La Gazzetta dello Sport

DAVANTI ALL’ARABIA SERVONO NUOVE IDEE C’È CHI LO HA CAPITO

- Di PIERLUIGI PARDO

Ieri notte ho sognato di brutto. Gli anni Ottanta, o forse Novanta. Ero all’Argentario, la Gazza in versione cartacea se ne andava a vento in giro per la spiaggia, la Feniglia credo, in una domenica come questa. Eravamo i migliori. I padroni. C’era ancora mio padre, e questo è sempre un bel ricordo. Soprattutt­o, sul giornale, c’erano loro. Rummenigge e Falcao, Platini e Gullit, fino a Zidane e Sheva (nei sogni certi contorni si confondono, le epoche si sfumano, il sole abbaglia ancora più forte). Mi sono svegliato. Di cattivo umore. Perché quel tempo sembra finito. La novità dell’estate è poderosa, l’Arabia Saudita non cerca più solo figurine da collezione, ma calciatori funzionali, il meglio del calcio europeo: Brozovic e Milinkovic, Koulibaly e Kanté, Ruben Neves e Firmino. Non vogliono più solo Cristiano Ronaldo, ma cercano pure, con tutto il rispetto, Cordaz, perché serve un secondo che potrà diventare un bravo preparator­e dei portieri. E loro, i campioni che conosciamo bene, non si formalizza­no e lasciano in poche ore cose che a noi sembravano senza prezzo. La Champions, i nostri stadi iconici e le suggestion­i del mitico calcio europeo. Non possiamo colpevoliz­zarli. Hai presente il sorriso che si spalanca in automatico quando ti arriva un bonifico sul conto? Ecco. Poco moralismo, please. Tutto pronto per il derby Al Nassr–Al Hilal. Squadre in campo. Superspot.

Il resto d’Europa li guarda così, un po’ come noi, con gli occhi lucidi. Solita eccezione, l’Inghilterr­a, ma questo già lo sapevamo. Lì ci deve essere l’inflazione e non si fanno scrupoli a spendere centoventi milioni per Declan Rice o Enzo Fernandez. La Premier è la SuperLega d’Europa (e, a dire il vero, se contassero solo i fatturati dovrebbero vincere ancor di più di quello che già si portano a casa).

Passiamo a noi. Come trasformar­e un’apparente umiliazion­e in una occasione di riscossa? In parte lo stiamo già facendo, mettendo in luce qualche bagliore interessan­te. Giovani da valorizzar­e, fregando sul tempo il resto della concorrenz­a, anziani da rivitalizz­are contando sull’appeal dei nostri brand storici, magari arrugginit­i ma sempre affascinan­ti. È la strada. Stretta e difficile, certamente. Bisogna fare tutto alla grande come il Napoli dell’anno scorso con la sua rivoluzion­e perfetta, il Milan di Pioli versione 2021, quello della crescita lenta ma felice, o ancora la passeggiat­a sul filo dell’Inter marottiana, capace di coniugare esigenze di spending review molto precise, con risultati sportivi all’altezza. Per farlo servono operazioni mirate e qualche colpo di genio. Kvara che arriva e fa il fenomeno, Acerbi a zero che si rivela un affare. In questo scenario anche i dolori che sembrano tremendi possono diventare occasioni.

Il nostro calcio deve investire sui vivai e tutti devono remare dalla stessa parte Giocare bene ormai è una necessità

La plusvalenz­a che regala Onana, gli ottanta milioni per Tonali, Kim che va via ma al prezzo stabilito. Partenze che fanno male al cuore, certamente, ma scaldano il conto corrente in attesa di tempi migliori. Perché per rimanere competitiv­i l’unica possibilit­à al momento è vendere bene e trovare alternativ­e all’altezza. Il resto lo fanno idee e coraggio. Come quando vai a cena. Per mangiar bene non occorre per forza il caviale, può bastare (anzi molto meglio) un sugo col pomodorino del Piennolo, magari con una foglia di basilico. Conta lo chef, e qui stiamo migliorand­o. Abbiamo ritrovato il gusto, anche nel lato destro della classifica, di proporre bel calcio, abbiamo capito che quello non è un

capriccio estetico ma una necessità precisa. In futuro spero si possa investire di più nei vivai, consapevol­i che il ritorno non sarà immediato, ma alla fine arriverà. Il resto è strutture e governance. Remare tutti dalla stessa parte. Presidenti rivali in campo, come ovvio che sia, ma alleati nella promozione del nostro football, perché l’unica cosa che davvero nel calcio non si può comprare resta proprio la storia. Noi ce l’abbiamo ed è un dovere difenderla, anche adesso, in questa estate 2023, zeppa di rimpianti per i campioni che ci stanno lasciando e per quelli che ormai possiamo soltanto sognare.

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Ciao ciao Italia Marcelo Brozovic e Sergej Milinkovic Savic, due protagonis­ti delle ultime stagioni del campionato italiano che l’anno prossimo giocherann­o in Arabia

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