La Gazzetta dello Sport

Coppe e saluti Il tedesco scade e pensa al Barça

Il tecnico, suo vicino di casa, non vuole perdere il capitano. Il club ci prova, ma è dura

- CORRISPOND­ENTE DA LONDRA d.c.

Ha deciso la finale di FA Cup, eppure a fine stagione potrebbe andarsene. È la strana storia di Ilkay Gündogan, il 32enne capitano e primo acquisto dell’era Guardiola a cui potrebbe rimanere solo una partita da giocare nella squadra in cui è diventato grande. Il problema è che ha il contratto in scadenza a fine mese e che finora tutti i tentativi di farglielo rinnovare sono andati a vuoto. «Ilkay ha un talento eccezional­e e sasabe-bene quello che penso di lui - ha detto Guardiola -. Siamo viciniini di casa, condividia­mo un pianerotne­rottolo. Spero che il club riescasca a convincerl­o a restare, magari agari vincere un’altra coppa aiuteràerà».

Contratto

Finora il problemaem­a è stata l’età: Gündogan a 32 anninni si sente ancora un top player, men-mentre il City storicamen­te coi gioca-iocatori della sua età preferisce­e non impegnarsi per più di una stagio-agione. Impensabil­e dire sì a questeuest­e condizioni per uno che può chiudere sollevando Premier,er, FA Cup e Champions (Inter permet-rmettendo, ovviamente) e che è anco-ancora fondamenta­le negli ingranaggi­naggi di Guardiola, uno che sa esseresser­e decisivo anche in una finalee sto-storica come il primo derby di sem-sempre col Manchester Utd che asse-assegna la coppa d’Inghilterr­a. Il City nell’era Guardiola non ha mai lasciato andare uno ancora così determinan­te. La dirigenza ci proverà ancora, ma il rapporto sembra essersi rotto per mesi di trattative e incomprens­ioni, tanto da essere diventato argomento tabù (l’ufficio stampa ricorda prima di un’intervista che le domande sul futuro sono vietate) e che Gündogan ha da tempo cominciato ad ascoltare le grandi d’Europa, col Barcellona che sembra sicuro di averlo convinto, visto che le altre big di Premier sono tabù.

Decisivo

Guardiola e i tifosi del City sperano che il capitano possa ancora cambiare idea. Perché sa fare cose meraviglio­se come la doppietta allo United che include il gol più veloce della storia delle finali dell’FA Cup, e sa gestire come nessuno il centrocamp­o dei campioni, facendo la spola tra mediana e attacco e adattandos­i sempre a quello di cui la squadra ha bisogno, che siano i gol o la difesa. Lui, da buon capitano, dopo aver sollevato la coppa d’Inghilterr­a sposta l’attenzione sul prossimo traguardo. «Abbiamo la chance di fare triplete e non vogliamo lasciarci scappare questa chance - ha detto nella pancia di Wembley, con la medaglia di re dell’FA Cup al collo -. Posso promettere ai nostri tifosi che faremo di tutto per vincere a Istanbul». Di promettere che resterà per ora non se ne parla.

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