e consentire a questa gente di spalmarsi lungo il perimetro covando giocate o conclusion­i sarebbe un azzardo troppo rischioso.

Emergenza Conte Meglio tenerli lontani da Tatarusanu; meglio, se possibile, andare a prendersi ciò che può concedere una mediana trasfigura­ta dalle assenze (Bentancur, Bissouma, Hojbjerg) e una difesa che è solamente la 15a della Premier, indebolita dall’infortunio di Lloris, portiere-capitano. Il sostituto Fraser Forster, 34 anni, è molto meno di una sicurezza. Skipp e Sarr, 42 anni e 31’ di Champions in due, precettati al centro della mediana, non sono un cuore d’acciaio e circondati dalla passione di San Siro potrebbero vibrare d’emozione. Insomma, le condizioni per una prestazion­e importante che faccia svoltare la stagione del Diavolo e gli restituisc­a, almeno in parte, le certezze smarrite, ci sono. Quando conti la testa in questa crisi lo abbiamo intuito nell’ultima uscita dei rossoneri contro il Torino. Nel finale di partita hanno corso e creato molti più che all’inizio, quand’erano freschi, perché il gol del vantaggio ha liberato la testa e alleggerit­o le gambe. Una vittoria sul Tottenham e la prospettiv­a di avanzare nel tabellone di Champions League, giardino di famiglia, aiuterebbe ancora di più il Milan a recuperare il suo passato recente. Ma l’impresa è possibile a una condizione: che nella notte di San Valentino, ognuno sprema il cuore più che può.

Urge Leao A cominciare da Leao, il più assente in questo periodo buio, ma anche quello che più potrebbe trasformar­e la notte in giorno, per ragioni di talento. Questa, per Rafa, è la notte giusta per dimostrare l’amore per la maglia, che la vesta o non la vesta in futuro, ma anche l’amore per la profession­e, per il gioco, per se stesso: sentire l’orgoglio di essere il migliore e di poter aiutare la squadra in difficoltà. Non limitarsi al solito struscio per farsi ammirare, ma aggredire con foga la palla come fosse la passione di una vita, alla faccia di Ferradini. Per Stefano Pioli sarà la prima volta in un turno di Champions League a eliminazio­ne diretta. Antonio Conte, alla 7a partecipaz­ione, non è mai andato oltre i quarti. La coppa più nobile non si fa prendere per il collo, va sedotta con il bel gioco. Il Milan lo ha dimostrato 7 volte.

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Prima volta Stefano Pioli, 57 anni: quello della scorsa stagione con il Milan è stato il primo scudetto da allenatore
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Caratteri diversi, stessa difesa a 3. Hanno vinto gli ultimi due scudetti. Sfida per l’Europa

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