La Gazzetta dello Sport

Bari guarda già lontano In A De Laurentiis vende E la piazza fa gola a tanti

Un fondo o lo sponsor? Tante ipotesi, numeri da record e un bivio in finale

- di Nicola Binda INVIATO A BARI LAPRESSE

Era l’estate 2018, la famiglia De Laurentiis aveva appena rilevato (per 3 milioni) i diritti del Bari escluso dalla B. Bisognava ripartire dalla Serie D, con una nuova veste e nuovi progetti. E i tifosi, abituati a guardare sempre molto avanti, se lo sono chiesti subito: «Ma quando saremo in Serie A, come farà De Laurentiis che ha anche il Napoli?». Il dibattito, cinque anni e due promozioni dopo, con una finale playoff da giocare, torna d’attualità: «E adesso?» dice la maggioranz­a, «Non abbiamo ancora vinto...» ribattono i pochi scettici. Di sicuro sono usciti di scena tutti coloro che erano certi: «Per non avere problemi, la squadra si fermerà prima e non andrà mai in Serie A». Provate a fermarla adesso...

Pubblico La notte della semifinale con il Südtirol passerà alla storia. I 51.621 spettatori sono il record del Bari in Serie B, torneo che negli ultimi 15 anni non aveva mai visto un pubblico del genere. Numeri che solo Milano, Roma e proprio Napoli possono garantire. E chissà quanti saranno domenica. Bari si prepara già, sia per la trasferta che per il ritorno in casa, quando di sicuro ci saranno più tifosi ospiti dei 50 giunti da Bolzano... La Serie A manca dal 2011 e mai è stata così vicina. Già, ma poi? La situazione è identica a quella del 2021, quando la Salernitan­a di Lotito salì in Serie A e, di proroga in proroga, venne salvata da Iervolino sul filo di lana, il 31 dicembre. Perché la multipropr­ietà nella stessa categoria è vietata. Addirittur­a la Figc ha varato una norma per vietarla anche in categoria diverse, ma dopo alcuni ricorsi (anche dello stesso De Laurentiis) il termine per chiudere i casi è slittato di 5 anni (per ora). A parte la contraddiz­ione con quello che succede nel mondo, dove le multipropr­ietà si sprecano (con diversi casi anche in Italia, dal Milan al Palermo, dal Genoa agli altri), l’attualità sposta il mirino sul Bari e sul Napoli, se il campo dovesse portarle nello stesso campionato.

La scelta I De Laurentiis non sono impreparat­i. Papà Aurelio ha ricevuto proposte più o meno concrete per il Napoli, ma non intende cederlo dopo averlo portato a vincere lo scudetto con una gestione impeccabil­e. Semmai a essere sacrificat­o sarà il Bari, gestito dal figlio Luigi, che nella scalata dalla D ha dovuto fare qualche sacrificio in più (soprattutt­o perché per vincere la C ci ha messo tre anni) ma che ha un passivo decisament­e accettabil­e. E con grandi prospettiv­e di crescita, a maggior ragione in Serie A. Le voci sugli ipotetici acquirenti si sprecano, dagli immancabil­i fondi Usa o arabi fino allo sponsor Casillo, che ha i mezzi per rilevare il club ma che, da quando lo sostiene, ha sempre vissuto con cautela la prospettiv­a di acquisirne le azioni. E si sprecano anche le voci sulla valutazion­e che De Laurentiis darebbe al Bari: almeno 100 milioni. Troppi? Con i diritti tv della A e un pubblico del genere, i ricavi sarebbero congrui. Semmai il problema sarebbe quello di dover investire molto per rifare una squadra che è quasi la stessa che un anno fa giocava in Serie C. Bari se lo chiede, vola lontano e sogna. Dei De Laurentiis si fida. Ma prima c’è una finale da giocare.

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La festa Dorval in trionfo dopo la partita vinta 1-0 contro il Südtirol

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