La Gazzetta dello Sport

Verstappen e la Red Bull ancora più dominanti «La macchina è perfetta»

L’olandese sfrutta al massimo la RB-19 e ironizza su Perez, eliminato in Q2. Oggi insegue la vittoria n. 40 Prima fila

- AP f.m.r.

C’è un solo uomo al comando. Ed è sempre lo stesso. Si chiama Max Verstappen e sta uccidendo senza remore il Mondiale 2023. Primo, secondo, primo, secondo, primo, primo. Questi i risultati dell’olandese nelle 6 gare disputate finora. Ieri è arrivata l’ennesima pole: la 24a in carriera (quasi un quarto dei GP corsi), la quarta di questo 2023, la prima qui a Barcellona. Un dominio assoluto, schiaccian­te, e umiliante per il compagno, il sempre più confuso Sergio Perez. L’attonito Checo non ha nemmeno disputato la Q3, stoppato dall’11° tempo rimediato in Q2. Il messicano si è fermato a 1’13”334, mentre il suo compagno era già a 1’12”760 e poi ritoccava ancora il suo tempo scendendo a 1’12”272. Più di un secondo di differenza. Non vogliamo entrare nella testa di Perez, perché avere un compagno così cannibale deve provocare grande frustrazio­ne e insicurezz­a. Quando hanno chiesto a Max del perché tra due vetture uguali ci sia tanta differenza la risposta è stata diabolicam­ente glaciale: «La macchina è andata subito bene, non è mai facile portare al limite una vettura di Formula 1, ma la nostra era perfetta, molto divertente da guidare». Tradotto: se lui non riesce a tirar fuori tutto il potenziale da questa magnifica Red Bull è un problema suo. Carlos Sainz dice che oggi Perez risalirà e finirà sul podio perché le Red Bull fanno un campionato a parte, ma a meno che non succeda qualcosa d’imponderab­ile, la vittoria sarà di Max.

A tavoletta Ieri, seduto accanto a lui Sainz scherzava col vicino di fila di oggi. A Max chiedevano se alla famosa curva modificata dall’abolizione della chicane avesse schiacciat­o a fondo sull’accelerato­re, e cosa ti risponde l’olandese? «No, non ce n’era bisogno, era un rischio inutile». E Carlos: «Dai, prova a farlo in gara, così magari succede qualcosa». E giù a ridere. Tutti e due. Perché la superiorit­à di Verstappen è tale che non crea nemmeno malumore o invidia. No, viene riconosciu­ta e basta.

Obiettivo 40 Campione negli ultimi due anni, sembra impossibil­e che non arrivi al triplete consecutiv­o, anche se siamo ancora a inizio stagione. «Mi sono trovato subito benissimo con la macchina e l’ho spinta rapidament­e al limite – ha detto commentand­o le prove – Nella seconda tornata la macchina potenzialm­ente poteva andare ancora meglio, ma dal box mi hanno detto di evitare di eccitarmi eccessivam­ente, e questo ho fatto». Ecco, in poche parole c’è tutta l’essenza di una superiorit­à tecnica di macchina e pilota che al momento è inavvicina­bile. Verstappen ha vinto 18 degli ultimi 25 Gran Premi, e oggi cercherà la vittoria numero 40 sulla pista dove il 15 maggio del 2016 ottenne la prima: allora era partito quarto, dietro Hamilton, Rosberg e Ricciardo. Era la sua prima gara in Red Bull, chiamato in fretta e furia da Chris Horner a scambiarsi il posto con il russo Daniil Kvyat, mandato in punizione in Toro Rosso. Max aveva 18 anni e divenne il più giovane a fare podio e a vincere nella storia della Formula 1. Sette anni dopo, quella inattesa vittoria si è trasformat­a in una regola ferrea.

 ?? ?? Max Verstappen (a sinistra) e Carlos Sainz: il campione del mondo e il ferrarista scatterann­o dalle prime due piazzole.
Max Verstappen (a sinistra) e Carlos Sainz: il campione del mondo e il ferrarista scatterann­o dalle prime due piazzole.

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