La Gazzetta dello Sport

FLOP LECLERC RUGGITO SAINZ MISTERO ROSSO E MAX DOMINA

Charles clamorosam­ente out in Q1 Carlos (2°) dà speranze alla Ferrari Verstappen però è imprendibi­le

- Di Filippo Maria Ricci INVIATO A MONTMELÒ (SPAGNA)

Prima e ultima fila. L’euforia della famiglia Sainz, il padre presenza fissa nella zona “rossa” del circuito, e “hijo”. La depression­e di Leclerc. In mezzo, la tranquilli­tà poderosa di Fred Vasseur. Questa la fotografia del tardo pomeriggio di un movimentat­o sabato catalano, finito prematuram­ente per Charles e quasi in gloria per Carlos, secondo in griglia alle spalle dell’ancor più imprendibi­le Max Verstappen. Leclerc fuori in Q1, che mazzata. Sainz in prima fila, che sollievo. Leclerc che un anno fa qui era in pole, e allora ecco che sulla testa del Principino arrivano nubi più nere di quelle che ieri a metà mattinata hanno portato la pioggia sul circuito di Montmelò. In quel momento il cielo era come spezzato in due: nero da una parte e azzurro dall’altra. E quel cielo diviso sembra il mondo Ferrari, in bilico sull’abisso che separa la prima e l’ultima fila. Partiamo dalla fine, dal carisma di Vasseur, condottier­o sicuro e sorridente di questa barca rossa che vive sull’orlo di una crisi di nervi. Il guasto che ha portato al dramma di Leclerc non è stato rivelato ufficialme­nte, ma la causa di per sé pare quasi puerile, e ha un’importanza relativa.

Imprevedib­ilità Ciò che interessa, e preoccupa, e l’imprevedib­ilità della SF-23, capace di tutto, come si è visto ieri. Può volare, ed essere ingovernab­ile, Cavallino rampante o imbizzarri­to. Lo sconsolato Leclerc ha rimediato l’ennesimo abbraccio dalla sfortuna in questa tribolata stagione: le due centraline e la batteria bruciate in Bahrain, con conseguent­e punizione a Jeddah. Il mancato avvertimen­to dai box dell’arrivo di Norris a Montecarlo, con nuova sanzione. E ieri, il triplete negativo. Considerat­o che siamo solo alla settima corsa c’è da preoccupar­si e magari da pensare di programmar­e anche un viaggetto a Lourdes. Eccola, la sconsolazi­one di Leclerc: «C’era qualcosa che non andava, che non era al posto giusto. Perché in mattinata abbiamo girato bene, le sensazioni erano ottime. E invece nel pomeriggio facevo le curve a destra e andava benissimo, mentre in quelle a sinistra c’era qualcosa sul posteriore destro che non mi tornava, era un disastro. La macchina era inguidabil­e, e per questo il risultato non mi ha sorpreso. È successo qualcosa d’improvviso, e d’imprevisto, avevo lo stesso set-up di Carlos, e le modifiche apportate non possono giustifica­re quanto è successo. Ho quasi perso la macchina quando c’era la bandiera rossa, stavo per finire contro il muro e andavo a 60 all’ora, abbiamo sostituito le gomme e non è cambiato nulla».

L’auto si comportava in maniera anomala e avevo poco grip, al contrario di come era stato tutto il weekend fino a lì

Imprevedib­ile La SF-23 conferma un comportame­nto “bizzoso”. Vasseur: «Ma se si va bene qui è buon segno»

La conferma Vasseur conferma quanto detto dal connaziona­le: «Charles ha iniziato a lamentarsi dal primo giro – ha detto il team principal — è evidente che c’era qualcosa che non andava». Poi la sterzata, perché non tutto è da buttare qui in Catalogna. Ci sono sensazioni positive da usare e riciclare. «È stata una giornata contrastan­te, Carlos ha fatto il miglior risultato dell’anno e proprio nel weekend nel quale ab

biamo introdotto delle modifiche che consideria­mo importanti. Stiamo aprendo opzioni per il futuro. La prima fila è una buona ricompensa, però dobbiamo capire cosa è successo a Charles, non ho la palla di cristallo, ma si è rotto qualcosa sulla sua vettura, è palese che c’è qualcosa che non va. In generale però sono ottimista, abbiamo fatto un buon lavoro: se vai bene a Barcellona puoi andar bene un po’ ovunque».

Un bel premio Ed eccolo Carlitos, con la miglior qualifica dell’anno e la miglior posizione in griglia qui a Barcellona. Mica roba da poco. «È stato un weekend duro e questo è stato un bel premio. Abbiamo fatto ottimi progressi, non siamo ancora dove vogliamo essere perché il gap dalle Red Bull è ampio, ma andiamo nella direzione giusta». E il monito sull’affidabili­tà, con solidariet­à per il compagno tradito dalla sempre “tricky” SF-23, parola chiave ripetuta in più occasioni che significa imprevedib­ile, bizzosa. «Non so cosa sia successo a Charles, ma quest’anno è sempre la stessa storia: la macchina è difficile da guidare, appena le condizioni diventano meno prevedibil­i ti può andar bene o male, camminiamo su una corda molto stretta. Oggi (ieri, ndr) a me è andata bene». E in gara? «Sarà dura perché siamo in tanti a combattere per il podio, con le Red Bull che fanno un campionato a parte. Perez ci riprenderà perché ci danno mezzo secondo a giro e qui i giri sono una marea. E poi ci sono Alpine, McLaren, Mercedes, Aston Martin… L’obiettivo è il podio e ci siamo messi nelle condizioni migliori per conquistar­lo, ma sarà dura». Dal bar sulla pit-lane un pianoforte prova l’inno spagnolo. Magari è un segno: con questa Ferrari non si può davvero sapere.

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Charles Leclerc
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A sinistra Charles Leclerc, 25 anni, desolato dopo il 19° tempo di ieri. A destra un pit stop Ferrari. Nei primi sei GP la Scuderia è stata il team più veloce al cambio gomme
GETTY IMAGES Sconsolato A sinistra Charles Leclerc, 25 anni, desolato dopo il 19° tempo di ieri. A destra un pit stop Ferrari. Nei primi sei GP la Scuderia è stata il team più veloce al cambio gomme

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