«GIOVANE E FORTE IL MONZA NEL DNA HA I VALORI DI BERLUSCONI» I nuovi Bene finora i quattro acquisti: Gagliardini vuole riscattarsi
Il tecnico: «Sono un perfezionista e ho in mente qualche sorpresa. Sono riconoscente, avevo dato la parola a Silvio e a Galliani»
Raffaele Palladino non ha ancora completato il primo giro del calendario da allenatore di prima squadra. E quindi può suonare stonato dopo quanto mostrato nella scorsa stagione, ma questo è il primo ritiro estivo da allenatore di Serie A.
► Il Monza lavora da lunedì a Ponte di Legno: quali sono le prime sensazioni?
«Ho trovato i ragazzi allenati, sono stati bravi a seguire il programma che avevamo lasciato. Grandi professionisti, sembra di non aver mai staccato».
► Che cosa ha detto al gruppo per iniziare la stagione?
«Ho chiesto di avere fame, di sacrificarsi e di lavorare».
► Si definisce un perfezionista?
«Sì, ma non in maniera ossessiva. Anche perché deve esserci sempre un qualcosa di leggero nel nostro lavoro per far convivere anche il divertimento».
► Poco più di un mese fa è scomparso il presidente Silvio Berlusconi…
«Il presidente mi manca, ma proprio umanamente. Mi mancano le sue telefonate a parlare di calcio, mi mancano i suoi consigli. Sono stato male in quei giorni, mi ha dato tanto. C’è il nostro a.d. Adriano Galliani che ci fa sentire supportati sempre, in ogni situazione. La società resta solida e sana, organizzata e ambiziosa».
► Un suo ricordo personale?
«L’umanità con cui mi ha introdotto nella sua casa».
► Come ha trovato l’a.d. Galliani
da quel giorno a oggi?
«Ovviamente provato dal dolore per la perdita, ma anche più motivato di prima. “Dobbiamo portare avanti le idee del presidente Berlusconi” ripete. Quindi i suoi valori: i giovani, gli italiani. La società lavorerà ancora di più anche per questo senso di responsabilità. E poi sul mercato noi abbiamo il fenomeno, Galliani».
► Lei come è cambiato in meno di un anno?
«Sono cresciuto come uomo grazie ai miei giocatori. Gestire un gruppo di grandi uomini ti fa maturare. Mi hanno dato tanto. Dal punto di vista tattico ci saranno accorgimenti perché il mio lavoro ti obbliga a evolverti».
► Se si guarda indietro?
«Vedo un campionato eccezionale che resterà nella storia con l’undicesimo posto finale. Ma ora si azzera tutto. C’è semmai un percorso da portare avanti e i ragazzi lo hanno capito. Abbiamo creato le basi solide e messo dentro la convinzione mentale di poter giocare a certi livelli».
► Quattro nuovi acquisti: un pensiero per ciascuno?
«La conferma di Armando Izzo era fondamentale, per noi è un top player. Giorgio Cittadini è un profilo giovane, un centrale di sinistra, è un ragazzo molto equilibrato. Ci mancava uno con le caratteristiche di Roberto Gagliardini, viene qui per riscattare gli ultimi due anni in cui ha giocato poco, è nel pieno della sua maturità. Valentin Carboni è un talento puro da affinare: ci punto, come su Samuele Vignato. Sono i trequartisti del futuro».
► Che cosa le hanno lasciato le due sconfitte finali della scorsa stagione?
«Un po’ di amarezza, specie quella in casa contro il Lecce. La squadra non si meritava di uscire a testa bassa dal campo. Dovevamo invece essere più consapevoli della grandezza del campionato fatto. Ma ci faranno crescere».
► La stagione che arriva come sarà?
«Più difficile, dovremo lavorare di più».
► Lei ha rinnovato per un solo anno dopo diverse voci di interesse di altre squadre…
«Ci sono stati interessamenti di altre squadre, è vero. Ma avevo dato la parola, avevo stretto la mano a Berlusconi e Galliani dicendo che sarei rimasto almeno per un’altra stagione. Credo nella riconoscenza. Solo un anno? Non è determinante».
► Lei è più esigente con se stesso o con la squadra?
«Più con me stesso, mi fa arrabbiare la superficialità. Vorrei arrabbiarmi di più con la mia squadra, ma sono così bravi che non me lo consentono…».
► Le manca qualcosa del calcio giocato?
«Nulla, sono totalmente assorbito da questa professione».