La Gazzetta dello Sport

Da contestato a star Così De Laurentiis adesso riempie la scena

Un anno fa girava con la scorta, adesso firma autografi. E rimprovera i tifosi con le maglie pirata

- di Maurizio Nicita INVIATO A DIMARO (TRENTO) LAPRESSE

Il grande giorno di Aurelio De Laurentiis, in attesa che arrivino le stelle azzurre il palcosceni­co è tutto per il presidente. Che al mattino - dopo l’applaudito ingresso in campo di Garcia con la squadra - attira su di sé le attenzioni dei tifosi che riempiono la Ski.it arena compiendo un intero giro della pista per salutare e raccoglier­e gli osanna dei propri tifosi. Alla fine dell’allenament­o il presidente si sottopone anche alle firme degli autografi su magliette e fotografie che la tifoseria gli propone. Come una star. Bacchetta qualche tifoso: «questa maglia è pezzottata…». Poi mostra i muscoli per un ritiro iniziato con un botto di presenze: «Gli organizzat­ori mi dicono che è stato battuto il record. Ma questo Napoli ogni anno è da record. Lo è la città e quel mondo partenopeo che trovi in tutta Italia e nel mondo. Siamo una grande forza».

Un anno fa Parlare di rivincita sarebbe eccessivo, ma viene da sorridere a pensare al clima che si respirava un anno fa: stesso campo, stessa Val di Sole. Allora imperversa­vano gli #A16, dal nome dell’autostrada Napoli-Bari che invitavano il presidente a prendere la via per il capoluogo pugliese, lì dove la famiglia possiede l’altro club, in serie B. Il clima era talmente pesante che il presidente non partecipò a nessuna uscita pubblica del Napoli. Lo Sport Hotel Rosatti, sede del ritiro, era una sorta di prigione dorata per il produttore cinematogr­afico che da lì chiuse il colpo Kim Minjae, dopo la cessione dì Koulibaly, e impostò la trattativa col Sassuolo, poi conclusa il mese successivo, per acquistare Raspadori, l’operazione più costosa su un calciatore italiano. Per rilassarsi ogni tanto faceva un idromassag­gio nella terrazza della sua splendida suite. Qualche uscita la faceva solo al mattino presto, per fare jogging, e comunque scortato. Ora fra quelli che lo contestava­no c’è anche chi gli ha chiesto scusa. La passione a volte fa brutti scherzi.

La veranda Il suo quartier generale per il mercato è proprio qui. Nell’albergo c’è una veranda, una sala riservata dove De Laurentiis consuma i pasti con la famiglia e i più stretti collaborat­ori, per poi trasformar­la anche in studio e pure sala riceviment­o. Qui vennero (arrivando in elicottero a Dimaro) gli agenti di Nicolas Pépé, ala ivoriana del Lilla che poi rifiutò l’offerta del Napoli, nell’estate del 2019, per andare all’Arsenal. Sempre qui fu portato furtivamen­te Gonzalo Higuain, nel 2013, prima di ufficializ­zarne l’acquisto. Ora insieme all’amministra­tore delegato Andrea Chiavelli, al nuovo direttore sportivo Mario Meluso, agli scouting Maurizio Micheli (Leonardo Mantovani è atteso per domani) e allo stesso allenatore sta studiando le strategie di mercato. E se ha voglia di pesce fa arrivare uno chef di fiducia con l’adeguata materia prima per una cena da eletti.

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Al comando Aurelio De Laurentiis, 74 anni, produttore cinematogr­afico, presidente del Napoli dal 2004

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