PRESSING, ESTERNI ALTI E UN REGISTA IN PIÙ ITALIANO È L’IDEALE PER IL DOPO SPALLETTI
Il tecnico della Fiorentina è tra i candidati alla panchina dei campioni Con lui non ci sarebbe bisogno di cambiamenti
Piacciono a tanti le lezioni di Italiano. Soprattutto al Napoli. Tra i candidati al dopo Spalletti c’è anche lui, Vincenzo Italiano, il tecnico che fa giocare bene la Fiorentina e l’ha portata a disputare due finali. Niente di certo, ovvio, anche perché l’allenatore a Napoli lo sceglie direttamente il presidente De Laurentiis, che al momento è molto abbottonato. E perché bisogna anche vedere se, eventualmente, la Viola ha voglia di liberarlo perché Italiano è ancora sotto contratto per la prossima stagione. Lui al momento è concentrato su una cosa sola: la finale di Conference con il West Ham. Lo ha ribadito ieri nella conferenza stampa per la sfida con il Sassuolo di stasera, con un certo fervore. «Le voci di mercato su di me? Non mi interessano, non sono né un orgoglio né uno stimolo, sono concentrato sulle ultime due partite, penso solo al bene della squadra. La gara col Sassuolo ha un valore, quella di mercoledì un altro, ma dobbiamo affrontarle entrambe con la giusta concentrazione».
Compatibilità
Tra italiano e Spalletti tanti punti in comune
Una cosa è certa: Vincenzo Italiano è compatibile per il Napoli perché si avvicina a Spalletti per diverse cose: il gioco offensivo, spesso spettacolare; le idee tattiche; il modo di pensare calcio. In passato ha detto che i suoi modelli erano prima di tutti Zeman e Klopp, poi Prandelli, ma in qualche mossa ha studiato anche Guardiola e lo stesso Spalletti. Ovvio che un bravo tecnico ritocca le sue idee a seconda degli interpreti che ha a disposizione, ma il canovaccio principale rimane lo stesso. E guarda caso, canovaccio e interpreti del Napoli, in tantissimi casi vanno già a pennello a Italiano. Vediamo perché.
I sistemi 4-3-3 ma pure 4-2-3-1 I dogmi dei due tecnici
Luciano Spalletti predilige il 43-3 e con questa sistema è andato alla conquista dello scudetto, ma a volte ha utilizzato il 42-3-1, che in passato era il suo modulo preferito. Vincenzo Italiano ha come dogma il 4-3-3, ma in questa stagione con la Viola ha virato sul 4-2-3-1 per questione, appunto, di interpreti. Partito Torreira, non ha più avuto un regista vero. Dunque, meglio giocare con i “contundenti” Amrabat e Mandragora e lasciare più spazio in fascia ai difensori esterni. Con Lobotka, l’allenatore gigliato tornerebbe più che volentieri al suo amato sistema.
Pressing
Attacco e difesa alti per aggredire subito
Napoli e Fiorentina sono le squadre che giocano con il baricentro più alto di tutti. Fanno un pressing altissimo per cercare di rubare subito palla. la Fiorentina più ancora del Napoli. Una filosofia che comporta i suoi rischi, difatti la Viola spesso ha subito gol a campo aperto. E’ successo qualche volta anche al Napoli, come nella semifinale Champions con il Milan causa Leao. Ma sono rischi che si devono correre se la filosofia è quella di fare un gol più degli altri. In questo Spalletti e Italiano la pensano allo stesso modo. A Napoli, tra l’altro, Italiano
Filosofia uguale
Vincenzo e Luciano hanno lo stesso sistema di gioco e lo stesso modo di pensare calcio
troverebbe interpreti più adatti in difesa per coprire meglio gli spazi larghi.
Effetto fasce La grande risorsa delle corsie laterali
Altro punto in comune tra Spalletti e Italiano: lo sfruttamento delle corsie laterali. A nessuno dei due è mai venuto in mente di non giocare con la difesa a 4, perché vogliono che gli esterni spingano a fondo e diventino attaccanti aggiunti. Ci sono delle differenze: Dodo e Biraghi si lanciano quasi sempre in verticale per arrivare in fondo e crossare, non a caso la Fiorentina fa collezione di calci d’angolo (li batte Biraghi, come spesso le punizioni). Di Lorenzo e Mario Rui invece si accentrano anche per cercare l’assist o il tiro, con gli esterni che si allargano (a piede invertito, come piace sia a Spalletti che a Italiano). La differenza è dovuta, appunto, agli interpreti, perché Mario Rui ha piedi da centrocampista e Di Lorenzo una capacità balistica (in corsa, perché da fermo ce l’ha anche Biraghi) invidiabile. Comunque, in entrambi i casi, nel gioco di Spalletti e Italiano gli esterni bassi sono preziosi, a volte decisivi.
Il tocco in più Kim e Quarta, centrali e registi aggiunti
Guardiola, con Stones, al City ha fatto scuola. Un difensore centrale che in impostazione si unisce al centrocampo come regista aggiunto, è il tocco in più per una squadra votata all’offesa e che ama il gioco dal basso. Spalletti lo ha fatto con Kim, Italiano con Quarta e a volte anche con Igor. Anche qui il Napoli troverebbe in Italiano un tecnico adatto a proseguire sulla falsariga della stagione scudetto. E’ un matrimonio ancora lontano dal celebrarsi, ma nel caso, tutti i presupposti ci sono.