La Gazzetta dello Sport

Una giornata folle E con Ion Izagirre i baschi fanno bis

- di Luca Gialanella BETTINI

Perché mi devo preoccupar­e? Io sono il leader del Tour. Fate questa domanda ad altri

Jonas Vingegaard

Voglio il bis del 2020 Attaccherò Devo essere bravo, ma non sono venuto al Tour per passeggiar­e

Tadej Pogacar

Aun certo punto ci siamo chiesti se il gruppo potesse tenere fino in fondo quel ritmo pazzesco. Perché alla vigilia del trittico alpino, lungo un tracciato da oltre 3000 metri di dislivello, si è scatenata una battaglia folle. Le prime due ore sono state tra le più intense di questo Tour, con azioni potenti di Van Aert e Van der Poel, Pinot e Alaphilipp­e, Jorgenson e Campenaert­s. La maglia gialla Vingegaard e Pogacar incollati uno all’altro, senza mai perdere posizioni, tra i boschi francesi con vista sul Massiccio dello Jura. Uno spettacolo.

Alla fine, calmatesi le acque, sono venuti fuori corridori di fondo molto esperti. Come Ion Izagirre, 34 anni, il basco della Cofidis che se n’è andato sull’ultima salita a circa 30 km dall’arrivo, e ciao ciao: seconda vittoria della squadra francese dopo il colpo di Lafay a San Sebastian e seconda vittoria basca dopo quella di Pello Bilbao due giorni fa. «È incredibil­e. Ho attaccato in salita, da lontano, e ho mantenuto il vantaggio. Mi

sentivo forte negli ultimi chilometri. Molte cose mi sono passate per la mente. È tutto molto emozionant­e, un Tour molto basco. È iniziato in casa per noi e abbiamo ottenuto due vittorie di tappa. Sono felice di seguire la linea tracciata da Bilbao», spiega emozionato. Izagirre lo conosciamo bene: nel 2016 sotto la pioggia aveva vinto la tappa di Morzine, con un attacco in discesa sullo Joux Plane (come domani) dopo un bel duello con Nibali, poi suo compagno al team Bahrain.

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Sei anni dopo Ion Izagirre, 34 anni, aveva vinto al Tour 2016

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