Ibra campione che non vuole smettere mai E forse è insicuro
Domani Ibra dovrebbe chiudere come giocatore del Milan, non c’è notizia del rinnovo annuale che l’interessato si aspetta, ma non è certo che lo svedese smetta di giocare in assoluto. A quasi 42 anni, li compirà in ottobre, “dio” Zlatan cerca un club che gli permetta di candidarsi per una convocazione nella Svezia all’Europeo del 2024. Lo ha detto qualche giorno fa: «Non penso di finire, ma di continuare». Caso interessante, di campione che non vuole arrendersi all’evidenza di un’età avanzata per lo sport di alto livello e di un fisico che non può più assecondare gli input della mente. Uno psicologo bravo ci vedrebbe forse dell’altro, la paura di volare in cieli diversi, sconosciuti e infidi. Riflessioni e discorsi pericolosi, Ibrahimovic non accetta di passare per tremebondo o, peggio, per debole. In pubblico indossa la corazza di duro e guai a dubitare. E qui sta il punto: una volta uscito dal campo, Ibra per la prima volta dovrà confrontarsi con i timori che un’altra vita porta con sé.
Il verbo esitare però è incompatibile con il suo essere Zlatan, lo rende insofferente, gli crea tormento interiore. Succede a chi si nutre di certezze assolute. San Siro gli tributerà una festa speciale. L’Ibra milanista ha vissuto due volte, 2010-12 e 2020-23, ed è “valso” due scudetti, 2011 e 2022. Zlatan ha giocato con Juve e Inter, ma il Milan è la squadra italiana che più lo ha catturato. Ibra, l’uomo che non vuole smettere mai.
La carriera
Skriniar, 28 anni, tiri i primi calcio allo Zilina, in Repubblica Ceca, dove gioca cinque stagioni (tranne 6 mesi in prestito al ViOn Zlaté Moravce). Poi a gennaio 2016 arriva alla Sampdoria, quindi dal 2017 è all’Inter. Per lui 8 titoli in bacheca
All’Inter
In nerazzurro gioca da 6 stagioni: 246 partite e 11 gol, con uno scudetto e 4 coppe