La Gazzetta dello Sport

L’abbraccio dei tifosi a Superga In cinquemila alla Basilica

- di Mario Pagliara INVIATO A TORINO

Non so cosa accadrà nel finale di campionato, ma sarà una bella cosa riuscire a migliorars­i

Urbano Cairo Presidente del Torino

Che affetto Sul Colle anche molti ex. Paolo Pulici: «Il Grande Torino è la squadra degli italiani»

In ogni angolo di Torino si sono ritrovate le tracce di un amore avvolgente. Dal Cimitero al Filadelfia, dal Colle alla Mole Antonellia­na: la città ha pulsato di sentimenti, è una stata una vibrazione intensa, di passione popolare e di affetto infinito. Tutti uniti, nel ricordo del Grande Torino, in una giornata con un bellissimo sole, riscaldata da emozioni forse irripetibi­li. È stato un 4 maggio indimentic­abile: in centinaia già al mattino al cimitero Monumental­e, un migliaio sulle tribune del Filadelfia a seguire l’allenament­o, oltre cinquemila al pomeriggio sul Colle. È stata una partecipaz­ione sentita e numerosa, come da tradizione. Il 4 maggio 1949, 74 anni fa, il Grande Torino entrava nella leggenda. Negli anni, il rituale laico e religioso del giorno del ricordo lo ha trasportat­o nel mito. «Il Grande Torino ormai è stato consegnato al mito. E il mito è di una bellezza unica perché viaggia attraverso le epoche divenendo sempre più forte», annota Franco Ossola, figlio del grande Ossola, uno degli angeli di Superga.

Grande Bellezza È una stata una giornata commovente. Toccante la lettura dei nomi dei 31 caduti, ai piedi della Lapide. Per la prima volta, è toccato ad Alessandro Buongiorno, ragazzo di 23 anni cresciuto nel quartiere Santa Rita, a due passi dallo stadio. Gli batteva forte il cuore, ha tirato fuori il fiato e l’orgoglio. È andata alla grande. È stata la giornata della grande bellezza, avvolta in un turbinio di momenti, sfumature genuine, presenze. «Quando ricordiamo questa squadra, celebriamo la bellezza – spiega don Riccardo Robella, il cappellano del Toro -: il valore del passato serve per immaginare il futuro».

E poi lui, Puliciclon­e A metà giornata, il Comune di Torino ha intitolato i giardini di piazza Galimberti a Valentino Mazzola. «Non celebriamo solo una squadra fantastica, ma i suoi grandi valori che hanno unito l’Italia», dice il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, è accompagna­to da Stella Mazzola, la nipote di capitan Valentino. «Mio zio era un uomo buono e generoso, sempre pronto ad aiutare tutti – ricorda Mazzola -, questa intitolazi­one è importante per la mia famiglia: è molto bello». Meraviglio­sa la signora Susanna Egri, 97 splendidi anni, figlia del direttore tecnico degli Invincibil­i. «Quella squadra è ancora un modello – spiega -. Buongiorno? Sarebbe piaciuto molto a mio padre». Presenti al Colle i tifosi del Genoa, una delegazion­e del River Plate e del museo della Fiorentina. Ovazioni per Pellegri. Schuurs, Buongiorno e Sanabria tra i più acclamati. Emozionate le leggende dello scudetto del ’76: Zaccarelli, Claudio Sala e Paolo Pulici. Proprio lui, Puliciclon­e è tornato a Superga il 4 maggio. Delirio. «Ho conosciuto la gente che ha visto giocare il Grande Torino, e sentirsi associare a quei campioni mi riempie ancora oggi di orgoglio. Superga è un simbolo del Toro e dell’Italia – spiega Pulici – perché il Grande Torino era la nazionale italiana alla quale dava dieci giocatori. Non potrà mai essere dimenticat­o: è la squadra degli italiani». Saluta con un ricordo: «Quando finivo di allenarmi e i tifosi mi dicevano “hai giocato come Valentino”, il cuore andava alle stelle». La sera la Mole è tornata a splendere di granata. Un 4 maggio è andato. Il mito continuerà a battere nell’animo di tutti i cuori granata fino a quando, tra un anno, ci si ritroverà di nuovo tutti lassù. A puntare il cielo con lo sguardo.

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Alessandro Buongiorno, 23 anni, ha letto per la prima volta i nomi dei 31 caduti: qui è a Superga con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo
LAPRESSE La prima volta Alessandro Buongiorno, 23 anni, ha letto per la prima volta i nomi dei 31 caduti: qui è a Superga con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo

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