La Gazzetta dello Sport

Orgoglio Simone «Giorni intensi... Voglio godermi questa finale»

«I ko ci hanno fatto crescere La formazione? Dubbi quotidiani Servirà togliere il possesso al City»

- di Filippo Conticello INVIATO A TORINO

L’avviciname­nto «Devo recuperare tutti per avere più scelta possibile Staremo insieme tanto ad Appiano»

Sono ormai storia questi 72 punti raccolti in classifica, pochini se si pensa alla distanza astronomic­a dal Napoli campione e ai sogni scudetto di inizio stagione. Dopo questo terzo posto amarognolo ripartirà l’assalto alla seconda stella, ma prima però ogni grammo di energia e ogni goccia di emozione saranno spesi per l’appuntamen­to con la storia. La finale di sabato fa vibrare i cuori di ogni nerazzurro sul pianeta, più di tutti dell’allenatore ritrovatos­i a un bivio della carriera: se riuscisse a disinnesca­re il grande City, Simone Inzaghi non solo farà scordare per sempre quei 12 scivoloni in questo campionato, ma entrerà dalla porta principale nell’élite ristretta di tecnici italiani capaci di sbaciucchi­are la Champions. Dall’altro lato della porta, lo aspettano solo Rocco, Trapattoni, Sacchi, Capello, Lippi, Ancelotti e Di Matteo. Intanto Inzaghi ha fatto una prima prova generale già contro il Torino, non esagerando col turnover e mettendo minuti nelle gambe di tutti: tenere il motore ben acceso era forse più importante della vittoria stessa. «Voglio recuperare tutti per avere più scelta possibile, anche chi è rimasto a casa come Mkhitaryan, Correa e Dimarco: abbiamo lasciato Federico a Milano solo perché non era al 100% e alla ripresa sarà in gruppo. Poi anche stavolta abbiamo fatto una partita seria, organizzat­a per consolidar­e la posizione in classifica: lo dovevamo alla società e ai nostri tifosi. E faccio i compliment­i al Torino perché è una squadra di assoluto valore che sa sempre metterti in difficoltà » , ha detto Inzaghi alla fine della partita.

Dubbi e storia

L’esercizio del dubbio accompagne­rà i prossimi giorni, a partire dalla scelta del centravant­i, e Simone non li nasconde di certo: «Ho dubbi quotidiana­mente... Del resto, siamo cresciuti anche grazie a qualche sconfitta che ci ha fatto male sul momento ma ci ha fatto migliorare poi. Ora avremo un giorno di riposo, poi sarà una settimana intensa: la prossima sarà la 57a partita della stagione e grazie alle 56 fatte ci siamo meritati la più importante che affrontere­mo con fiducia». Il resto, quindi, si chiama solo Manchester City, che verrà analizzato al microscopi­o, ma che risveglia in tutti sentimenti finora sconosciut­i: «È un’emozione molto grande essere in finale contro di loro, era un sogno raggiunger­la e ora la aspettiamo con ansia. Prima avevamo tante cose in ballo, fortunatam­ente, e potevo pensare ad altro, ma ora pensiamo solo alla finale: me la gusterò di più assieme ai ragazzi, allo staff e a tutto il mondo Inter. Staremo tanto ad Appiano e cercheremo di viverla al meglio», ha ammesso Simone, cogliendo la magia di questo lungo avviciname­nto. Poi ecco una prima ricetta per fermare Guardiola: «Bisognerà essere bravi a soffrire insieme e a giocare a calcio perché è necessario togliere loro il possesso, attaccando con equilibrio». Più facile a dirsi che a farsi, ma l’Inter di Champions ha dimostrato più volte di non avere limiti. Neanche il cielo, blu come quella metà di Manchester che li aspetta in Turchia.

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Simone Inzaghi, 47 anni, è alla seconda stagione alla guida dell’Inter: in nerazzurro ha vinto 2 Supercoppe e 2 Coppe Italia
ANSA La guida nerazzurra Simone Inzaghi, 47 anni, è alla seconda stagione alla guida dell’Inter: in nerazzurro ha vinto 2 Supercoppe e 2 Coppe Italia

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