La Gazzetta dello Sport

MOURINHO PERDE «SONO ORGOGLIOSO E TRISTISSIM­O» E ORA COSA FARÀ?

Alla sesta finale José va ko: «Morti di stanchezza. Sono onesto con la società, vedremo cosa fare»

- Di Andrea Pugliese INVIATO A BUDAPEST

Per un po’ il vero invincibil­e si è sentito lui, altro che Siviglia. Perché quella di ieri poteva essere la sesta coppa europea su sei finali disputate, uno strike senza precedenti. José Mourinho ci era arrivato davvero ad un soffio, sentiva il vento dalla sua parte, il fatto di non sbagliare mai un colpo nei momenti decisivi. E ieri aveva trovato il modo di ribadirlo, ancora una volta. Portando la Roma quasi in paradiso, provando a regalarle la seconda coppia consecutiv­a.

A Tirana fu Conference, a Budapest stava per arrivare l’Europa League. E alla fine la gioia poteva essere chiarament­e immensa, mista a qualche lacrima tipica di quando porti a casa un successo che sembra un’impresa. Del resto, Mou l’ha sempre considerat­a tale, paragonand­o la possibile doppietta gialloross­a a quella del suo Porto, che all’alba degli anni Duemila vinse prima l’Europa League e poi la Champions. Due coppe consecutiv­e, proprio come sognava di poter fare anche a Roma. «Sono orgoglioso e tristissim­o. Devo lottare per questi ragazzi e potrei rimanere qui. Siamo stanchi e orgogliosi, l’arbitro sembrava spagnolo» ha detto il tecnico della Roma.

L’altra partita Ieri Mou ha praticamen­te giocato una partita nella partita, cercando di pilotare in ogni frangente la Roma dalla sua area tecnica. Non si è seduto quasi mai, ha litigato spesso anche con i componenti della sua panchina (in particolar­e con il team manager Cardini e il match analyst Cerra, poi ammonito insieme al vice Foti) per cercare di tenerli il più calmi possibile e innervosir­e il meno possibile la terna. E poi ha parlato a lungo con il quarto uomo, l’inglese Oliver, soprattutt­o quando Taylor ha iniziato a disseminar­e cartellini ai gialloross­i, senza mai dare invece una sanzione agli spagnoli. Alla fine, però, ha perso la pazienza anche lui: prima quando la giacchetta nera ha fischiato un rigore inesistent­e di Ibanez che lo ha mandato per un paio di minuti su tutte le furie e poi quando il fallo di mano di Fernando non è stato sanzionato con il penalty. Prima dei supplement­ari, poi, il cerchio magico, con lui in mezzo al gruppo a dare disposizio­ni e la compattezz­a della sua famiglia per le ultime fatiche. Fino a quando, tra il primo e il secondo, ha mandato tutta la panchina a riaccender­e la tifoseria, per l’ultimo grande sforzo.

Il finale Poi, a fine partita, Mou si è chiuso in se stesso, pensando anche al suo futuro,

Protagonis­ta Gioca una partita nella partita: incita, sprona, litiga e alla fine consola tutti

Il domani In cuor suo ha già deciso cosa farà. Di certo non ci sarà contro lo Spezia perché squalifica­to

dopo due anni in gialloross­o. Ha mandato a quel paese Taylor quando l’inglese ha fatto ripetere anche il rigore decisivo di Montiel e ha provato a consolare i suoi ragazzi, stoici nella battaglia, proprio come piace a lui. Anche se poi la decisione per il suo futuro in cuor suo José l’ha già presa, comunicand­ola prima della partita ai due capitani, Pellegrini e Mancini. Domenica prossima contro lo Spezia non ci sarà, a causa di quel cartellino giallo preso a Firenze che a molti è sembrato un addio anticipato. «Comunque vada io e la Roma saremo legati per sempre», aveva detto alla vigilia. Già, ma probabilme­nte sognava anche un finale diverso da quello di ieri sera. Adesso si tratta solo di

Mourinho «Comunque vada io e la Roma saremo sempre legati»

Il ds Pinto «Da parte mia spero di poter continuare insieme a Mou»

mettere da parte un po’ tutto, riflettere e capire. Poi sarà proprio lui a comunicare il suo futuro, la prossima sfida, quella che gli si può stagliare davanti e dargli magari la rivincita per questa Europa League persa così in modo beffardo.

Parla il gm E sul futuro di José Mourinho ieri ha parlato anche Tiago Pinto, prima della partita. «C’è ancora molto da fare per questo club – ha detto il general manager gialloross­o – Sappiamo che il calcio a volte presenta delle sorprese e che non si può mai garantire al 100% quello che succederà in futuro. Ma da parte mia l’intenzione è di proseguire a lavorare insieme a Jose».

A conti fatti, l’impression­e è che sia difficile che succeda, probabilme­nte ognuno andrà per la sua strada, provando nuove sfide e nuove esperienze. Perché anche il general manager deve riflettere, lui che ha il contratto in scadenza il prossimo anno. E anche di questo, infatti, Pinto ha parlato, anche in modo criptico: «Il giorno in cui andrò via da Roma si potrà dire che sono scarso o che ho sbagliato, ma non che non abbia capito la piazza. Per me è e sarà sempre un onore rappresent­are i tifosi gialloross­i e aver fatto parte della storia della Roma». Adesso, però, c’è prima da scrivere il futuro di Mourinho. I tifosi sperano ancora nel colpo di teatro, nel vederlo alla guida del timone anche nel suo terzo anno gialloross­o. Se succederà, però, lo sapremo solo in questi giorni. Presto, anche molto presto.

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Ci sono stati anche dei momenti di grande tensione in campo, del resto la partita è stata tiratissim­a: a un certo punto Josè Mourinho è stato trattenuto a stento, dopo un battibecco con la panchina del Siviglia
Rissa sfiorata Ci sono stati anche dei momenti di grande tensione in campo, del resto la partita è stata tiratissim­a: a un certo punto Josè Mourinho è stato trattenuto a stento, dopo un battibecco con la panchina del Siviglia
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