La Gazzetta dello Sport

Biligha l’uomo in più «È l’energia del Forum Portiamola con noi»

- di Andrea Tosi MILANO CIAMILO

Paul Stephane Biligha è l’uomo degli scudetti: lo ha vinto a Venezia e l’anno scorso a Milano. In gara-5 ha messo un bel carico per continuare questa sequenza vincente. Italiano di Perugia, di origini camerunesi, a 33 anni ha trovato la notte che vale una carriera. La stoppata che ha rifilato a Shengelia e lo schiaccion­e che nel finale della gara ha riportato Milano sul +8 diventeran­no i poster della sua memoria cestistica. «Sono contento - dice il centro di due metri - ma ci tengo a sottolinea­re che questa è una vittoria di squadra. Tutti i 12 giocatori dell’Olimpia che sono scesi in campo hanno fatto qualcosa di buono. Abbiamo lottato e vinto insieme. C’era una bella atmosfera. L’energia del Forum, uguale a quella di un anno fa, ci ha trascinati. Ne sentivamo il bisogno. Ora dobbiamo portarla con noi a Bologna per vincere lo scudetto. Lo vogliamo fortemente».

Azzurro Biligha è un azzurro del Poz, di recente è stato anche capitano della Nazionale. Un pensiero al Mondiale asiatico ci sta: «Sono orgoglioso di vestire la maglia azzurra ma adesso sono focalizzat­o su Milano. Conosco il mio ruolo, non mi offendo se vengo considerat­o un gregario. Anche i gregari sono importanti». In sala stampa Ettore Messina parla quasi sottovoce, anche per i coach cresce la stanchezza: «Vittoria importante e sudata - argomenta il coach -. Abbiamo avuto un grande contributo dalla panchina, in particolar­e da Pippo (Ricci) e Paul (Biligha). Coi quintetti fisici abbiamo nettamente dominato a rimbalzo. Shields che sta giocando una grande finale, giocatore di una volta. Poi Napier ha giocato un buona ripresa e anche Melli. Ricordo quello mi diceva il grande maestro Popovich: “se Parker, Ginobili e Duncan giocano bene tutti gli altri gli vanno dietro ed è più facile vincere”. È così per noi come per tutte le grandi squadre, Virtus compresa. In questa partita abbiamo attaccato di più e meglio l’area come dimostrano i 41 tiri da due contro i 20 da tre». Sull’altra sponda Sergio Scariolo accetta il verdetto: «Compliment­i all’Olimpia ha giocato con più energia e più lucidità di noi - analizza il tecnico virtussino -. Applaudo all’orgoglio dei miei giocatori che non hanno mai mollato, nonostante qualcuno di loro non abbia fatto bene. Adesso torniamo a Bologna e cerchiamo di vincere gara-6.

I nostri errori? Dobbiamo chiederci come abbiamo fatto a rientrare in partita più che recriminar­e su quello che ci è mancato. Degli arbitri non ho mai parlato e continuerò a farlo. In stagione mi sono lamentato solo di un fischio a Treviso. La cattiva partita di Teodosic e Shengelia si spiega con la forte pressione difensiva di Milano, ma anche loro sono umani, una giornata storta può capitare». Don Sergio ha chiamato fuori Re Milos nel terzo quarto senza più riproporlo: «Ho ritenuto di risparmiar­lo in ottica di gara-6. Non era il caso, vista la sua partita non brillante, di affaticare un giocatore di 36 anni. Inutile spremere l’arancia se quell’arancia non dà succo».

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