Un re sempre più nudo Per Messi solo fischi nell’ultima con il Psg
Anche Sergio Ramos saluta il club, ma per lui applausi da tutto lo stadio dopo due stagioni importanti a te
Capocannoniere Mbappé re dei bomber per la quinta volta di fila
Un addio tra i fischi. Di frustrazione certo, però fondamentalmente ingiusti. Ma è la legge del Parco dei Principi che neanche all’ultima gara ha perdonato Leo Messi. Troppa la delusione, proporzionale all’entusiasmo che l’argentino aveva suscitato al suo arrivo due estati fa. Messi fu accolto da un re e come un re è stato simbolicamente ghigliottinato, quando non è riuscito a fare la differenza in Champions League. Il Psg anche con Messi è uscito per due anni di fila agli ottavi e così è arrivato il divorzio, anche se un vero e proprio matrimonio non c’è mai stato tra il sette volte Pallone d’oro e il club dell’emiro del Qatar, ieri in tribuna. Il Psg ha chiuso la stagione con l’undicesimo titolo, un record, ma con una brutta sconfitta casalinga con il modesto Clermont (2-3), e quindi solo con un +1 in classifica sul Lens. Tre le note positive della serata: Mbappé ancora capocannoniere, da capitano; il gol d’addio di Sergio Ramos, applaudito, lui; e l’omaggio rivolto a Sergio Rico, ricoverato in gravi condizioni in Spagna dopo l’incidente subìto in una caduta da cavallo.
Rottura L’addio di Messi invece è stato ufficializzato poco prima del fischio d’inizio, ma la decisione era nota da settimane. Anche se a gennaio, sembrava che il rapporto potesse continuare, trasformando il terzo anno in opzione in un biennio. La trattativa si è invece arenata con l’uscita dalla Champions. La rottura si è concretizzata a inizio maggio, quando Messi ha saltato un allenamento per sponsor personali, volando in Arabia Saudita, dove lo attende un biennale da 1,2 miliardi di euro. Il Psg lo ha punito sospendendolo per due settimane, ridotte a una dopo le scuse via social. Ed è stato quello il punto di non ritorno.
Numeri E così Messi se ne va, lasciando in eredità due titoli di campione di Francia, entrambi formalizzati con un suo gol. Ma non basta, almeno per gli ultrà della curva Auteuil che l’hanno insultato davanti alla sede del club, dandogli del mercenario, assecondati dai media francesi che ne hanno criticato il rendimento al di sotto delle aspettative. A 36 anni non è più il Messi dei tempi del Barcellona che divorava ogni avversario, ma dopo un’annata di adattamento, l’argentino in questa stagione ha prodotto 16 gol e vincendo la classifica degli assist (16) in Ligue 1: unico a queste quote nei cinque principali campionati europei. Dove è salito a 496 reti, negando il primato a Ronaldo. Dal suo arrivo, nessuno nell’Europa che conta ha firmato almeno 30 assist. Numeri importanti, ma individuali, come i 4 gol e 4 assist in Champions, ma non agli ottavi. Messi non è mai diventato un leader: ieri è stato fischiato all’annuncio della formazione, dopo i fuochi d’artificio finali e soprattutto quando ha sbagliato un gol a porta vuota al 9’ della ripresa.
Gol Poco dopo è arrivato il gol vittoria del Clermont, squadra con bilancio 28 volte inferiore del club parigino. Un risultato a immagine della stagione del Psg partito a razzo e arrivato arrancando all’undicesimo titolo. Ramos ha aperto le marcature di testa (16’), applaudito dallo stadio cui ha rivolto i suoi omaggi. Il raddoppio è di Mbappé, su rigore. Ma poi c’è stata la rimonta degli ospiti, facilitata dagli errori di Verratti e Donnarumma (Gastien, 24’ e Zeffane 46’ p.t.), e conclusa da Kyei (18’ s.t.). Messi invece ha fallito il pari su una punizione propizia allo scadere, prendendosi altri fischi. Per lo meno, con 29 gol all’attivo, Mbappé resta da capocannoniere per la quinta volta consecutiva. In passato c’erano riusciti soltanto Papin, Lewandowski e Messi, appunto. E il Parco dei Principi ha scelto il francese. Altri verdetti: Rennes in Europa League, Lilla in Conference, retrocedono invece Auxerre, Ajaccio, Troyes e Angers.