La Gazzetta dello Sport

«Addio Superlega»

LA JUVENTUS SCEGLIE LA CHAMPIONS COSÌ ABBANDONA IL PROGETTO AGNELLI

- Di Fabio Licari

Dei 12 club originali ne sono rimasti due. Ma A22 lavora ancora

Ora si aspetta la sentenza Uefa sul Fair Play: un anno senza coppe

L’uscita è ufficiale, però ci sono vincoli formali: la società creata con il Real Madrid esiste ancora e prevede pesanti penali

«Juventus conferma di aver iniziato la procedura di uscita dal Progetto Superlega...», dice il comunicato del club arrivato a tarda sera. Ma come: la Juve non era già fuori dal 6 giugno? Non aveva detto «addio Superlega»? Sì, ma per ragioni contrattua­li l’uscita dal vecchio “sogno” deve essere graduale. Necessaria­mente involuto e in politiches­e, perché il tema è complicato, il comunicato significa soltanto una cosa: la Juve si dissocia dal “progetto” creato da Florentino e Andrea Agnelli, ora lo comunica ufficialme­nte. Ma non può uscire come pensava perché la società esiste ancora.

Clausole vincolanti Comunque nessuna sorpresa. È esattament­e quello che è successo a City, Chelsea, Milan e agli altri pentiti della prima ora, fuggiti subito dopo la famosa proclamazi­one di mezzanotte, il 19 aprile 2021, vista la reazione furiosa di governi e tifosi. Sono tutti fuori ma, formalment­e, sono ancora dentro la società creata nel 2021 in Spagna. Rispetto a questi club, la Juve è ancora un po’ più “dentro” perché i legami contrattua­li tra i tre rimasti a lungo sulle barricate — Real, Barcellona e Juve — sono stati resi più vincolanti giuridicam­ente ed economicam­ente in questi due anni. Clausole ora materia per avvocati.

Erano in 12... Recita il comunicato: «Juventus conferma di aver iniziato la procedura di uscita dal Progetto, pur rammentand­osi che, ai sensi delle disposizio­ni contrattua­li applicabil­i, affinché il recesso produca i suoi effetti è richiesto il previo consenso di Real Madrid, FC Barcelona e degli altri club coinvolti nel Progetto Super Lega». Traduzione: ci sono penali e altri obblighi. I club erano 12 in origine. L’unico realmente fuori è l’Inter. Invece Milan (Italia), Chelsea, City, Liverpool, United, Tottenham e Arsenal (Inghilterr­a), Atletico Madrid (Spagna) hanno ancora dei vincoli formali. La Juve diventa il decimo club a dire “addio”. Restano in due: il Real Madrid e il Barcellona, trascinato dalla traballant­e situazione finanziari­a a un’alleanza con il rivale storico.

La Corte Ue Che cosa può succedere adesso? La Superlega è qualcosa di virtuale, in attesa della sentenza della Corte del Lussemburg­o sull’eventuale abuso di posizione dell’Uefa. Secondo l’Avvocato generale, chi partecipa alla Superlega non può stare in Champions: questione di incompatib­ilità. Se la sentenza confermass­e il principio, sarebbe una pietra tombale sul “progetto”. Un’eventuale apertura della Corte Ue cambierebb­e qualcosa, ma lo stesso sarebbe un bel problema organizzar­e un torneo con due squadre (Real e Barça al momento). Le inglesi sono bloccate dal governo. Tedesche (Bayern) e francesi (Psg) hanno detto no addirittur­a prima del via.

Agnelli al lavoro La A22, la società creata per gestire gli interessi della Superlega, è sempre al lavoro. Agnelli e i suoi uomini stanno contattand­o club europei, anche medi, per coinvolger­li, ma le risposte sono negative. Questi club si chiedono perché due anni fa erano fuori da un torneo chiuso e ora sono invitati a lasciare l’Uefa. In realtà, sanno bene che lo scenario è cambiato, che il torneo chiuso è un autogol clamoroso perché mai l’Ue lo ammettereb­be, essendo contrario ai principi europei. E che la nuova situazione è in realtà una lotta per il potere. Agnelli, Florentino, la A22, vogliono sostituirs­i alla Uefa, essere loro gli organizzat­ori (privati) della futura Champions. Il 6 giugno la Juve ha comunicato la decisione di lasciare, ma prima c’era stata una telefonata di fuoco tra Agnelli, informato della decisione, e i nuovi dirigenti, ai quali l’ex presidente ha rinfacciat­o un atteggiame­nto medioevale.

Sentenza Uefa L’uscita della Juve, trattata in gran segreto con l’Uefa, è stata anche una via di fuga da una crisi più profonda. I parametri del Fair Play finanziari­o non rispettati, i processi per plusvalenz­e e stipendi che mettono in crisi il “settlement” con l’Uefa, il rischio di restare fuori dalle coppe per due anni, la prospettiv­a di restare isolati in un’Europa che s’è ricompatta­ta attorno all’Uefa. Ora si attende la sentenza del panel del Fair Play. La prospettiv­a è un anno di stop (niente Conference) e una multa. Proprio perché la Juve non farà appello, accettando un anno di stop, per la sentenza c’è tempo fino a fine luglio: il sorteggio della Conference è il 7 agosto.

 ?? GETTY ?? Bianconeri compatti Tutta la Juve a raccolta prima di un match all’Allianz Stadium: ora i bianconeri aspettano la decisione Uefa sulla Conference
GETTY Bianconeri compatti Tutta la Juve a raccolta prima di un match all’Allianz Stadium: ora i bianconeri aspettano la decisione Uefa sulla Conference

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