La Gazzetta dello Sport

Pulisic tira aria di derby

IL MILAN GIOCA IL JOLLY «VOGLIO LO SCUDETTO E UN GOL ALL’INTER»

- di Marco Fallisi

L’americano ha firmato fino al 2027: «Questo club è leggendari­o Lo porterò in alto con Leao e Giroud»

Per cominciare, Christian Pulisic ha dribblato il jet lag: al secondo giorno da rossonero era già sul campo di Milanello ad allenarsi insieme ai nuovi compagni. Sorrisi con Loftus-Cheek e Tomori, ex Chelsea come lui appena ritrovati al Milan, messaggi al telefono con l’altro ex compagno Giroud (che si è compliment­ato subito) espression­e seria e concentrat­a quando a parlare era Stefano Pioli: «Chiacchier­ando con lui ho sentito che qui c’era la volontà forte di avermi in squadra, anche per il mio ruolo in campo», ha detto Pulisic. Vero, verissimo: il nuovo Milan che sta cambiando pelle ha bisogno di fantasia e duttilità, di gol e di assist, specialità della casa dell’attaccante americano. Se le premesse si tradurrann­o in fatti, al Portello potranno brindare all’affare: un progetto di fuoriclass­e rigenerato in fuoriclass­e vero per una ventina di milioni sarebbe un’operazione capolavoro, altro che algoritmi.

Nuovo inizio Pulisic, nonno croato e bisnonna siciliana, è il quarto acquisto del Milan 202324 dopo Sportiello, LoftusChee­k e Romero, nonché il terzo statuniten­se in rossonero dopo Onyewu e Dest. È, soprattutt­o, il tipico giocatore che sta bene ovunque: accelerazi­oni da ala, dribbling da trequartis­ta, illuminazi­oni per i centravant­i che gli giocano accanto. La sua forza, finora, è stata anche il suo limite: in una squadra, gli “ibridi” alla Pulisic possono distinguer­si per elasticità tattica e talento — come al Borussia Dortmund, dove Christian si era messo in luce da giovanissi­mo — o possono annegarci dentro, come nell’ultima annata malandata al Chelsea. Questione di chimica, allenatori, momenti. Ecco, il Milan vuole diventare il punto di equilibrio tra i due estremi, il progetto e l’ambiente ideale per il rilancio di Pulisic: nella scelta del giocatore, questo è uno degli aspetti che hanno pesato di più. Non a caso, nella conferenza stampa di presentazi­one di ieri, il 24enne americano ha parlato di «nuovo inizio»: «Il Milan è un club storico, leggendari­o. Ma il motivo principale che mi ha spinto a venire qui è quello di poter ripartire e raggiunger­e il top, dopo due annate difficili al Chelsea. Ho parlato con l’allenatore, con la proprietà, con Giroud e Tomori, e mi sono sentito voluto, desiderato. Al Milan posso raggiunger­e il punto più alto della mia carriera».

Datemi l’Inter Per il Milan, Pulisic ha accettato di ridursi lo stipendio — in rossonero guadagnerà circa quattro milioni a stagione fino al 2027, con un’opzione per il 2028 — e ha detto di no ad altre offerte. Il suo sogno americano comincia dalla singola partita —«Il derby di andata si giocherà due giorni prima del mio compleanno? Beh, battere l’Inter e magari segnare un gol sarebbe un gran bel regalo...» — e si allarga fino a scudetto e Champions League. Meglio se insieme, perché scegliere? «La Serie A è un campionato nuovo per me, un titolo che mi manca, ci proveremo. In Champions il Milan nell’ultima stagione è arrivato a un passo dalla finale, e io sono

qui per aiutare la squadra a vincere trofei...».

Datemi Rafa Per il Milan, Pulisic accetterà anche di farsi in tre, a seconda delle esigenze di Pioli: trequartis­ta nel 4-2-3-1 marchio di fabbrica del Milan scudettato, ma anche esterno destro nel tridente di un 4-3-3 e vice Leao a sinistra. I suoi gusti incontrano le inclinazio­ni del Milan — «vederlo giocare in Champions l’anno scorso mi ha divertito» —, le sue inclinazio­ni incontrano i gusti del Milan: «Penso di poter far bene a destra o dietro il centravant­i. Mi piace anche partire da sinistra e accentrarm­i, e in passato ho giocato da punta centrale. Con un po’ di tempo e di allenament­i capiremo dove posso dare il meglio». Quel che è certo è che, con lui e Leao insieme, le tacche di imprevedib­ilità del Milan possono salire parecchio: «Rafa è incredibil­e, impression­ante quando dribbla, sa sempre cosa fare davanti alla porta. Io in un certo senso mi sento simile a lui, voglio fare lo stesso dalla mia posizione. Con Leao e Giroud voglio contribuir­e a portare il Milan in alto».

Sfida globale E ad accrescern­e il fascino negli Stati Uniti, in cui Christian è per distacco il calciatore più popolare. «Ma il Milan negli Usa è già considerat­o un grandissim­o club, come nel resto del mondo. Fin da bambino vedevo tantissime maglie rossonere negli stadi». Chissà se la numero 11 che è stata di Ibrahimovi­c continuerà a sedurre i tifosi, ora che quel numero è sulla schiena di Pulisic: «Vederlo giocare con quel numero è stato fantastico, Zlatan è uno dei giocatori che ho più ammirato al Milan, insieme a Kakà». Loro hanno incantato in rossonero e poi si sono presi gli Usa, Christian l’americano vuole dimostrare che è possibile anche il contrario.

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GETTY Christian Pulisic, 24 anni, e Stefano Pioli, 57, ieri a Milanello: l’americano può giocare da ala o da trequartis­ta in due moduli
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Christian Pulisic, 24 anni, con la maglia del Milan. Ha scelto il numero 11 lasciato libero da Ibrahimovi­c
GETTY Avrà la 11 di Ibra Christian Pulisic, 24 anni, con la maglia del Milan. Ha scelto il numero 11 lasciato libero da Ibrahimovi­c

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