TURNOVER SÌ O NO: QUESTA STAGIONE LA DECIDONO GLI ALLENATORI
Quante volte è stato il tema di discussione? Turnover sì o turnover no? Ne abbiamo parlato in tantissime occasioni dall’inizio della stagione. Facendo anche paragoni con ciò che succede all’estero, per trarne ispirazione o per farne argomento di dibattito. Facendo anche riferimento alle ultime esperienze. Ad esempio quella di Guardiola che nella partita con il Real Madrid - una semifinale intensa - con il suo Manchester City non ha fatto rotazioni neppure ( o addirittura) all’interno della partita. Niente sostituzioni, si va avanti con gli stessi fino al termine della gara. E non voglio sentir parlare di stanchezza.
Il tema del turnover toccherà però l’apice dell’importanza e dell’interesse in questo turno di campionato. Perché tutte le squadre impegnate tra Champions ed Europa League sono parallelamente in corsa anche per la zona Champions in campionato, che vuol dire garanzia di impegno nella manifestazione più importante e di conseguenza un introito sicuro anche nella prossima stagione. Un introito di cinquanta milioni di euro garantiti che vuol dire anche fare una previsione di bilancio - un budget - differente. Completamente differente. Con quei soldi puoi programmare acquisti e stipendi di un certo livello. Senza quei soldi è tutto più difficile, per non dire escluso. Ecco perché, andando in ordine di classifica, in casa Juve qualcuno si starà sicuramente chiedendo come dividere le forze tra la partita interna con la Cremonese - tornata protagonista nella corsa salvezza e dunque piena di motivazioni - e l’impegno in
casa del Siviglia. L’Inter e Inzaghi staranno facendo una riflessione seria e argomentata sui calciatori da mandare in campo con il Sassuolo e quelli assolutamente da preservare per difendere il 2-0 conquistato meritatamente nella sfida d’andata. Così come Pioli si starà certamente domandando: meglio dare forza al campionato - farne magari una priorità - o puntare completamente sul tentativo di una grande rimonta nel derby di Champions? E così si stanno muovendo sicuramente in casa Roma: perché da una parte c’è l’impegno con il Bologna che può ancora proiettare la squadra alla rincorsa al quarto posto, dall’altra c’è la grande speranza - da trasformare in realtà - di disputare una finale europea per il secondo anno consecutivo. Una finale ancora più prestigiosa e anche dal punto di vista pratico ancora più importante, perché vincere l’Europa League vorrebbe dire accedere da testa di serie alla prossima Champions e disputare anche la Supercoppa Europea, in una partita dai grandi significati tecnici ed emotivi. Nonché fonte di ulteriore guadagno economico. E allora che fare con i giocatori fondamentali e che hanno speso di più in questa fase della stagione? Ad esempio, uno come Matic - che in casa del Bayer Leverkusen sarà fondamentale per fare da diga di fronte ai prevedibili assalti tedeschi - va spremuto o messo al riparo da un eccesso di stanchezza? Insomma, è il momento decisivo delle scelte, degli allenatori, che mai come adesso rappresentano l’ago della bilancia e devono essere una fonte di ispirazione per tutto il gruppo. Allegri, Inzaghi, Pioli e Mourinho sanno bene che quelli che verranno saranno i tre o quattro giorni più importanti della stagione e forse anche del loro futuro. Perché pur in presenza di carriere in qualche caso eccezionali, di successi freschi - come è stato lo scudetto rossonero della passata stagione - anche il loro lavoro verrà valutato in base al risultato finale.
E allora: turnover sì o turnover no? Come si comporteranno i nostri piloti? Un interrogativo che, - e scopriremo le loro decisioni tra poche ore - va probabilmente risolto con una ricetta che vale sempre. Quella del buon senso.