La Gazzetta dello Sport

E ORA SENZA IL DS IL PRESIDENTE È SEMPRE PIÙ DA SOLO AL COMANDO

Intorno al numero uno del Napoli, ad avere funzioni operative soltanto l’a.d. Chiavelli e lo scout Micheli

- di Maurizio Nicita NAPOLI ALFATER

«Sono io il vostro Cavani». La frase è stata pronunciat­a da Aurelio De Laurentiis nell’estate del 2018, nel ritiro di Dimaro, Val di Sole, dove i tifosi lo incalzavan­o a riprendere il campione uruguaiano che sembrava in quel momento in uscita dal Psg. Quella che allora sembrò una battuta provocator­ia è in effetti una filosofia di gestione aziendale. Lo stesso presidente del Napoli nella notte del 12 maggio, quando uscì dal locale di Chiaia dopo l’ultima cena con Luciano Spalletti, dove apprese che il tecnico sarebbe andato via, ai tifosi che aspettavan­o curiosi lì davanti disse: «State tranquilli, ci sono sempre io», senza far trapelare nulla sull’addio dell’allenatore. Insomma è come se oggi, a cinque anni di distanza di quel paragone con Cavani, De Laurentiis dicesse: «Sono io il vostro Osimhen». E infatti dalla perdita della guida tecnica dello scudetto a quella del direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, il presidente ha deciso di accentrare sempre più i poteri decisional­i. Un uomo solo al comando.

Il cerchio magico Attorno a De Laurentiis l’unico veramente operativo è l’amministra­tore delegato, Andrea Chiavelli, per il resto i più stretti collaborat­ori dell’area tecnica sono il genero Antonio Sinicropi (compagno della figlia Valentina, entrata anche lei nell’area marketing del club) e gli scouting Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani, invidiati da molti club per le loro profonde e smisurate conoscenze. E uno degli effetti collateral­i di questo ulteriore accentrame­nto è che da oggi Micheli e Mantovani sono senza contratto: gli è stato garantito che in ritiro a Dimaro, in Trentino, fra un paio di settimane, gli sarà sottoposto il nuovo accordo da firmare. Ma formalment­e non sono più tesserati per il club.

Niente ds Comunque per questa sessione di mercato De Laurentiis ha deciso di restare con questa formazione dirigenzia­le. Lo stesso Giuseppe Pompilio, rimasto come vice direttore sportivo, ha responsabi­lità limitate essendo considerat­o uno stretto collaborat­ore del “fuggitivo” Giuntoli. Poi a settembre il presidente farà una riflession­e se e quando prendere un nuovo dirigente per l’area sportiva, che resta al momento abbastanza sguarnita. Ma siccome fatti e numeri sono dalla parte del produttore cinematogr­afico, fino a prova contraria ha ragione lui. E finalmente la piazza gli riconosce una fiducia, dopo questa annata straordina­ria, che prima non gli attestava nonostante tre coppe Italia e una Supercoppa vinta, riportando il Napoli dalla serie C a essere stabile inquilino competitiv­o nelle coppe europee.

Parla Spalletti E a sostegno della società parla Luciano Spalletti, che ieri, nel suo ultimo giorno da tesserato del Napoli, ha ricevuto a Pompei il premio Artis Suavitas 2023, «per la sua alta testimonia­nza educativa nello sport». Il tecnico toscano una volta in più ha parlato del grande amore che ha ricevuto dalla città e che ha cercato di ricambiare con tutto se stesso(«so come hanno fatto sentire me, non oso immaginare Maradona...»). E quando gli è stato chiesto di commentare l’addio di Cristiano Giuntoli ci ha tenuto a sottolinea­re: «Parlare di calcio in questa serata è difficile, penso che la miglior cosa da fare sia lasciarli lavorare in tranquilli­tà per metterli nelle condizioni migliori per il prossimo campionato. Questa società ha fatto vedere di conoscere quella che è l’esigenza di una piazza così importante come quella di Napoli». Insomma chi si aspettava una coda velenosa, questa non c’è stata. E i contratti c’entrano relativame­nte: Spalletti è sereno nel giudizio di un club che ha dimostrato grande competitiv­ità.

No organigram­ma E i risultati eccellenti, dell’unico club che coniuga buona amministra­zione con uno scudetto vinto in economia, fanno passare in secondo piano degli aspetti sicurament­e curiosi. Sul sito ufficiale del Napoli non c’è un organigram­ma societario dai quali si evincano i ruoli dirigenzia­le. Solo una polposa biografia del presidente. In compenso però, e quello non è sicurament­e un obbligo, sono pubblicati gli ultimi tre bilanci depositati. Qui si può leggere del consiglio di amministra­zione dove oltre al presidente troviamo la moglie Jacqueline Baudi e i figli Edoardo (vice presidenti) e Valentina consiglier­e insieme all’unico “estreneo”, Andrea Chiavelli. Una cerchia molto ristretta, ma la cosa più importante da leggere è quei conti in ordine che consente oggi al Napoli non solo di essere campione d’Italia ma anche il club più solido.

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Da 19 anni al timone Aurelio De Laurentiis, 74 anni, dal 2004 patron del Napoli

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