La Gazzetta dello Sport

«Cinema e calcio Finalmente unisco le mie passioni Io stregato da Totti»

L’attore: «Mi piace il giocatore che spariglia Quello che ora mi diverte di più è Dybala»

- di Elisabetta Esposito

Un film sul calcio è una sfida per qualsiasi regista. Bisogna avere una visione che vada oltre il racconto didascalic­o e soprattutt­o tanto, tantissimo coraggio. Due caratteris­tiche che di certo hanno i Manetti bros, che hanno finalmente realizzato due sogni: fare un film sul loro sport preferito, con quella quota di azione che declina da sempre il loro cinema, e raccontare Palmi, il paese della Calabria in cui hanno trascorso ogni estate. Grazie anche al contributo della Calabria Film Commission, sono ora in corso le riprese di U.S. Palmese, che avrà come protagonis­ta Rocco Papaleo. L’attore lucano appare per la prima volta nel film con in mano una Gazzetta dello Sport, da cui prende spunto per un’idea solo apparentem­ente folle: da tifoso propone di ingaggiare nella squadra di casa un campione escluso dal Milan per il pessimo carattere e pagargli l’ingaggio con una colletta tra tutti gli abitanti di Palmi. Ci riuscirà, altro non si può dire.

► Papaleo, “U.S. Palmese” unisce le sue grandi passioni.

«Sì, il cinema e il calcio. Tra l’altro un calcio di provincia, che conosco bene visto che ho giocato a livello agonistico, arrivando in prima categoria con il Lauria. Certo, sappiamo tutti quanto sia rischioso girare film un sul pallone, ma i Manetti ci possono riuscire: sono un paese esotico del nostro cinema, sono diversi da tutto, sono quelli giusti anche per la loro idea favolistic­a del cinema. Sono certo che troveranno lo sguardo giusto per restituire l’emozione della partita».

► Tra l’altro qui si racconta una Calabria diversa.

«Anche questo mi ha attratto. Esiste un altro Sud rispetto a quello che viene raccontato in tanti film, un Sud che ha uno sguardo poetico. È bene offrire altri punti di vista».

► In che ruolo giocava?

«Ero un falso nueve, un antesignan­o di Baggio, Totti, Zidane, ovviamente a un altro livello... Oggi ci sono Messi e Dybala a dare un senso a quel ruolo, quello dell’uomo che spariglia, un po’ anarchico, il mio preferito anche da fruitore di calcio».

► La storia che racconta la favola sportiva dei Manetti, con un campione strapagato che arriva in un club piccolissi­mo, nel calcio di oggi sarebbe possibile?

«Credo di no, ma è bello pensarlo. I tifosi che fanno una colletta per pagare l’ingaggio, è una roba fantastica... C’è anche il rovescio della medaglia: in un paese di certo non ricco fa un po’ specie pensare di spendere tanto per dei ragazzi che si divertono calciando un pallone».

► Secondo lei si divertono anche i calciatori che fanno questo lavoro ai massimi livelli?

«Sì, io ancora credo in quella parte creativa del calcio, che deve venire dal divertimen­to, da un’emozione, da un’idea poeti

ca. Per diventare un grande calciatore è necessario provare gusto a fare certe cose».

► Il calcio di oggi le piace?

«Quando sento dire che contano solo i soldi scuoto la testa, mi piace pensare che non sia così, altrimenti verrebbe meno tutta la mia passione. È chiaro che ci sia stata una deriva verso la potenza economica, però la poesia del gesto sportivo resta e fa la differenza. Avete visto il gol di Romero al Mondiale Under 20? Alla depravazio­ne economica, gli agenti che lucrano, le plusvalenz­e fasulle, i punti di penalizzaz­ione, le polemiche, risponde questo ragazzetto che fa partire un tiro che è come la pennellata di un pittore. Io che lo guardo vedo una piccola opera d’arte e dimentico quello che c’è dietro».

► Oggi chi è per lei il giocatore più poetico nel senso che mi ha descritto?

«In questo momento non posso che dire Dybala. Se penso al mondo sono ancora legato a Messi, è il giocatore che mi ha emozionato di più negli ultimi anni. Anche se sono stato e resto un Tottiano convinto».

► Papaleo ci spiega il suo tifo per la Roma?

«Da ragazzo ero interista, poi sono venuto nella Capitale per la scuola di recitazion­e e le cattive compagnie, una su tutte, Valerio Mastandrea, mi hanno fatto appassiona­re alla Roma. La chiave però è stata l’Europeo del 2000: quel cucchiaio ironico e strafotten­te di Totti mi ha rapito e mi sono infognato nel romanismo, Non riesco a venirne fuori».

► Della Roma oggi cosa pensa?

«È importante sia rimasto Mourinho, lui ha la garra, riesce a tirare fuori il meglio da tutti. A Roma poi ha dimostrato di essere cambiato, mi sembra sia passato dalla parte dei più deboli. Questa capacità di aggregare mi fa pensare che sia diventato più... di sinistra! Sta dalla parte del popolo e non più da quella delle grandi potenze. Ha fatto bene a rimanere, pronto a lottare. Essere arrivati per due anni consecutiv­i in una finale europea con quello spirito, tutti in trincea, a uno che non deve più chiedere tanto dalla vita può affascinar­e davvero».

 ?? ?? Attore Rocco Papaleo, 64 anni, è nato a Lauria (Pz)
Attore Rocco Papaleo, 64 anni, è nato a Lauria (Pz)
 ?? MANETTI ?? Sul set calabrese Rocco Papaleo insieme con i Manetti Bros. a Palmi, in Calabria, in una pausa delle riprese di “U.S. Palmese”
MANETTI Sul set calabrese Rocco Papaleo insieme con i Manetti Bros. a Palmi, in Calabria, in una pausa delle riprese di “U.S. Palmese”

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy