Romelu a mille col City nella testa E l’Inter sorride
Il belga guida i suoi e lancia la candidatura per la finale Ma anche Dzeko sta bene e ha chiuso in coppia con Rom: quante opzioni per Istanbul
Romelu Lukaku ha spedito la sua raccomandata a Istanbul, sabato vuole un’entrata alla festa con posto in prima fila. Pep Guardiola e Erling Haaland, che al party sono gli invitati più attesi, ieri non hanno potuto osservare da vicino lo stato di salute del belga, presi come erano dai bagordi da vittoria di Fa Cup, ma di certo recupereranno presto il filmato. Questo Big Rom sta benone e va analizzato dagli alieni del City come si fa con i rivali migliori: pare finalmente tirato a lucido e può davvero spaventare gli inglesi, sia che inizi la battaglia dal primo minuto sia che entri solo nell’ultima mezz’ora per cercare di sfruttare lo spazio alle spalle dei centrali di Guardiola, sempre altissimi. Ma, soprattutto, questo Lukaku riempie di dubbi la testa di Simone Inzaghi: il tecnico interista è arrivato fino al Bosforo schierando nelle notti d’Europa sempre Dzeko accanto a Lautaro, ma il fatto di aver tenuto dentro il belga contro il Torino per 90’ (mentre gli altri due compagni di attacco si sono praticamente divisi un tempo a testa), a una settimana esatta dalla resa dei conti turca, si presta a una duplice interpretazione. Significa che, già di suo, il belga ha scalato gerarchie nella testa dell’allenatore e la prova del campo non ha fatto altro che confermare il suo slancio verso Istanbul. La gestione dei minuti, invece, lascia intendere il contrario, fa pensare che siano stati risparmiate fatiche all’argentino e al bosniaco con l’idea di tenerli più freschi per la finale. «Dovevo decidere chi togliere per mettere Dzeko, stavano entrambi bene ma Lautaro aveva appena fatto una scivolata e si rischiava la squalifica per l’anno prossimo... Speriamo di recuperare anche Correa per Istanbul, gli attaccanti si sono alternati tutti bene per il bene dell’Inter», ha detto Inzaghi sul tema che infiammerà i prossimi giorni. In ogni caso, il valzer dei due centravanti è ufficialmente iniziato.
La rincorsa
Romelu non avrà segnato, avrà sbagliato una rete di testa e sarà pure andato vicino alla meta un paio di altre volte, ma al di là delle conclusioni ha dato segnali di ritrovato vigore. Ha vinto quasi ogni duello contro i marcatori granata, in una occasione ha superato di pura potenza un altro marcantonio come Buongiorno prima di calciare appena fuori, e in quella del gol ha accomodato la palla poi messa dentro da Brozo. Con il neosposo Lautaro, meno brillante delle ultime uscite dopo lunghi festeggiamenti, balli e grigliate di asado, è stato proprio Romelu a guidare la Lu-La, cercando costantemente il compagno: in ogni caso, i due gemelli sono la coppia che in Europa ha partecipato da aprile in poi a più gol, la bellezza di 15. In fondo, da settimane ormai Romelu si massacra di fatica con una unica ambizione: operare un sorpasso storico sul compagno Edin, esserci dall’inizio contro il Manchester City. Dopo essere stato allontanato dalla Premier come un corpo estraneo, vuole dimostrare alla migliore squadra inglese di valere quelle altezze, di poter guardare perfino l’androide Haaland senza timore. Ieri la seconda metà di gara l’ha giocata in coppia con un pimpante Edin, che ha vissuto una strana staffetta con Lautaro. Il bosniaco non compare dall’inizio dal 24 maggio, dalla finale di Coppa Italia, e prima di quest’ultima di campionato aveva messo in cascina solo 9’ appena contro l’Atalanta. Pure il bosniaco, però, al Grande Torino ha mostrato di stare benone: è la dimostrazione che c’è vita, oltre la Lu-La e pure oltre la coppia Dzeko-Lautaro. Per quasi 45’ Edin è, infatti, passato dal dualismo con Rom all’accoppiata di centravanti: sarebbe una opzione di emergenza, sicuramente non la principale, ma contro il City le armi rischiano di non essere mai abbastanza.