La Gazzetta dello Sport

Quella Juve in trionfo nell’inferno San Mames

- di Francesco Ceniti

TOUR

Undici baschi contro 11 italiani. Questa è la storia di una vittoria particolar­e: la prima della Juventus in Europa. Stagione 1976/77, qualche mese prima Torino ha festeggiat­o lo scudetto, ma le bandiere erano granata. Tra i bianconeri mugugni e rivoluzion­e (sportiva) in un Paese sotto attacco delle Brigate rosse. Il presidente Giampiero Boniperti chiama in panchina un rampante Giovanni Trapattoni. E la Juve va: in campionato e in Coppa Uefa, dove elimina Manchester City, Manchester United, Shakhtar Donetsk, Magdeburgo e AEK Atene. In finale c’è l’Athletic Bilbao. La Juve ha sul groppone i ko con Ferencvaro­s e Leeds (1965 e 1971), in Coppa delle Fiere. L’orgoglio basco fa paura: andata a Torino e gol vittoria di Tardelli. Il ritorno (18 maggio 1977) è simile all’inferno: al San Mames (dal suo piazzale esterno oggi partirà il Tour) 40 mila tifosi. L’atmosfera è particolar­e: il generaliss­imo Franco è morto da 18 mesi, i Paesi Baschi premono per riavere l’autonomia tolta dal dittatore. La Juve deve perdere, ma dopo 7’ Bettega gela lo stadio. Sembra fatta. Non è così semplice: Irureta pareggia subito. Poi è monologo basco. Boniperti a metà ripresa, sotto una pioggia torrenzial­e, lascia le tribune e si rifugia in un bar: ascolta la radio e beve cognac. Che gli va di traverso a 12’ dal 90°: Carlos fa 2-1. Zoff chiede al Trap quanto manca, poi scuote la testa: «Non ce la faremo mai». E invece sì. La Juve, grazie al gol in trasferta, trionfa. E non finisce qui: il giorno dopo i voli da Bilbao sono stoppati dal meteo. «Andate a Biarritz, mando il mio jet», tuona l’avvocato Agnelli. La domenica successiva il 2-0 in casa Samp vale lo scudetto. In campo sempre 11 italiani: molti di loro diventaron­o campioni del mondo nel 1982. Come direbbe Renzo Arbore: meditate gente, meditate...

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