Kolasinac per l’EuroDea Esperienza e forza E ora l’Atalanta punta su Bakker
Il ritorno nelle coppe determina il mercato: dopo l’ex Arsenal, ora nel mirino anche Toure (Almeria) e Holm (Spezia)
A19 anni e mezzo, Sead Kolasinac assaggiò per la prima volta la Champions League: Montpellier-Schalke 1-1. Da quel momento, il figlio di un operaio della Mercedes immigrato in Germania dalla Bosnia ha sempre inseguito l’Europa: con l’Atalanta non la perde. Quando nel 2017 lasciò lo Schalke, disse che lo faceva per avere un posto stabile di livello internazionale. Aveva sei pretendenti, secondo i rumors tedeschi: Milan, Juve, Roma, Manchester City, Liverpool e Arsenal. Almeno uno era giusto. All’Arsenal si dimostrò subito uomo da coppa, anche se era il Community Shield, la Supercoppa inglese: un gol al debutto assoluto, di testa, per portare il match ai rigori e favorire il successo dei Gunners. Poi non si è ripetuto spesso, ma segnare non è il suo mestiere. Nato difensore centrale, stabilizzatosi come esterno sinistro di corsa più che di dribbling, ora è tornato spesso alle origini. Per questo ruolo, centro-sinistra nel trio arretrato, l’Atalanta ha deciso di prenderlo. «Kolasinac ha la forza di un bue» disse di lui Norbert Elgert, allenatore-leggenda delle giovanili dello Schalke: uno che ha formato decine di campioncini fra cui anche Manuel Neuer, Mesut Özil, Leroy Sané. Se a Londra Kolasinac è diventato famoso più per aver fermato a mani nude due rapinatori, il passaggio a Marsiglia lo ha riportato nell’Europa della grande Champions. Ma anche in nerazzurro i viaggi nel continente saranno possibili.
Sempre Europa L’entusiasmo per la Euro-Dea, dopo un anno di stop, si incastra con le tracce di mercato: serve gente da Europa. Kolasinac fa parte di questo gruppo, Mitchel Bakker pure. Il laterale sinistro del Leverkusen resta fra gli obbiettivi di Gasp, nel rinnovamento di fascia che è in atto. Interessa sempre Holm (Spezia); Soppy e Maehle sono in uscita, se verrà trovato l’accordo con i sostituti. Anche Hateboer non è sicuro di restare.
Conoscenza Per Kolasinac vale il discorso fatto con Lookman un anno fa, investimento che ha reso nonostante i dubbi iniziali. Prima di arrivare a Bergamo, l’attaccante era passato dal Leicester in cui operava Lee Congerton, poi approdato in nerazzurro come “responsabile dello sviluppo internazionale”. E l’occhio del dirigente che vede ogni giorno il comportamento di un giocatore vale più di mille video e di cumuli di statistiche. Kolasinac a Marsiglia è stato diretto da Igor Tudor, appartenente alla famiglia tecnica gasperiniana tramite Juric, ma soprattutto partner del d.s. nerazzurro Tony D’Amico all’Hellas. Le referenze e il controllo saranno state assidue. Kolasinac nella maturità dei 30 anni può ancora offrire forza e carattere, secondo chi lo ha allenato. E non sarà più un bue come da ragazzo, quando diventò anche campione di Germania Primavera, ma dovrebbe aver anche attenuato alcune esplosioni caratteriali che quasi gli costavano la carriera, quando era allo Stoccarda.
Gli altri posti Nell’Atalanta che riparte dall’Europa League, il portiere sarà Carnesecchi. Da Scalvini (resta o arriva l’offerta irrinunciabile?) dipendono molte strategie. Nel caso, al centro della difesa Hien è preferito a Becao, più da centro destra; Palomino e Demiral sono destinati a partire. A centrocampo è stato preso Adopo, l’asse centrale non dovrebbe cambiare molto. In avanti serve una punta, anche due se Hojlund sarà venduto (vedi Scalvini). Toure dell’Almeria piace, non soltanto a Bergamo.