FLOP LECLERC RUGGITO SAINZ MISTERO ROSSO E MAX DOMINA
Charles clamorosamente out in Q1 Carlos (2°) dà speranze alla Ferrari Verstappen però è imprendibile
Prima e ultima fila. L’euforia della famiglia Sainz, il padre presenza fissa nella zona “rossa” del circuito, e “hijo”. La depressione di Leclerc. In mezzo, la tranquillità poderosa di Fred Vasseur. Questa la fotografia del tardo pomeriggio di un movimentato sabato catalano, finito prematuramente per Charles e quasi in gloria per Carlos, secondo in griglia alle spalle dell’ancor più imprendibile Max Verstappen. Leclerc fuori in Q1, che mazzata. Sainz in prima fila, che sollievo. Leclerc che un anno fa qui era in pole, e allora ecco che sulla testa del Principino arrivano nubi più nere di quelle che ieri a metà mattinata hanno portato la pioggia sul circuito di Montmelò. In quel momento il cielo era come spezzato in due: nero da una parte e azzurro dall’altra. E quel cielo diviso sembra il mondo Ferrari, in bilico sull’abisso che separa la prima e l’ultima fila. Partiamo dalla fine, dal carisma di Vasseur, condottiero sicuro e sorridente di questa barca rossa che vive sull’orlo di una crisi di nervi. Il guasto che ha portato al dramma di Leclerc non è stato rivelato ufficialmente, ma la causa di per sé pare quasi puerile, e ha un’importanza relativa.
Imprevedibilità Ciò che interessa, e preoccupa, e l’imprevedibilità della SF-23, capace di tutto, come si è visto ieri. Può volare, ed essere ingovernabile, Cavallino rampante o imbizzarrito. Lo sconsolato Leclerc ha rimediato l’ennesimo abbraccio dalla sfortuna in questa tribolata stagione: le due centraline e la batteria bruciate in Bahrain, con conseguente punizione a Jeddah. Il mancato avvertimento dai box dell’arrivo di Norris a Montecarlo, con nuova sanzione. E ieri, il triplete negativo. Considerato che siamo solo alla settima corsa c’è da preoccuparsi e magari da pensare di programmare anche un viaggetto a Lourdes. Eccola, la sconsolazione di Leclerc: «C’era qualcosa che non andava, che non era al posto giusto. Perché in mattinata abbiamo girato bene, le sensazioni erano ottime. E invece nel pomeriggio facevo le curve a destra e andava benissimo, mentre in quelle a sinistra c’era qualcosa sul posteriore destro che non mi tornava, era un disastro. La macchina era inguidabile, e per questo il risultato non mi ha sorpreso. È successo qualcosa d’improvviso, e d’imprevisto, avevo lo stesso set-up di Carlos, e le modifiche apportate non possono giustificare quanto è successo. Ho quasi perso la macchina quando c’era la bandiera rossa, stavo per finire contro il muro e andavo a 60 all’ora, abbiamo sostituito le gomme e non è cambiato nulla».
L’auto si comportava in maniera anomala e avevo poco grip, al contrario di come era stato tutto il weekend fino a lì
Imprevedibile La SF-23 conferma un comportamento “bizzoso”. Vasseur: «Ma se si va bene qui è buon segno»
La conferma Vasseur conferma quanto detto dal connazionale: «Charles ha iniziato a lamentarsi dal primo giro – ha detto il team principal — è evidente che c’era qualcosa che non andava». Poi la sterzata, perché non tutto è da buttare qui in Catalogna. Ci sono sensazioni positive da usare e riciclare. «È stata una giornata contrastante, Carlos ha fatto il miglior risultato dell’anno e proprio nel weekend nel quale ab
biamo introdotto delle modifiche che consideriamo importanti. Stiamo aprendo opzioni per il futuro. La prima fila è una buona ricompensa, però dobbiamo capire cosa è successo a Charles, non ho la palla di cristallo, ma si è rotto qualcosa sulla sua vettura, è palese che c’è qualcosa che non va. In generale però sono ottimista, abbiamo fatto un buon lavoro: se vai bene a Barcellona puoi andar bene un po’ ovunque».
Un bel premio Ed eccolo Carlitos, con la miglior qualifica dell’anno e la miglior posizione in griglia qui a Barcellona. Mica roba da poco. «È stato un weekend duro e questo è stato un bel premio. Abbiamo fatto ottimi progressi, non siamo ancora dove vogliamo essere perché il gap dalle Red Bull è ampio, ma andiamo nella direzione giusta». E il monito sull’affidabilità, con solidarietà per il compagno tradito dalla sempre “tricky” SF-23, parola chiave ripetuta in più occasioni che significa imprevedibile, bizzosa. «Non so cosa sia successo a Charles, ma quest’anno è sempre la stessa storia: la macchina è difficile da guidare, appena le condizioni diventano meno prevedibili ti può andar bene o male, camminiamo su una corda molto stretta. Oggi (ieri, ndr) a me è andata bene». E in gara? «Sarà dura perché siamo in tanti a combattere per il podio, con le Red Bull che fanno un campionato a parte. Perez ci riprenderà perché ci danno mezzo secondo a giro e qui i giri sono una marea. E poi ci sono Alpine, McLaren, Mercedes, Aston Martin… L’obiettivo è il podio e ci siamo messi nelle condizioni migliori per conquistarlo, ma sarà dura». Dal bar sulla pit-lane un pianoforte prova l’inno spagnolo. Magari è un segno: con questa Ferrari non si può davvero sapere.