La Gazzetta dello Sport

Sarri col sorriso nella sua Empoli Nell’era di Lotito mai così in alto

Romagnoli e Luis Alberto in gol: l’allenatore chiude dietro al Napoli con 10 punti in più rispetto al ‘21-22 Applausi anche per i toscani già salvi da tempo Festa

- di Pierfrance­sco Archetti INVIATO A EMPOLI (FIRENZE) ANSA

Maurizio Sarri, che qui a Empoli debuttò in Serie A, chiude nelle sue terre toscane un campionato eccellente: il secondo posto è il piazzament­o più elevato dell’era Lotito e con 74 punti l’allenatore segna un +10 rispetto alla sua prima stagione biancocele­ste, finita alla quinta piazza. Da gustare nella parte laziale della capitale il ritorno in Champions dopo tre anni e i due derby vinti, con la quarta posizione finale consecutiv­a davanti alla Roma. Meno gradevoli i percorsi nelle coppe, e con cinque italiane nelle semifinali internazio­nali anche la Lazio poteva scavarsi un posticino, ma gli infrasetti­manali rimarranno il nervo scoperto del pensiero sarriano. La Lazio vicecampio­ne (quarta volta nella sua storia) poi si giocherà anche la nuova Supercoppa italiana, mentre i milioni del posto d’onore (circa cinque in più della terza) faranno comodo sul mercato.

I motivi Finisce fra gli applausi anche l’Empoli, salvo già da tempo. Ma con la terza vittoria consecutiv­a, la Lazio chiude onorando il torneo: alla flessione del mese scorso è seguita la risalita conclusiva, utile a non finire con l’ansia dell’euro-piazzament­o. Non prende gol e Provedel eguaglia il record di 21 partite senza incassare reti: come lui soltanto Buffon, Sebastiano Rossi e De Sanctis. La rete che indirizza la notte, prima del raddoppio al 92’ di Luis Alberto, viene firmata da Romagnoli, un giocatore simbolo, il difensore-tifoso preso a zero l’estate scorsa e che ha mostrato un rendimento dei tempi belli. Si trasforma in centravant­i, perché nessuno dei suoi compagni riusciva a superare il formidabil­e Vicario, ma molti meriti del primato di clean sheet vanno anche a lui, leader a tutto tondo. Le facce dei tanti tifosi laziali in tribuna sono rilassate e sorridenti già prima del via, come riflesso delle sventure dei vicini gialloross­i nella finale di Europa League. Figurarsi alla fine, dopo il 2-0 cesellato con 11 tiri in porta a uno (bravo anche Provedel all’89’ su Cambiaghi). L’Empoli, con il 42-3-1 che si stringe in 4-4-2 senza palla, resta corto e cerca di chiudere le vie centrali alle verticaliz­zazioni dei sarriani, ma si sfilaccia dopo un inizio corposo.

I protagonis­ti Guglielmo Vicario cominciò la stagione scorsa la sua avventura empolese con un debutto diciamo poco felice proprio contro la Lazio, ma poi è cresciuto fino a diventare uno dei miglior portieri di A. In quella che sarà la sua ultima presenza qui, lascia un buonissimo ricordo fermando tanti tentativi sempre più insistenti. Ma il duello principale è con Immobile, capitano testardo cui Vicario nega almeno in tre scene il gol. Il capolavoro del portiere è una deviazione con la punta delle dita, a fine primo tempo. Poi viene cambiato prima del fischio finale per prendersi una meritata ovazione.

Empoli soddisfatt­o Anche l’Empoli ha un saldo positivo: i 43 punti sono due in più della scorsa annata, in questa c’era l’incognita del nuovo allenatore ma Paolo Zanetti non ha mostrato cedimenti acuti; quando si è parlato di mini crisi il tecnico l’ha risolta cambiando sistema (da 43-1-2 a 4-2-3-1) e la squadra nello sprint finale si è risollevat­a. Il galà della salvezza anticipata si è tenuto due giornate fa, con il 4-1 interno sulla Juve e fra i gioielli stagionali c’è pure il successo a San Siro contro l’Inter. A Empoli combinano la gestione famigliare del presidente Corsi al buon calcio e a un raccolto florido dal vivaio. Alcune cessioni sono necessarie per mantenere lo status, Vicario e Parisi sono i prossimi a partire come fecero un anno fa Viti e Asllani più Ricci, mentre i ragazzi Baldanzi, Fazzini e Guarino dovrebbero restare un altro anno per maturare. Ma le vie del mercato sono indefinibi­li.

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La coreografi­a del pubblico di Empoli per festeggiar­e la salvezza

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