La Gazzetta dello Sport

LE COLPE DI SERRA LE MANETTE DI MOU I RISCHI DELLA ROMA

- Di STEFANO AGRESTI

Tredici anni dopo, riecco le manette di Mourinho. Nel febbraio del 2010, dopo un’InterSampd­oria diventata celebre proprio per quel gesto, fu tutto spontaneo: presunta ingiustizi­a, polsi incrociati.

Non si può dire altrettant­o stavolta: l’immagine è stata postata sui social a freddo, con tanto di sponsor in bella evidenza. Eppure il clamore è stato comunque grande, perché José sa come crearlo. E anche in questa circostanz­a è riuscito a trasformar­si in vittima: lui vessato dalla Corte sportiva d’appello, che non gli ha tolto nemmeno uno dei due turni di squalifica (e così salterà, oltre al Sassuolo, anche il derby di domenica 19).

Il caso è noto, se ne parla ormai da due settimane, cioè da quando la Roma è crollata a Cremona e Mou è stato espulso per una lite con il quarto uomo Serra. Il quale, nella circostanz­a, ha sicurament­e sbagliato, tant’è vero che gli è arrivato il deferiment­o da parte della Procura federale (e la sua carriera è adesso a forte rischio). La Roma, che nell’era Friedkin non aveva mai inoltrato ricorso per le squalifich­e dei propri tesserati, stavolta ha fatto un’eccezione proprio perché è sembrato evidente a tutti che l’assistente dell’arbitro avesse provocato il caos. La pena di Mourinho è stata inizialmen­te sospesa, così è potuto andare in panchina contro la Juve, e la strada sembrava tracciata affinché la squalifica venisse ridotta a una giornata. Una sentenza che sarebbe stata anche - diciamo così politica, perché non avrebbe inasprito gli animi: José avrebbe saltato il Sassuolo, e pazienza, ma non la Lazio. Invece, a sorpresa, sono state confermate le due giornate di stop: all’allenatore della Roma non sono state concesse attenuanti (però qualcuna ce l’aveva eccome).

Poi sono arrivate le manette, una mossa di grande effetto: quando c’è da calcare il palcosceni­co, scatenando emozioni nella gente che osserva, Mourinho non sbaglia quasi mai la mossa. Almeno per ottenere ciò che interessa a lui: accendere la bagarre, creare un clima da “noi contro tutti”, anzi da “tutti contro di noi”. Una strategia che molti allenatori usano anche per caricare la squadra, però nessuno esaspera come il portoghese.

Già, ma quanto serve alla Roma che si inneschi un meccanismo del genere? E’ utile alla società e alla squadra alimentare la tensione all’interno e attorno a un ambiente già surriscald­ato? Probabilme­nte no, perché si rischia di perdere la lucidità. Un pericolo che corrono non solo i tifosi, ma anche il gruppo gialloross­o, il quale in campo ha spesso atteggiame­nti sopra le righe nei confronti degli arbitri (la panchina contribuis­ce a questo in misura sostanzios­a: i collaborat­ori di Mou sono sempre tra i contestato­ri più esagitati). La Roma ha scelto la via della protesta elegante: tutti zitti per due partite, un silenzio che fa molto rumore. Sicuri servissero le manette?

Era attesa una pena ridotta a una giornata ma inasprire gli animi crea inutili tensioni

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 ?? ?? Portoghese José Mourinho, 60 anni, tecnico della Roma dal 2021
Portoghese José Mourinho, 60 anni, tecnico della Roma dal 2021

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