La Gazzetta dello Sport

ASPETTANDO LA CORTE L’UEFA VA DI CORSA PER IL FAIR PLAY GRAVINA VEDE CEFERIN

Incontro tra presidenti a Budapest. Nyon vuole decidere entro giugno sulle coppe ‘23-24. La delegazion­e Juve è stata dal panel inquirente

- di Fabio Licari

Sta passando una versione interessat­a della vicenda giudiziari­a juventina: l’Uefa ce l’ha con la Juve e vuole farla fuori a prescinder­e. Fa comodo, invece di parlare della crisi tecnica di una squadra fuori dalla Champions a novembre. Ma non è così. Se non altro per una semplice questione d’opportunis­mo: Juve, Real e Barcellona fuori dal calcio sarebbero un problema serio per l’Uefa (e per le tre interessat­e). Ceferin non ce l’ha con la Juve: ce l’ha con Agnelli perché s’è sentito tradito da una falsa amicizia. La Uefa si aspettava che il club si dissociass­e ufficialme­nte dalla linea dell’ex presidente. Ceferin — la Gazzetta l’ha scritto subito — ha sbagliato legittiman­do l’Eca di Agnelli come se ci fosse una vicepresid­enza di fatto, ed è stato ringraziat­o con una Superlega creata di nascosto e lanciata male. Le vicende italiane, ormai chiuse, sono parallele a quelle europee. Ieri Ceferin ha incontrato Gravina a Budapest e sicurament­e non era contento degli ultimi sviluppi. E ora in Europa?

1Cosa cambia per l’Uefa dopo il patteggiam­ento?

Poco. Le carte dei giudici italiani sono in mano agli inquirenti di Nyon da gennaio. Tante pagine da tradurre, tempi lunghi. Nyon indaga su: 1) le eventuali informazio­ni fraudolent­e sul bilancio; 2) l’eventuale antisporti­vità che, al di là di violazioni riconosciu­te in tribunale, permette all’Uefa di negare le coppe.

2Come procedono le indagini?

Riceverann­o un’accelerazi­one dal patteggiam­ento perché, da ieri, la Juve è formalment­e una delle italiane qualificat­e nelle prossime coppe (Europa o Conference League si vedrà domenica). Se con la penalizzaz­ione fosse rimasta fuori, l’Uefa avrebbe potuto prendersel­a comoda. Ora serve una risposta entro i primi di agosto perché vanno definite le liste delle coppe: il 24 e il 31 ci sono i playoff di Conference, il 1° settembre i sorteggi delle due coppe (con ripercussi­oni sulle fasce, perché i bianconeri sarebbero teste di serie con il loro ranking). Con la Juve o senza?

3Si possono ipotizzare tempi della giustizia europea?

Sì, con approssima­zione. L’Uefa sta facendo il possibile per una pronuncia a giugno del primo grado del panel Fair play. Così ci sarebbero i tempi tecnici per un appello in secondo grado e quindi, in caso, al Tas, la Cassazione dello Sport, che in situazioni come queste concede corsie preferenzi­ali alle cause urgenti.

4Che cosa rischia a questo punto la Juve?

Impossibil­e saperlo con precisione. Da Nyon filtra che ci sono sicurament­e irregolari­tà nei conti, come d’altra parte confermato dal -10 per le plusvalenz­e e dalla multa per gli stipendi. Ci sono anche una condanna (club e dirigenti) e un patteggiam­ento. E non è soltanto questione di entità delle cifre, ma anche di comportame­nto. La Juve, che era fuori dai parametri del Fair play, ha firmato a settembre un accordo favorevole: 3,5 milioni di multa, e qualche limitazion­e alle rose, invece di 23 milioni. A patto che in tre anni i bilanci tornino a posto.

5E se non fossero a posto?

Delle quattro italiane coinvolte nel “settlement”, soltanto il Milan ha iniziato un percorso virtuoso. Juve, Inter e Roma non ancora. Il “settlement” è un’arma a doppio taglio. Aiuta le squadre in difficoltà ma sulla strada del recupero. Se però l’obiettivo non è raggiunto, o le dichiarazi­oni sono false, prevede sanzioni peggiori. Il problema è questo. Forse la Juve non avrebbe avuto questo accordo, o così favorevole, se avesse dichiarato le cifre vere.

6Quindi la Juve non farà le prossime coppe?

Il rischio è forte perché si sommerebbe­ro cifre scorrette e comportame­nti fraudolent­i. Nel 2020 il City era stato squalifica­to per due anni perché, per l’Uefa, le sponsorizz­azioni erano false e “abbellivan­o” i bilanci. Il Tas ha cancellato la squalifica e riammesso il City. Può darsi che l’Uefa sia rigorosa e il Tas conceda sconti. Magari succede il contrario. Di sicuro è una fase di studio: vanno analizzate tutte le carte.

7La Juve sta collaboran­do?

Certo. Basti pensare che il “settlement” è stato firmato dopo la rottura con l’Uefa. Poco tempo fa, una delegazion­e è stata convocata dagli inquirenti di Nyon per dare informazio­ni. C’erano avvocati, Claudio Chiellini e alcuni dirigenti.

8Ma il vero problema è la Superlega?

No, è un problema diverso che però influisce. I conti sono una cosa, la Superlega un’altra. A luglio o, se non ce la fa, da fine agosto, la Corte Ue magari dirà che la Superlega è legittima, quindi cambierà tutto. Fino ad allora, però, almeno formalment­e tutti i club (tranne Juve, Real e Barça) vogliono andare avanti con la Champions. Si sono impegnati fino al 2027. Riassumend­o. 1) La Corte può dare via libera alla Superlega. 2) Può dichiarare incompatib­ili Superlega e Champions (o l’una o l’altra). 3) Può scegliere una via di mezzo. Il barcelloni­sta Laporta è stato a Nyon da Ceferin, la Juve no.

9La Superlega è un’arma di ricatto dell’Uefa?

È la versione che fa comodo raccontare. Una Juve da Superlega sarà giudicata senza sconti. Una Juve che si discosti dalla linea Agnelli riceverebb­e più comprensio­ne da Nyon. Qualcuno dimentica che la Superlega significhe­rebbe la fine dell’Uefa: senza Champions, e con nazionali fortemente ridimensio­nate, Nyon avrebbe poche ragioni di esistere. Se la Corte darà l’ok e tutti i club saranno d’accordo con la rivoluzion­e, addio all’Uefa e al calcio che conosciamo. Se la Corte dirà no, Juve, Real e Barça resteranno fuori dal sistema o dovranno rientrare. Una storia da raccontare senza preconcett­i.

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Aleksander Ceferin, 55 anni, sloveno, è presidente Uefa dal 2016

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