Pep raddoppia!
LA FA CUP È DEL MANCHESTER CITY «ORA CONCENTRATI SULL’INTER»
Guardiola: «Solo la Champions ci darà il riconoscimento che meritiamo»
Pep Guardiola ha baciato l’FA Cup come se fosse la donna più bella della sua vita. Ma lasciata la festa per l’ennesimo trionfo del suo City, quella coppa alzata a Wembley battendo 2-1 il Manchester United, pensa subito al prossimo trofeo. «Lo sappiamo quello che dobbiamo fare: abbiamo avuto stagioni eccezionali, ma dobbiamo vincere la Champions League per avere il riconoscimento che questa squadra merita - ammette nella pancia di Wembley, mentre i suoi giocatori sono negli spogliatoi a coccolarsi la coppa -. Ci siamo divertiti, abbiamo vinto tanto ma quella ancora no. E dobbiamo farlo».
Istanbul
La testa del City è andata a Istanbul subito dopo aver chiuso con lo United, subito dopo che il capitano Ilkay Gündogan, uomo partita con la sua doppietta, ha ricevuto dal Principe William (l’erede al trono d’Inghilterra ma anche il presidente della federcalcio) la coppa che permette alla squadra di Guardiola di completare la seconda tappa verso il triplete. E anche Pep comincia a sentire il profumo. «È un privilegio essere ad una vittoria di distanza, essere in una posizione in cui probabilmente non saremo più. Più che il triplete, però, mi esalta l’idea di vincere la Champions. Per me è incredibile che in tre anni abbiamo giocato due finali e siamo arrivati in una semifinale, ma adesso dobbiamo vincerla». È per questo che, prima di concentrarsi sullo United, si è messo a studiare l’Inter per un giorno e mezzo e continuerà a farlo. «L’ho detto spesso ai giocatori: dimenticatevi del triplete, di quello che dice la gente: concentratevi solo su cosa dobbiamo fare per vincere quella partita. Sul nostro avversario, su chi è l’Inter come squadra, su come si muovono, sui loro punti di forza e le debolezze, sugli spazi che concedono. Se vogliamo vincere la Champions, dobbiamo essere concentrati sull’Inter, perché loro lo saranno su di noi». Il primo nodo sarà valutare le condizioni di Bernardo Silva, che ha sfilato in zona mista a Wembley zoppicando e con la caviglia sinistra fasciata, Kyle Walker, uscito nel finale per un colpo al petto, e Manuel Akanji, la cui caviglia sinistra ha avuto un incontro ravvicinato con le maniere forti di Casemiro.
Due su tre
La vittoria sullo United è il trampolino di lancio perfetto per Istanbul. Il City ha vinto con merito, trascinata dalle magie di Gündogan, capitano che rischia di andarsene ma che ha segnato due gol spettacolari e giocato da migliore in campo. Il 3-2-4-1 di Pep ha fatto ancora la differenza, con John Stones grande protagonista in mediana e Kevin De Bruyne illuminante coi suoi assist. Guardiola ha detto che i suoi hanno giocato una gran partita, ma non sono stati perfetti: sembrava che mancasse loro un po’ di ritmo, che le due settimane senza partite vere, dopo il clamoroso show col Real Madrid da cui è arrivato il biglietto per Istanbul, abbiano aggiunto ruggine ad una squadra che si era abituata a rendere al massimo giocando ogni mercoledì e sabato. Non è un caso che i campioni siano andati in difficoltà nel finale, dopo aver colpito col gol più veloce nella storia dell’atto conclusivo dell’FA Cup e aver controllato il gioco anche dopo il pari di Bruno Fernandes al 33’ grazie ad un rigore fiscale per mani di Grealish che la Var ha visto prima di tutti. Come ha ripetuto spesso Pep, però, in una finale non conta il passato o quello che ti aspetta, ma il modo in cui giochi in quei 90’ (più recupero). E in questi 90’ di Wembley, il City ha giocato meglio dello United, troppo condizionato dalle assenze in avanti e dalla condizione negativa di alcuni uomini chiave (Christian Eriksen e Sancho su tutti) per poter pensare di fare di più che provare a pungere in contropiede. «In generale abbiamo comunque avuto le occasioni migliori - ricorda Guardiola con una punta d’orgoglio -. Penso che abbiamo giocato un’ottima partita, prendendoci tanti ritmi perché loro in attacco sono sempre una minaccia. Alla fine comunque ha vinto la squadra migliore». È da qui che riprende la missione triplete: dalle due coppe già in bacheca, da una terza da inseguire sabato prossimo a Istanbul sapendo che può portare nella leggenda.