Orgoglio Simone «Giorni intensi... Voglio godermi questa finale»
«I ko ci hanno fatto crescere La formazione? Dubbi quotidiani Servirà togliere il possesso al City»
L’avvicinamento «Devo recuperare tutti per avere più scelta possibile Staremo insieme tanto ad Appiano»
Sono ormai storia questi 72 punti raccolti in classifica, pochini se si pensa alla distanza astronomica dal Napoli campione e ai sogni scudetto di inizio stagione. Dopo questo terzo posto amarognolo ripartirà l’assalto alla seconda stella, ma prima però ogni grammo di energia e ogni goccia di emozione saranno spesi per l’appuntamento con la storia. La finale di sabato fa vibrare i cuori di ogni nerazzurro sul pianeta, più di tutti dell’allenatore ritrovatosi a un bivio della carriera: se riuscisse a disinnescare il grande City, Simone Inzaghi non solo farà scordare per sempre quei 12 scivoloni in questo campionato, ma entrerà dalla porta principale nell’élite ristretta di tecnici italiani capaci di sbaciucchiare la Champions. Dall’altro lato della porta, lo aspettano solo Rocco, Trapattoni, Sacchi, Capello, Lippi, Ancelotti e Di Matteo. Intanto Inzaghi ha fatto una prima prova generale già contro il Torino, non esagerando col turnover e mettendo minuti nelle gambe di tutti: tenere il motore ben acceso era forse più importante della vittoria stessa. «Voglio recuperare tutti per avere più scelta possibile, anche chi è rimasto a casa come Mkhitaryan, Correa e Dimarco: abbiamo lasciato Federico a Milano solo perché non era al 100% e alla ripresa sarà in gruppo. Poi anche stavolta abbiamo fatto una partita seria, organizzata per consolidare la posizione in classifica: lo dovevamo alla società e ai nostri tifosi. E faccio i complimenti al Torino perché è una squadra di assoluto valore che sa sempre metterti in difficoltà » , ha detto Inzaghi alla fine della partita.
Dubbi e storia
L’esercizio del dubbio accompagnerà i prossimi giorni, a partire dalla scelta del centravanti, e Simone non li nasconde di certo: «Ho dubbi quotidianamente... Del resto, siamo cresciuti anche grazie a qualche sconfitta che ci ha fatto male sul momento ma ci ha fatto migliorare poi. Ora avremo un giorno di riposo, poi sarà una settimana intensa: la prossima sarà la 57a partita della stagione e grazie alle 56 fatte ci siamo meritati la più importante che affronteremo con fiducia». Il resto, quindi, si chiama solo Manchester City, che verrà analizzato al microscopio, ma che risveglia in tutti sentimenti finora sconosciuti: «È un’emozione molto grande essere in finale contro di loro, era un sogno raggiungerla e ora la aspettiamo con ansia. Prima avevamo tante cose in ballo, fortunatamente, e potevo pensare ad altro, ma ora pensiamo solo alla finale: me la gusterò di più assieme ai ragazzi, allo staff e a tutto il mondo Inter. Staremo tanto ad Appiano e cercheremo di viverla al meglio», ha ammesso Simone, cogliendo la magia di questo lungo avvicinamento. Poi ecco una prima ricetta per fermare Guardiola: «Bisognerà essere bravi a soffrire insieme e a giocare a calcio perché è necessario togliere loro il possesso, attaccando con equilibrio». Più facile a dirsi che a farsi, ma l’Inter di Champions ha dimostrato più volte di non avere limiti. Neanche il cielo, blu come quella metà di Manchester che li aspetta in Turchia.