La Gazzetta dello Sport

«Nicolò non si tocca Se vuoi restare al top devi partire da lui»

- di Vincenzo D’Angelo MILANO

«Il club deve stare alla larga dalle tentazioni: “È incedibile”, discorso chiuso»

«Mette qualità in entrambe le fasi di gioco Fa gol e assist: è merce rara »

Se l’Inter vuole continuare a pensare in grande, allora deve sempre partire da Nicolò...

Migliora di partita in partita nonostante sia da tempo tra i migliori. Ha fame, è un esempio

«Ci sono i giocatori forti e poi ci sono i giocatori decisivi. Barella fa parte del secondo gruppo, cioè di quelli che fanno la differenza». Beppe Bergomi è uno che entra sempre in profondità nelle questioni, con analisi attente e sincere. E allora basterebbe analizzare questo passaggio della chiacchier­ata per capire come il mondo Inter si pone di fronte alla possibilit­à di perdere un giorno Nicolò Barella, ritenuto incedibile dal club e intoccabil­e dai tifosi. È un punto di partenza importante, perché una società che ambisce a grandi traguardi e a confermars­i nell’élite d’Europa deve mandare segnali di forza anche alle rivali più facoltose, respingend­o ogni possibile assalto ai suoi gioielli.

► Bergomi, l’interesse delle grandi d’Inghilterr­a per Barella sta spaventand­o il popolo nerazzurro.

«Onestament­e credo sia una cosa normale, anzi, mi stupirei del contrario: come fa Barella a non essere nei pensieri dei migliori club del mondo? Parliamo di uno dei più forti centrocamp­isti d’Europa, che viene dall’ennesima grande stagione e ha dimostrato in Champions di non avere timore di alcun avversario. Credo sia logico vedere il nome di Nicolò accostato a tutte le big internazio­nali, ma da qui a parlare di possibile trattativa o cessione ce ne passa».

► E se dovesse arrivare davvero una super offerta?

«La si registra. E, poi, con garbo si ribadisce lo status del giocatore: “incedibile”. Ecco, credo che se l’Inter vuole continuare a essere protagonis­ta in Italia e in Europa, deve anche avere la forza di rispedire al mittente eventuali proposte indecenti che possono arrivare per Barella. Nicolò deve essere il punto di partenza di qualsiasi progetto del club, nessun dubbio su questo: se la società vuole pensare in grande, allora deve sempre immaginare Barella al centro del suo progetto».

► Che cosa rende Nicolò così speciale?

«Ci sono tante cose che messe insieme lo rendono unico. Intanto è un giocatore di grandissim­a qualità, cosa che non sempre viene sottolinea­ta con la giusta attenzione. Tatticamen­te è sempre impeccabil­e, sa fare le due fasi in maniere determinan­te. E poi, a livello umano, è eccezional­e: sa essere leader in campo e nello spogliatoi­o, sa farsi rispettare, essere da esempio per i più giovani. E ha fame, non si accontenta mai, vuole sempre migliorare».

► Per dirla alla Conte o alla Lukaku, è uno da portarsi sempre in battaglia.

«La faccio ancora più semplice: nel calcio moderno ci sono tanti giocatori forti, molto importanti nei club per cui giocano. Ma poi bisogna saper fare una distinzion­e tra giocatore forte e giocatore decisivo. Barella appartiene a questa seconda categoria, al gruppo di quelli che fanno la differenza. Uno così, se ce l’hai, non pensi di mai di potertene privare».

► Se poi pensiamo al Barella del 2023...

«Negli ultimi mesi ha avuto una crescita incredibil­e. E la cosa assurda è che è già al top da anni, ma comunque di partita in partita aggiunge sempre qualcosa alle sue prestazion­i. Poi ormai è diventato decisivo anche negli ultimi venti metri: un centrocamp­ista che porta gol e assist con una facilità disarmante è merce rara, non solo nel campionato italiano».

► E poi segna e fa assist sempre in modo spettacola­re.

«Il gol al ritorno contro il Benfica è tra i più belli visti in questa edizione di Champions. Ma anche quello dell’andata è stato spettacola­re, col suo solito inseriment­o senza palla e con l’aggiunta del colpo di testa vincente, cosa che non avevamo mai visto in precedenza».

► Cosa deve fare l’Inter per scoraggiar­e definitiva­mente le pretendent­i all’acquisto di Barella?

«Semplice, far passare il messaggio che non esiste un prezzo per il suo cartellino, inutile farsi avanti. Anche perché se ai top club lasci lo spiraglio per imbastire una trattativa, è logico che poi arrivano con l’offerta indecente. E lì poi c’è il rischio di farsi ingolosire... Bisogna stare alla larga dalle tentazioni: Barella non si tocca. Punto».

 ?? ?? Bandiera nerazzurra Beppe Bergomi, 59, ex difensore, all’Inter dal 1977 (vivaio) al 1999: in nerazzurro ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa e 3 Coppe Uefa
Bandiera nerazzurra Beppe Bergomi, 59, ex difensore, all’Inter dal 1977 (vivaio) al 1999: in nerazzurro ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa e 3 Coppe Uefa

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