IL CAMPIONE D’EUROPA AL DEBUTTO TRA I GRANDI «DA QUESTA VOLATA DIPENDE IL MIO FUTURO»
L’oro dei 60 indoor domani al Golden Gala di Firenze si misurerà con i big della velocità mondiale: «Ho molta fiducia, il risultato definirà i miei programmi»
Il piano di gara «Punto sull’avvio e sulle frequenze, poi dovrò gestire i 40 metri finali»
Per debuttare nell’atletica dei più grandi non potrebbe disporre di un palcoscenico più prestigioso. Samuele Ceccarelli domani, a Firenze, a un’ora di autostrada dalla sua Massa, gareggerà per la prima volta in Diamond League: l’oro europeo dei 60 indoor conquistato a inizio marzo a Istanbul gli ha regalato da tempo una preziosa corsia nei 100 del Golden Gala orfani di Marcell Jacobs. In qualche modo è un azzardo, una scommessa: perché il ragazzo, all’aperto, di fatto non ha pedigree. Il suo personale sui 100, del giugno 2021, è 10”45. E la scorsa stagione, in otto uscite sulla distanza, ha viaggiato alla media di 10”64. Il meno veloce tra i sette avversari del Ridolfi - nessun altro rappresentante del Vecchio Continente - è l’australiano Rohan Browning, che vanta 10”01... Ma tutto potrebbe essere relativo: quello che l’allievo di Marco Del Medico ha fatto nel corso dell’inverno spazza ogni precedente riferimento.
► Ceccarelli, è emozionato?
«Meglio dire fiducioso, perché il lavoro delle scorse settimane mi ha fornito buone sensazioni. Ho scelto di ritardare l’esordio per lavorare con tranquillità ed essere sufficientemente pronto».
► Come si approccia alla gara?
«Mi metterò alla prova, con me stesso e con gli altri. Anche se, dato il contesto, penserò solo alla mia gara, senza farmi schiacciare dal peso dei nomi altrui».
► Coach Del Medico sostiene che è nella condizione di quando, a metà gennaio, ha debuttato sui 60 al coperto in 6”61.
«Sulle prospettive di risultato sto largo: non sarà stratosferico. Il picco di forma arriverà più avanti, come è giusto che sia».
► Aveva spiegato che il segreto della sua esplosione sta nel fatto che, dopo anni di guai fisici, ha trovato continuità nell’allenamento: si può dire anche per i mesi post indoor?
«Ho solo avuto una leggera infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio sinistro, per sovraccarico. Mi ha limitato alcuni giorni in coincidenza del secondo raduno delle staffette. Ma, di fatto, è da inizio autunno che non ho problemi».
► Che cosa pensa di Jacobs?
«Sono molto dispiaciuto per lui. So cosa vuol dire doversi misurare con gli infortuni. Spero si riprenda in fretta. Stavo per chiamarlo: non l’ho fatto per rispetto. La mia sarebbe stata solo una voce in più in mezzo alle altre».
► Cambiano le prospettive del Golden Gala?
«Inevitabilmente: la sua assenza toglie fascino e spettacolo. Ma non mi responsabilizza di più».
► Ha mai gareggiato contro qualcuno dei rivali di domani?
«Out Marcell e Abeykoon, no».
► Se potesse prendere qualcosa a qualcuno, cosa sceglierebbe?
«La partenza di Bromell, l’accelerazione di Kerley e Simbine, l’atteggiamento di Omanyala».
► La sua fase di avvio rimarrà “bassa” e filante come nei 60?
«È la mia forza, come le frequenze: dovrò poi gestire il mantenimento della velocità negli ultimi 40. In fase di ripetute ho aumentato la gittata».
L’obiettivo
«Mi metto alla prova: penserò a me stesso senza farmi schiacciare dal peso dei nomi altrui»
Al Ridolfi ha gareggiato spesso, anche tre volte l’anno scorso sui 100: giocherà in casa...
«Dati gli accrediti avrò una corsia esterna: va bene così. Il manto non è super rapido, ma se ben interpretato fa andar veloci».
► Avrà tanti tifosi al seguito?
«Diversi amici, di vecchia data e del campo di Pietrasanta, dove mi alleno. Oltre ai miei, che non assistono a una mia gara da prima del Covid. Non so se mamma reggerà la pressione...».
► Ha citato la staffetta: come sono andati i due raduni?
«Molto bene, l’ambiente è motivante e con tutti ho ottimi rapporti. Proprio perché in ritardo di preparazione, ho provato poco i cambi, ma qualcosa in seconda frazione ho fatto».
► È la possibile destinazione?
«Come per la mia programmazione, credo molto dipenderà dall’esito del Golden Gala. E poi dalla presenza o meno di Jacobs al test della prossima settimana a Parigi. In ogni caso non sta a me fare certe considerazioni».
► Conferma che per lei la curva è meglio evitarla?
«Non sono uno specialista, pure nelle giovanili azzurre ho coperto i rettilinei e in più mi trascino un problemino di pronazione. Ma sono discorsi prematuri».
► Non sa quindi cosa le riserverà il futuro prossimo?
«I soli impegni certi sono con il meeting di Trieste del 22 luglio e con gli Assoluti di Molfetta del weekend successivo. In mezzo è tutto da definire».
► E i programmi da studente al 5° anno di giurisprudenza?
«Ho dato l’ultimo esame, la prima parte di diritto penale, il 6 febbraio. Ci sarebbe una sessione in corso, ma l’atletica ha preso il sopravvento».
► Da possibile futuro avvocato e (tiepido) tifoso juventino, cosa pensa delle sentenze che riguardano il club?
«È una questione delicata. Se si è arrivati al patteggiamento, la giustizia può fare il suo corso e io credo nella giustizia. Resta che, per quanto successo, certe tempistiche andrebbero riviste».
► La sua vita è cambiata dopo la conquista del titolo europeo?
«Poco: qualcuno mi riconosce e al campo i ragazzini mi chiedono selfie e autografi. Non sono una rockstar e non ho la fila di spasimanti alla porta...».
Il tifo di casa
«Il Ridolfi è a un’ora di auto dalla mia Massa: arriveranno tanti amici e i miei genitori»
Avvocato
«Ho dato l’ultimo esame in università a febbraio: adesso la priorità è l’atletica» Il “no” dell’amico «Mi spiace per Marcell, so cosa vuol dire: spero torni presto»