La Gazzetta dello Sport

L’evoluzione tattica di Guardiola Walker mediano e in due dietro

Pep sperimenta: il terzino destro va in mezzo, Aké si stacca e crea il 2-3-2-3

- di Iacopo Iandiorio

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, diceva Lavoisier, scienziato e chimico. Trasposto nel calcio è quello che fa di continuo Guardiola. «Io non ho inventato niente – ha spiegato più volte -, quel che facciamo lo facevano già i padri fondatori del football. Al Barcellona lo facevano Cruijff e Rexach». Così quel che fa oggi al City sa tanto di antichi esperiment­i, per restare alla scienza. Nella rincorsa all’Arsenal, a +5 in Premier a 12 turni dalla fine, Pep ha rinverdito vecchi schemi e idee. Grazie anche alla polifunzio­nalità dei suoi uomini.

Nuovi test

Per dire degli ultimi test: l’uso di terzini puri in mediana, come Rico Lewis del vivaio o Walker nell’ultimo match col Newcastle. Si dirà, appunto, niente di nuovo: Cancelo è stato il “regista” per antonomasi­a, libero di inventare da destra o sinistra e spingersi fino a fare il 10. Il portoghese è andato, Pep cerca nuove soluzioni. L’uso dell’esterno basso per creare gioco lo faceva anche al Bayern, ormai 10 anni fa, con Lahm e Alaba che tagliavano verso l’interno, ma allora giocava a 4 dietro. Ora il terzino-mediano lo schiera davanti a una difesa a 3, dalla quale spesso si stacca anche l’altro esterno basso, ora Aké, per attaccare con un 2-3-2-3.

WM

Perché l’idea di base alla quale è approdato il catalano è di fatto un 3-2-2-3, con due mediani e due fantasisti, quello che negli anni 30 del Novecento si chiamava “WM”, ai tempi invenzione del vero visionario Herbert Chapman dell’Arsenal. Il tecnico di Kiveton, a seguito del cambio della regola del fuorigioco, rinforzò la difesa del 2-3-5 dell’epoca, spostando uomini dietro, appunto a 3, e un quadrato in mezzo così da ricavare il 3-2-2-3. Pep l’ha riscoperto dopo un secolo “alleggeren­do” la difesa e cercando di riempire il centrocamp­o per aggredire col pressing e andarsi a riprendere prima possibile la palla. «Si corre per recuperare il pallone – ha detto - non per il gusto di correre. E lo stesso col pressing: si pressa per rubare palla il prima possibile». Così ha spiegato la scelta Walker: «Può fare l’8 o il 10, si muove bene fra le linee, attacca gli spazi. Penso che lo confermerò così».

WW

A volte poi le ciambelle non vengono col buco. L’ha ammesso anche Pep. A inizio febbraio ha chiesto a Silva di sdoppiarsi fra la mediana e il ruolo anomalo di terzino sinistro. «E’ stato orribile e l’abbiamo subito modificato – ha chiarito Guardiola -. Bernardo è intelligen­te, non perde la calma e si adatta subito per correggere tutto». Ma l’esperiment­o è costato 2 punti col Nottingham, quando a 6’ dalla fine il Forest ha pareggiato perché a destra nell’attacco GibbsWhite non ha trovato opposizion­e, Silva era in ritardo, e il cross per Wood è andato a segno. Il nuovo WM di Pep che si trasforma in WW (2-3-2-3), evoluzione del suo 3-2-4-1, è rischioso e richiede rapidità nel ripiego. Vedremo col Palace come andrà.

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Parte così Così ha giocato il City col Newcastle: Walker in mediana, Aké terzino e in appoggio al centro e le ali molto mobili

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