La Gazzetta dello Sport

«Sempre vicino alla mia Juve discrimina­ta... Max motivatore come Ferrari»

- di Elisabetta Esposito ROMA

L’ultimo progetto è il Luxury Padel Court con Iconic, una sintesi tra sport e design

Dici Pininfarin­a e pensi al design, alla sperimenta­zione, all’eleganza. Pensi alla tradizione, al Made in Italy, all’artigianat­o che diventa avanguardi­a tecnologic­a. Dici Pininfarin­a e pensi anche allo sport, dalle auto alla fiaccola olimpica di Torino 2006, dal nuovissimo Luxury Padel Court all’Allianz Stadium bianconero. C’è un mondo dietro a quella firma tanto illustre, di cui non può che sorridere Paolo Pininfarin­a, attuale presidente del gruppo e nipote di quel Battista “Pinin” Farina che nel 1930 diede vita a tutto questo.

► Presidente partiamo dal calcio. Sappiamo che tifa Juventus, da dove nasce questa passione?

«Dalla mia famiglia, il primo a portarmi allo stadio fu mio nonno materno Paolo. Insieme andammo a vedere il derby contro il Torino perso 4-0 appena una settimana dopo la scomparsa di Gigi Meroni nell’autunno del

1967».

► Che idea si è fatto della sua squadra in questa stagione che si è rivelata più complessa del previsto?

«La Juventus è stata reattiva, consideran­do la penalizzaz­ione a campionato in corso che, al di là di come sono andate a finire le cose, ritengo sportivame­nte scorretta».

► C’è un giocatore che l’ha sorpresa in positivo?

«Fagioli».

► Uno che l’ha delusa?

«Paredes».

► Che cosa pensa del lavoro che ha portato avanti Allegri?

«È un allenatore che mi piace, perché è riuscito a motivare il gruppo anche nei momenti più difficili».

► Lei che ha decisament­e chiara l’importanza della tradizione familiare all’interno di in un’azienda, come ha vissuto l’uscita di scena degli Agnelli dal mondo Juventus?

«Penso che Andrea Agnelli sia stato un ottimo presidente fino al 2018. Poi, con l’uscita di un uomo importante per il club come Beppe Marotta, qualcosa si è rotto nell’equilibrio societario. Comunque le scelte degli ultimi mesi sono state fatte da Exor, quindi dalla famiglia Agnelli nel suo complesso».

► Ha un ricordo bianconero a cui è particolar­mente legato?

«Il pareggio per 1-1 nel derby di aprile 1977 che consentì alla Juventus di vincere il suo scudetto numero 17 con il record di 51 punti mentre il Torino si fermò a 50. Era una Juve al 100% italiana».

► Allarghiam­o un attimo lo sguardo. È sorpreso dal percorso straordina­rio del Napoli che ha portato allo scudetto?

«Assolutame­nte no, per me Spalletti è un grande allenatore».

► E da quello delle altre big?

«Mi ha sorpreso in positivo il percorso della Lazio».

► Torniamo alla sua azienda e rimanendo al calcio le chiediamo: in che modo è stato pensato il progetto dell’Allianz Stadium?

«Il nostro obiettivo era rivoluzion­are gli ambienti per rigenerare l’esperienza di uso dello stadio».

► Il marchio Pininfarin­a è legato principalm­ente alle automobili, ma come dicevamo sono diversi gli spunti sportivi. Come nasce l’idea della torcia dei Giochi di Torino 2006?

«Il Comitato Olimpico riteneva che Pininfarin­a rappresent­asse il design e la produzione di qualità a Torino, così ci chiese di disegnare, ingegneriz­zare e realizzare 12 mila torce olimpiche».

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