RESURREZIONE FOGNINI ORGOGLIO E TALENTO «IL SOGNO CONTINUA»
Domina Kubler in tre set e approda al terzo turno dopo i guai fisici che l’hanno tormentato: «Parigi è il mio Slam preferito, voglio la seconda settimana»
Lode al talento. Lode alla geniale follia. Lode alla passione. Se non ci fosse, Fognini bisognerebbe inventarlo. A volte, in campo, non sarà stato uno specchiato esempio di comportamento, ma il suo sconfinato amore per il tennis è stato capace di trascinarlo oltre due operazioni alle caviglie e un infortunio alla pianta del piede destro che ne ha davvero messo a rischio gli ultimi bagliori di una carriera di qualità. E a 36 anni lo trasporta d’autorità al terzo turno del Roland Garros, lo Slam più amato, per la decima volta. Dieci e lode, appunto. E può anche non finire qui, visto che ora incrocerà da favorito l’austriaco Ofner, certamente caldo come tutti i giocatori che escono dalla tonnara delle qualificazioni, ma senza nemmeno un’oncia dell’esperienza e della classe di Fabio.
Conta la salute Uscito in aprile dalla top 100 dopo 14 anni, scoraggiato dai guai fisici che sembravano non dargli tregua, una settimana prima di Roma il Fogna era un uomo distrutto. Le due vittorie inattese agli Internazionali contro Murray e Kecmanovic, prima dello stop con Rune, gli hanno restituito sorriso e voglia, consegnandogli la giusta tranquillità per Parigi: «Mi sento bene e quando tennis e fisico vanno a braccetto posso ancora dire la mia ad alto livello. Sono di nuovo in un terzo turno al Roland Garros, il mio Slam preferito, e voglio semplicemente continuare a sognare». Perché i sogni aiutano a vivere meglio, soprattutto se sono confortati da una prestazione solida come quella confezionata contro l’australiano Kubler, ex numero 1 juniores nel 2010 poi frenato da una marea di infortuni alle ginocchia. Aggressivo, propositivo, sempre dentro il campo, al solito delizioso nella sua varietà di soluzioni, Fognini sostanzialmente domina la sfida, a parte il calo di concentrazione nel secondo set che lo porta da 4-0 fino a un delicato tie break, comunque maneggiato con intelligenza, prima di tornare a dettare legge: «Sono contento perché ho messo un altro tassello importante qui a Parigi e sono soddisfatto di essermi creato un’altra chance per provare ad arrivare alla seconda settimana. Vincere tre set a zero non è mai facile, ed è stato importantissimo portare a casa il secondo set, soprattutto dopo che mi si era così complicato».
Quelli di casa La rinascita non è mai il coronamento di un percorso solitario. Dietro il Fognini rasserenato del Roland Garros c’è innanzitutto la famiglia e poi un vecchio mentore. La moglie Flavia Pennetta e i figli Federico, Farah e Flaminia sono stati il conforto e il rifugio nei momenti bui ma anche lo stimolo per continuare a soffiare sulla passione: «Ovviamente più passa il tempo, più mi è difficile separarmi dalla famiglia. Flavia è stata giocatrice ad altissimo livello, e dunque capisce, adesso anche Federico (il primogenito, ndr) sa cosa fa suo padre di lavoro, ma è comunque dura. Però è grazie a loro che vivo i miei momenti di serenità più consolanti. Tra l’altro mia moglie verrà a Parigi per il doppio delle Leggende che giocherà con la Schiavone, spero solo non si faccia male visto che non tocca una racchetta da un bel po’...». L’altro stimolo alla ritrovata competitività è il ritorno tra le braccia di Barazzutti, che si è risistemato al suo angolo tecnico. Dopo la collaborazione tra il 2019 e il 2020, la coppia si è ricostituita dopo una semplice domanda di Fabio al suo ex capitano di Davis: «Pensi che il mio tennis possa avere ancora delle possibilità?». Ottenuta ovviamente risposta positiva, si sono rimessi in pista: «Con Corrado c’è stima reciproca, mi conosce da quando ho 15 anni, sa come pungermi e come motivarmi. È sempre stato un punto fermo per tutta la mia carriera. Mi ha rimesso in sesto e tennisticamente sono di nuovo ordinato. Ho lavorato molto sulla parte fisica per tornare a giocare questo tipo di tornei. Il ranking? Non mi preoccupa, sono sceso al numero 130 anche per sfortuna. Adesso non è la mia priorità, da 130 nel primo turno ho dato 3 set a zero a un top 10 come Auger-Aliassime e questo qualcosa vorrà pur dire». Il miglior risultato a Parigi di Fogna restano i quarti raggiunti nel 2011, quando tuttavia non poté sfidare Djokovic per un infortunio alla coscia destra rimediato nella maratona degli ottavi contro Montanes. Stavolta, agli ottavi, avrebbe eventualmente Tsitsipas, ma prima bisognerà tener d’occhio Ofner: «È una chance sia per me sia per lui — analizza Fognini — perché è vero che gioca principalmente i Challenger ma se è arrivato al 3° turno di Parigi qualcosa saprà pur fare. Ora la priorità è provare a recuperare più energie possibili; ma ho una grande energia nervosa viva dentro di me. So che ho una buona chance». Afferrala, vecchio leone.
La svolta Le due vittorie a Roma su Murray e Kecmanovic gli hanno restituito la voglia di lottare
Il segreto Dietro alla rinascita, la serenità della famiglia e il ritorno nel suo box di coach Barazzutti
Mi sento bene e quando tennis e fisico vanno a braccetto posso ancora dire la mia