La Gazzetta dello Sport

PALLA AL... POZ «LA COPPA ITALIA SPETTACOLO PURO OLIMPIA O BOLOGNA? ATTENTI A VENEZIA»

- Paolo Bartezzagh­i

ra pochi giorni Gianmarco Pozzecco diventerà padre. «Quando nascerà la bimba, avrò 13 figli. Gli altri 12 sono i giocatori della Nazionale». Questo è il c.t.

3Chi

«Milano e Virtus sono favorite. Ma il bello è che con questa formula tutto è possibile e tutti vivono la speranza di poter vincere».

vince la Coppa Italia?

3Tra

«Venezia, lo avrei detto anche prima del cambio di tecnico».

le altre sei? 3Com’è la Coppa Italia?

«Bellissima. Ho il rammarico di non averla vinta da giocatore e non aver conquistat­o il titolo di mvp dedicato al mio amico Chicco Ravaglia».

3Com’è

«Interessan­te ed equilibrat­o. Il pronostico imprevedib­ile è il bello dello sport».

il campionato?

3Cosa manca? «C’è poca programmaz­ione. Ammiro Varese che sta costruendo qualcosa anche al di fuori del campo. Hanno identità e portano avanti le loro idee innovative con chiarezza e senza condiziona­menti. I risultati non minano il loro credo. Gioca una pallacanes­tro diversa dalla mia, per questo la rispetto ancora di più. Non c’è un solo modo di giocare. La piazza emana entusiasmo, si accende facilmente. E poi a Varese non c’è quella cosa che invece vorrei togliere dal mondo dello sport».

3Cosa?

«La tristezza. Era l’ottavo vizio capitale, poi la Chiesa l’ha abolito. Purtroppo ce n’è nel nostro mondo cestistico. Invece siamo fortunati a fare questo lavoro e dovremmo trasferire questo patrimonio a chi vede il basket. A Varese si allenano con la musica, Luis Scola è il manager e va in campo a fare lavoro individual­e con i giovani».

3I

«Io ero piccolo e dilettante. Una follia nel mondo profession­istico del basket. Ma ho continuato a divertirmi sempre».

giocatori non sono felici?

3Si riesce anche da allenatore? «Non posso fare altrimenti, perché sono fatto così. Io sono uguale a come appaio, né meglio né peggio. Sono focalizzat­o sul divertimen­to di tutti, dal presidente, ai giocatori e allo staff. Altrimenti soffro. Con i roster infiniti di oggi, c’è meno divertimen­to».

3Come vanno gli italiani?

«Sono orgoglioso di loro e loro per primi devono esserlo, al di là di com’è andato l’Europeo e della qualificaz­ione al Mondiale per fortuna già raggiunta». stessa area tecnica, è più facile diventare performant­i. La Spagna domina a livello europeo».

3Potrebber­o giocare di più? 3Per le partite del 23 e 26 febbraio, ci saranno novità nelle convocazio­ni?

«La Spagna ha una formula magica per il campionato: dei 7 stranieri, cinque devono essere comunitari. Non è per discrimina­re ma gli americani giocano una pallacanes­tro diversa con regole diverse. Con 7 giocatori della «Sento un enorme senso di responsabi­lità dopo aver visto 11mila persone a Pesaro contro la Spagna e verso le 6-7000 che

a Livorno con l’Ucraina. I club si aspettano tolleranza da parte mia e io sono elastico. Devo prendere le decisioni migliori per il bene della Nazionale che poi è il bene di tutto il basket. È complicato. La verità è che tutti i giocatori vorrebbero venire».

3Come si può cambiare il calendario?

«La prima cosa è capire che bisogna cambiare. Invece nessuno fa niente. Non deve più succedere che i giocatori siano costretti a scegliere tra azzurro e club. Non può esistere per i principi dello sport che la Nazionale sia preclusa. A me fate fare finestre o porte, a loro no. Questa generazion­e ha un legame con la Nazionale che noi non avevamo così profondo. Me lo hanno detto subito Melli e Datome. Lo percepisci di pelle. Stanno bene in azzurro, si divertono».

3Paolo Banchero verrà?

«È giusto sognare, ma io ho la responsabi­lità rispetto a chi c’è, a Melli, Fontecchio, Spissu, Polonara

e tutti gli altri. Il giorno che arriverà, dovrà trovare quello che ho preparato nel frattempo».

Ci potrà essere spazio per Belinelli, Cinciarini e altri veterani?

3

«La Nazionale non è mia. È una creatura di Gianni Petrucci, dirigente di altissimo livello, e dei giocatori. Quindi di Beli, Gallo, Hackett e tutti gli altri. Non ho preclusion­i per nessuno, massimo rispetto per tutti anche per chi non chiamo. Io non devo convocare i 12 migliori giocatori ma quelli che creino la migliore squadra possibile. È per questo che io sono stato escluso dall’Italia per l’Europeo 1999».

Le convocazio­ni «Non deve più succedere che i giocatori debbano scegliere tra club e Nazionale»

3La paternità si avvicina: come

va?

«Ho 50 anni, una vita burrascosa alle spalle. Sono andato lungo e sono stato Peter Pan per troppo tempo. Non so come sarò come padre. C’è un’età per tutto».

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