Stankovic non si ferma: «Samp, facciamo il miracolo»
Il tecnico blucerchiato: «Da gennaio stiamo dimostrando di essere sulla strada giusta. Il futuro ci darà ragione»
«Tanti lo chiamano miracolo. E allora, che miracolo sia». Dejan Stankovic non cerca giri di parole quando bisogna descrivere quell’obiettivo complicato, ma ora forse meno impossibile, che si chiama salvezza. Ha avuto, il tecnico, le risposte che cercava. «È stata una partita molto intensa, bella, combattuta, faccio i complimenti ai ragazzi. Mi è dispiaciuto non essere venuto a parlare dopo la partita di Monza», quando la Samp era stata raggiunta su rigore all’ultimo secondo. «Là ero triste dopo quell’episodio, ma mi pento di non averlo fatto perché avrei voluto complimentarmi con i ragazzi. Anche qui a Marassi contro l’Inter questo punto è stato tutto merito loro, il momento non è facile. E dico “bravo” anche a Simone che ha una grande Inter, davvero forte».
Il rimpianto La percezione che si potesse vincere? Stankovic corregge il tiro e racconta una verità leggermente diversa, e forse più concreta: «Diciamo che la Samp ha provato a mettere i nostri avversari in difficoltà, talvolta eravamo un po’ frenetici, ma la squadra vive in questo modo la tensione, e la capisco, non posso certo arrabbiarmi. È chiaro che con qualche ripartenza avremmo potuto fare meglio». Ma sa bene, Stankovic, da quale punto sia partito il suo cammino, quali difficoltà abbia dovuto affrontare di fronte anche alla profonda crisi societaria, e dunque è giusto andare avanti con fiducia, ma con la politica dei piccoli passi. «Sì, devo riconoscere che con qualche ripartenza più pulita avremmo potuto ottenere di più, ma devo anche riconoscere che su qualche episodio abbiamo avuto un pizzico di fortuna». E poi ripete il suo slogan: «Lavoro, umiltà, orgoglio. In questo modo proveremo a venire fuori da questa situazione. Già prima eravamo sulla buona strada, ma adesso non voglio guardare indietro, ripensando a quello che è successo a Empoli e prima ancora a Udine». Meglio far tesoro di certe situazioni negative, «perché se non impari dopo gli errori, perdi due volte. Qui siamo rimasti concentrati sino al 95’».
La fiducia
Ma è chiaro che la Samp non possa fermarsi qui: «La tensione ogni tanto ti può legare le gambe, contro l’Inter volevamo prenderci un rischio calcolato cercando di pressare senza scoprirci troppo, e quando è stato possibile, siamo riusciti a rubare loro qualche palla». Ma il peggio, forse, è alle spalle, è lo stesso concetto condiviso da Gabbiadini: «Da gennaio ormai la squadra sta dimostrando che la strada è giusta, e pazienza se qualche volta sono mancati i risultati. I conti si faranno solo alla fine. Il campo dice che per qualunque avversario ora non è facile affrontarci. Sono certo che il futuro ci darà ragione ed i nostri sforzi saranno premiati».