La Gazzetta dello Sport

«Meglio di un anno fa Mi serve esperienza Sono di nuovo felice»

Sinner e la montagna Novak: «Lui è stato più forte sotto pressione, non ho rimpianti»

- INVIATO A LONDRA ri.cr.

Voglio mettermi nella condizione di giocare tante partite di questo livello

Dal torneo ho imparato che non devo dare nulla per scontato: voglio che sia la mia mentalità Jannik Sinner

Si tratta di scalare la cima più alta del mondo. Passo dopo passo, chiodo dopo chiodo, provi ad avvicinart­i alla vetta, con la speranza che un giorno pure tu sarai lassù. Jannik Sinner, che sulle montagne ci è nato, si è reso conto anche un anno dopo di quanto sia impervia la via che conduce alle vette di Djokovic, eppure la prima semifinale Slam racconta di un sogno non irraggiung­ibile.

► Jannik, che cosa non ha funzionato del suo piano di gioco?

«Novak ha giocato molto bene, e nei momenti di grande pressione ha addirittur­a alzato il livello. Io sono soddisfatt­o della mia partita, ho avuto le mie chance: palle break nel primo e nel secondo set, due set point nel terzo. Nonostante il risultato possa dire il contrario, credo sia stata una partita migliore rispetto all’anno scorso, mi sono sentito più vicino al suo livello: allora, dopo aver perso i primi due set, non mi ha più fatto vedere la palla».

► La freddezza e la lucidità nei punti decisivi si possono allenare?

«Si allenano solo giocando tante partite di questo genere. A 21 anni ovviamente non puoi essere completo, spero di costruirmi l’opportunit­à di arrivare spesso in fondo ai grandi tornei: solo così si cresce».

► Quale deve essere il prossimo passo per vincere partite di questo livello?

«Come ho detto, sto cercando di procurami queste situazioni di gioco più spesso. Sapevo prima della partita che sarebbe stata una sfida difficile, ma è per questo che mi alleno. Mi sentivo pronto, sono entrato in campo con la giusta mentalità, con la convinzion­e di vincere. Credo di aver dimostrato di non aver paura di giocare questo tipo di partite. La prima semifinale in uno Slam non può essere mai facile, il mio livello è stato buono, nei momenti di pressione però mi sono un po’ incasinato. Ma cercherò di eliminare gli aspetti negativi e di guardare avanti».

► Che cosa l’ha colpita di più di Djokovic?

«Lo sappiamo, è un grandissim­o campione. Non si è mai rilassato, è stato sempre attento, si è mosso benissimo. Eppure alla fine siamo divisi da appena dieci punti. Sono deluso perché ho perso, ma non ho rimpianti».

► Le si chiedeva un passo in più, ed è arrivato la prima semifinale Slam. Che cosa si porta a casa da questa esperienza?

«Sono sicurament­e maturato rispetto all’anno scorso, sono arrivato a Wimbledon con una mentalità diversa, perché stavolta ero consapevol­e di poter esprimermi bene sull’erba. Ho giocato tutte le partite come se fossero una finale, ed è questa la lezione più importante che ho imparato: non devo dare nulla per scontato, d’ora in avanti sarà questo lo spirito con cui mi avvicinerò a ogni partita».

► A proposito di futuro, quali sono i suoi programmi adesso?

«Devo parlare con il mio team, sicurament­e sono molto ben allenato, mi sento preparato e vorrei giocare, ma sinceramen­te non so se farò dei tornei prima dei Masters 1000 americani e se sarà terra o cemento».

► Dopo Parigi aveva detto di non divertirsi più come prima in campo. E dopo Wimbledon?

«Sono felice di me stesso. Sono tra i primi cinque della Race per Torino. E sono sicurament­e più tranquillo rispetto a due settimane fa».

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Jannik Sinner, 21 anni, ha giocato per la prima volta una semifinale Slam. Prima di lui, erano arrivati tra i primi quattro a Wimbledon solo Pietrangel­i nel 1960 e Berrettini nel 2021 (finale)
Il terzo italiano Jannik Sinner, 21 anni, ha giocato per la prima volta una semifinale Slam. Prima di lui, erano arrivati tra i primi quattro a Wimbledon solo Pietrangel­i nel 1960 e Berrettini nel 2021 (finale)

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