La Gazzetta dello Sport

Garanzia Pedersen «Tutto o niente Ma che dolore...»

Il danese dà la prima gioia alla Lidl-Trek di Guercilena. Battuti Philipsen e Van Aert

- di Ciro Scognamigl­io @CIROGAZZET­TA

Penso al Mondiale di Glasgow, ma il Tour voglio finirlo cercando un’altra tappa

Prima di una grande gioia, può essere necessario passare attraverso una sofferenza altrettant­o grande. Le parole di Mads Pedersen, primo su Philipsen e Van Aert, lo spiegano benissimo: «Gli ultimi metri sono stati dolorosi. Molto dolorosi. A 50 metri dall’arrivo, mi stavo quasi rialzando…». Fortuna per lui che non l’ha fatto. Bravura, anzi. Il 27enne danese era passato nel World Tour con la Trek nel 2017 e ha il contratto fino al 2025: è uno dei simboli del team e in questo senso forse era il migliore che potesse ottenere il primo successo – al maschile, tra le donne ci aveva già pensato Elisa Longo Borghini – da quando la squadra è stata ribattezza­ta Lidl-Trek, alla vigilia del Tour. «Questa volata di Limoges, che saliva leggerment­e, è stata parecchio difficile. E lunga, ma ho avuto le gambe per concluderl­a vittoriosa­mente». Non è mancato un pensiero per Cavendish, ritirato illustre: «Abbiamo sempre avuto una ottima relazione, è triste che una leggenda come lui finisca il Tour in questo modo».

Garanzia Dal Tour 2022 al Tour 2023 passando Vuelta 2022 e Giro 2023: Mads c’è sempre stato, e ha sempre vinto almeno una tappa (a Napoli, nell’ultima edizione della corsa rosa dalla quale poi si era ritirato a causa del Covid). Qualcosa di simile a un assegno circolare. Nella squadra del team manager Luca Guercilena si garantisce che Pedersen abbia una impression­ante capacità di non disattende­re le aspettativ­e: ieri mattina c’era grande fiducia sul fatto che potesse farcela. «Conto di continuare così fino a Parigi. Vero, ho in testa il Mondiale di Glasgow (domenica 6 agosto, ndr) ma il Tour stesso è un obiettivo. Non avrebbe senso ritirarsi prima di aver tentato di conquistar­e almeno un’altra tappa».

Figura Pedersen aveva provato il calcio e il badminton, ama i motori – il pilota di F.1 Kevin Magnussen è delle sue parti – e se fosse un animale scegliereb­be un «orso polare. Mi piace il freddo». Sposato con Lisette, il suo motto è «All or nothing», cioè «Tutto o niente». Di certo da tempo non deve più dimostrare di essere stato un campione del mondo per caso, quando nel 2019 sotto la pioggia di Harrogate il nostro Matteo Trentin gli aveva visto le spalle per il più amaro degli argenti. I più attenti lo avevano capito subito: chi al debutto al Fiandre arriva 2° ancor prima di compiere 22 anni — 2018 - non può che essere un predestina­to. Anche quando non vince, Pedersen è sempre lì. Andiamo a prendere la sua recente primavera: 6° alla Sanremo, 3° al Fiandre, 4° alla Roubaix. Gli manca una classica Monumento, ma sembra solo questione di tempo. Intanto ieri, a Limoges, è passato dalla sofferenza più profonda alla gioia più bella. Gli ci sono voluti pochi istanti.

 ?? BETTINI ?? Iridato 2019 Che potenza Mads Pedersen, 27 anni, campione del mondo 2019, vince a Limoges: Philipsen (2°) è dietro di lui, poi Van Aert (3°) e Groenewege­n (4°). Per il danese 31 centri da pro’, tra cui 6 tappe nei giri
BETTINI Iridato 2019 Che potenza Mads Pedersen, 27 anni, campione del mondo 2019, vince a Limoges: Philipsen (2°) è dietro di lui, poi Van Aert (3°) e Groenewege­n (4°). Per il danese 31 centri da pro’, tra cui 6 tappe nei giri
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Mads Pedersen

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