La Gazzetta dello Sport

GIRO, CHI ATTACCA? TROPPA DISCIPLINA E POCA FANTASIA

- Di PAOLO BETTINI

Ai nostri tempi avevamo il carisma, la capacità e il carattere di staccare l’auricolare e di giocare di fantasia, essere profession­isti e correre, watt o non watt non ti fregava niente. Ma negli ultimi anni quanto è calata l’età media del gruppo? Moltissimo. Questi sono ragazzi che bruciano le tappe, entrano in un sistema bloccato dove si fa così, e quelli che hanno l’estro di sparigliar­e tutto sono pochi: Van der Poel, Van Aert, Pogacar. Lo stesso Evenepoel può farlo in una classica, può partire a 60 km dall’arrivo, gli dà una botta e va, ma è un altro mestiere, in un grande giro non lo farà mai.

Se dalla macchina gli dicono “stai lì e non ti muovere”, lui sta lì e non si muove. Perché sono partito da questo esempio? Ieri al Giro su Campo Imperatore non ci sono stati attacchi. C’era vento contrario e la salita era dolce, io l’ho fatta nella pedalata Mediolanum e ho sempre usato il 52 come rapporto. Erano impegnativ­i soltanto gli ultimi 3,5 km. Non è la prima volta che succedono situazioni come questa nella prima settimana di un Giro, a meno che non ci siano salite con pendenze veramente dure. L’unica squadra che poteva tentare era Ineos-Grenadiers, perché ha due leader come Geoghegan Hart e Thomas, e uno doveva avere carta bianca e provare: gli do una botta e vediamo che cosa succede. Ma perché non ci provano? Perché dalla macchina gli dicono di non spendere 50 watt in più, che non ne vale la pena. Certo, se non ci provi, non saprai mai come reagisce il tuo avversario, ma se gli ordini sono questi... Prendiamo altre squadre, come Bora, Bahrain e Ef: sento dichiarazi­oni di attacco alla vigilia, e poi tutti a ruota. Si inizia a correre per il piazzament­o? Può essere, non dimentichi­amo il gioco dei punti, e quanto è importante avere due corridori nei primi 15 della generale per una squadra che è sicura di non poter vincere il Giro.

Torno ai due più forti: Roglic migliora sempre di più, è un calcolator­e, non deve fare nulla se non seguire Evenepoel, e aspetta la terza settimana. Avete visto come è andato facile in scia a Remco quando il belga gli ha dato la botta? Come a dire: giovane,

A Campo Imperatore nessuno si è mosso: inesperien­za e tattica dietro a tante scelte

tranquillo, io sono qua.

E Remco in volata ha cercato di dargli il buco. Che cosa succede adesso? Si guarda la cronometro di Cesena, e vedrete che ci saranno corridori di classifica già a oltre 3’ da Remco. Prendono delle grandi legnate nella prima settimana, nella seconda provano ad anticipare se c’è l’occasione e nella terza si giocano la torta finale. Non abbiamo mai visto anticipare azioni da classifica nella prima parte del Giro, e oggi a Campo Imperatore era difficile.

A questo punto Evenepoel potrà gestire il vantaggio, con l’incognita della squadra se lo attacchera­nno la Jumbo di Roglic e la Ineos di Geoghegan Hart. Lo vedremo.

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Da sinistra lo sloveno Primoz Roglic, 33 anni, e il belga Remco Evenepoel, 23, prima del traguardo della 7ª tappa del Giro d’Italia. Hanno chiuso rispettiva­mente quinto e quarto
Attesa Da sinistra lo sloveno Primoz Roglic, 33 anni, e il belga Remco Evenepoel, 23, prima del traguardo della 7ª tappa del Giro d’Italia. Hanno chiuso rispettiva­mente quinto e quarto

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