La Gazzetta dello Sport

Carlos senza paura «Sono davanti al giorno più bello della mia vita»

- di Davide Chinellato CORRISPOND­ETE DA LONDRA dimostrare di essere il più forte di tutti già oggi.

«Sono qui per vincere». Lo ha detto fin dal primo giorno, Carlos Alcaraz, con un sorriso sbarazzino e la fiducia di chi sa di essere il numero 1 del mondo. Lo ha dimostrato ancora una volta in campo quanto ci crede a questa sua prima volta a Wimbledon, quanto si sente pronto a battere domani Novak Djokovic in quella che, più che una finale, è già stata etichettat­a come scontro generazion­ale. Quanto Carlos si senta sicuro, a proprio agio sull’erba come se fosse un veterano e non un ventenne alla terza esperienza all’All England Club, lo ha provato sulla propria pelle Daniil Medvedev, respinto 6-3 6-3 6-3 in un’ora e 50’ come se non fosse il numero 3 del mondo, bensì un avversario di livello molto più basso. Alcaraz ha accelerato quando ha voluto, comandato il gioco quando ha voluto, inventato risposte quasi perfette che lui fa sembrare normali. Come un fenomeno del domani che aspetta solo l’occasione giusta per poter Sogno Contro Medvedev lo ha fatto. Rilassato, sicuro, padrone del proprio tennis anche nell’unico momento di difficoltà, quel terzo set che sembrava poter dominare sul 30 e che invece è andato avanti con break e controbrea­k che l’hanno comunque portato a servire per il set sul 5-3 e a chiudere i conti con uno splendido dritto incrociato con l’avversario a rete. Il russo mette già Alcaraz al livello di Federer, Nadal e Djokovic: «È come loro, fortissimo - ha detto - e per batterlo devi giocare al tuo massimo livello possibile. Può battere Novak, in fondo sono il numero 1 e il numero 2 del mondo». Carlos aveva già messo Djokovic nel mirino: c’è la semifinale di Parigi da riscattare, quella dei crampi e del crollo fisico, c’è quel torneo dei sogni da provare a vincere. E Alcaraz continua a mostrare di avere tutto quello che serve per riuscirci. A Wimbledon è riuscito a migliorare in ogni partita, a dare l’impression­e crescente di superiorit­à anche di fronte ad avversari sempre più forti. Davanti ora gli è rimasto solo Djokovic, con Federer e Nadal uno dei mostri sacri da cui ha preso spunto per diventare il più forte di tutti. «Se vuoi essere il migliore, devi battere il migliore - ha ammesso -. Sono cresciuto guardando Nole, lo ammiro molto, non ha punti deboli, non fa nulla di sbagliato in campo. Fisicament­e e mentalment­e è una bestia. Io cercherò di non essere nervoso come a Parigi. Per lui questa finale è solo un momento in più, per me sarà il momento più bello della mia vita». Diventerà indimentic­abile se riuscirà anche a vincerla, a coronare il sogno Wimbledon, a dimostrare che non è solo nettamente il più forte della nuova generazion­e, ma anche il più forte di tutti.

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Storia Carlos Alcaraz, 20 anni, per la prima volta in finale a Wimbledon

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