La Gazzetta dello Sport

PERCHÉ SULLE ALPI PUÒ ATTACCARE PROPRIO VINGEGAARD

- di DAVIDE CASSANI

Allacciare le cinture di sicurezza, si sale. Mamma mia che spettacolo. Anche ieri, in una tappa di media difficoltà, i corridori hanno affrontato il tracciato come se non ci fosse un domani. Ma un domani c’è, è alle porte, ci sono le Alpi da scalare. Tre tappe con un dislivello totale di 10.000 metri e due arrivi in salita. In maglia gialla c’è Vingegaard ma il suo vantaggio su Pogacar è di soli 17”. Il danese è più scalatore dello sloveno? Forse sì, ma se andiamo a vedere i due arrivi in salita di questo inizio Tour scopriamo che Vingegaard si è fatto sempre staccare dal rivale

anche se di poco. Succederà la stessa cosa anche in questo fine settimana? Fare previsioni con due fenomeni non è facile, ma potrebbe anche succedere. Sono rimasto piuttosto colpito dalla tattica della Jumbo-Visma perché, fino a ieri, non hanno corso come fanno solitament­e le squadre in “maglia gialla”. No, loro attaccano, non controllan­o, mandano uomini in fuga e in testa al gruppo a tirare li vedi ma non troppo. Ricordate la tappa del Tourmalet? Pronti via e Van Aert primo ad attaccare per portare via la fuga. Quel giorno Vingegaard era convinto di staccare Pogacar proprio sulla montagna simbolo dei Pirenei e gli serviva avere Van

Aert nel finale. Ma ha fatto i conti male, perché non solo lo sloveno è riuscito a rispondere all’attacco dell’avversario ma nell’ultima salita lo ha staccato. Ieri hanno corso più o meno nella stessa maniera e non è stato un errore, perché così hanno risparmiat­o Kelderman e Kuss, uomini che potrebbero risultare decisivi e determinan­ti in salita.

Ma chi attaccherà? Oggi, tappa breve, si deciderà negli ultimi 3 km. Una sola salita, ma lunga, (17 km) che Pogacar conosce bene. Sul Grand Colombier ha vinto nel 2020 battendo Roglic in una volata ristretta. Mi aspetto che lo sloveno attenda il finale per attaccare Vingegaard e rifilargli qualche secondo. Magari andando a cercare l’abbuono. Per fare questo, la sua Uae Emirates deve lavorare per inseguire tutti gli attaccanti. Non mi aspetto nulla dal danese che invece potrebbe sfruttare la tappa di sabato: lo Joux Plane è ideale per lui, 10 km con gli ultimi 4 al 10% e la vetta a soli 12 km dal traguardo. Una salita simile al Marie Blanc, dove è riuscito a staccare Pogacar. Riuscirà nell’impresa? Difficile perché lo sloveno è cresciuto.

La tappa più difficile è quella di domenica: 180 km con 4.300 di dislivello e gli ultimi 5 km molto ripidi. Solitament­e chi veste la maglia gialla controlla e chi sta dietro in classifica cerca di attaccare ma ho l’impression­e che in questo Tour possa succedere il contrario. Pogacar è più esplosivo, Vingegaard più scalatore. Pogacar potrebbe aspettare gli ultimi km per sfruttare questo “cambio di ritmo” straordina­rio e guadagnare quei secondi che lo separano dalla maglia gialla mentre Vingegaard, grazie a Kelderman e Kuss, cercherà di cogliere in fallo lo sloveno senza aspettare il finale. Io credo che Pogacar cercherà di conquistar­e la maglia gialla per partire per ultimo nella crono di martedì: un piccolo vantaggio avere davanti il rivale. Di certo non mi perderò un chilometro di questo Tour: con i due fenomeni di scontato non c’è nulla.

In genere la maglia gialla controlla, ma la tappa di domenica “chiama” il danese

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Tadej Pogacar, 24 anni, in maglia bianca, attacca il leader Jonas Vingegaard, 26, sul Puy de Dome
BETTINI Coppia d’oro Tadej Pogacar, 24 anni, in maglia bianca, attacca il leader Jonas Vingegaard, 26, sul Puy de Dome
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