CARICA MUSETTI «SONO IN CRESCITA SE TROVO DJOKOVIC NON MI SCANSO»
Lorenzo non ha mai vinto nello Slam londinese e agli ottavi potrebbe trovare il serbo: «Punto alla top 10»
Chissà se ascoltando «Yellow» dei Coldplay avrà pensato alle palline gialle che rincorre da una vita? Lorenzo Musetti, a Londra per il Queen’s, ha fatto una scappata a Milano per godersi il concerto della band di Chris Martin, una boccata di normalità prima di tornare sui prati inglesi dove da lunedì si gioca Wimbledon, lo Slam degli Slam. Nessuna distrazione, anzi, una ricarica di energia con la benedizione di coach Tartarini: «Sono arrivato a 21 anni senza aver assistito a un concerto dal vivo, non ho mai avuto tempo — racconta Lorenzo —. Ma stavolta mi è servita una boccata d’aria fresca. Una serata di vita normale per prendere la rincorsa verso Londra».
► E dove vuole arrivare, Lorenzo, con questa rincorsa?
«Non vorrei sembrare troppo umile, ma almeno al secondo turno vorrei arrivarci (il sorteggio lo ha messo al 1° turno contro Varrillas, ndr). Le mie ultime due esperienze non sono state troppo positive, sono uscito subito. Quindi, uno step dopo l’altro, spero di andare avanti maturando e guadagnando consapevolezza».
► Una consapevolezza che parte anche dai buoni risultati raggiunti in queste prime partite sui prati.
«Anche. Non immaginavo di trovarmi così bene e raggiungere questo livello. Ovviamente devo fare ancora esperienza e migliorare tanto, ma pian piano sto capendo come giocare, la strategia da usare su questa superficie. Forse per questo ho fatto un salto di qualità. Sto lavorando ogni giorno su questo aspetto e sono contento. In più ogni settimana, per fortuna o per bravura, sto scalando il ranking come una formichina e questo aiuta a sentirsi più sicuri».
► Giusto per toglierle un po’ di pressione: Wilander a Parigi le ha detto che in lei vede tracce di Federer e lampi di Kuerten.
«Sì, due nomi da nulla... Scherzi a parte, ha nominato Roger, che è il mio mito e il mio preferito da sempre. Guga poi è un personaggio sempre positivo, col sorriso, un esempio di umanità oltre che di altissimo livello tennistico. È un paragone che mi ha riempito di gioia e mi incoraggia a fare sempre del mio meglio».
► Con Matteo Berrettini in difficoltà, lei e Jannik Sinner siete i due osservati speciali per questo torneo.
«Non sottovalutate in partenza Berrettini. Matteo è a Wimbledon e sono contento che voglia provarci, ogni tanto ci sentiamo e spero davvero che possa giocare senza troppi problemi e infortuni. Se lo merita e il nostro tennis ha ancora bisogno di lui».
► Anche Jannik cerca nuove conferme dopo un periodo negativo.
«La sua qualità non si discute. Penso che abbia tutte le possibilità di tornare ai livelli che ci ha fatto vedere a inizio anno. Per me avere Jannik davanti è una spinta a migliorarmi ad avvicinarmi il più possibile. È una rivalità positiva».
► A Wimbledon è finito dalla stessa parte di Novak Djokovic. Pensa che sarà l’anno buono per il Grande Slam del serbo?
«Sarei contento se ce la facesse. Non toglierebbe niente a nessuno, sarebbe il riconoscimento per una carriera formidabile, di un giocatore che si migliora costantemente e cerca di superare ogni ostacolo. Sicuramente a Wimbledon è il favorito, agli Us Open vediamo cosa accadrà. Io comunque cercherò di metterlo in difficoltà se dovessi incontrarlo. Non mi scanserei».
► E Alcaraz? Lo scorso anno l’ha battuto ad Amburgo, ma il
mese scorso a Parigi non c’è stata storia. In cosa è cambiato?
«Carlos è il Re Mida del tennis. Quello che tocca diventa oro. Ma è merito suo, è un giocatore molto aggressivo, prepotente in campo, a livello di gioco. Ha la capacità di imporre la sua aggressività e prendere il pallino del gioco. Al Roland Garros ci ho messo molto del mio, sfilandomi subito dalla lotta».
► Capitolo Rune: al Queen’s è stato vicino a batterlo (e abbatterlo con uno smash).
«Devo dire la verità: a livello di tennis non mi sento lontano da
Rune o Alcaraz. La differenza sostanziale è che in campo spesso hanno più personalità nei momenti importanti. Questa è la vera differenza che noto. Facendo esperienza e giocando partite di questo livello imparerò anche a consolidare questo aspetto importante del gioco e a fortificarmi».
► A volte, quando le cose vanno male, perde la pazienza. Proprio contro Rune l’abbiamo sentita darsi del... cretino.
«A dire il vero mi sono dato proprio del cogli... perché non ho avuto sufficiente coraggio per chiudere la partita. Poi mi sono rivisto e ci sono stati momenti in cui invece ne ho avuto. A mente fredda però è bene analizzare la situazione cercando di trovare gli aspetti positivi. E io ne ho visti diversi».
► Ha ammesso di non sentirsi parte dei migliori al mondo ma la classifica dice il contrario: sarà mica il caso di ravvedersi?
«Il ranking conta e non conta, ma il numero 15 mi fa capire tante cose, e mi spinge all'obiettivo che mi sono posto, ovvero entrare in top 10 e starci stabilmente. Stiamo lavorando per questo e perché possa accadere il più presto possibile». Magari partendo dall’erba. Verde speranza.
L’esempio
«Avere Sinner davanti a me in classifica è uno stimolo per migliorare»