La Gazzetta dello Sport

Quella marcia tra gli ostacoli per sognare Parigi 2024

- di Valerio Piccioni

«Echissà che il futuro non mi veda, in compagnia di mia moglie e dei nostri figli, fra i pellegrini diretti in Galizia». Così Alex Schwazer ha scritto qualche settimana fa nell’introduzio­ne al libro “I cammini dei sogni” di Luciano Murgia, un curioso viaggio raccontato attraverso due piedi verso Santiago di Compostela. Scrivendo, gli sarà venuta in mente un’altra meta e un’altra marcia, quella che riaprirebb­e il suo lungo e sofferto dialogo con l’Olimpiade di Parigi 2024? Un pensiero del tipo: prima potrei avere qualcos’altro da fare... Sempre di cammini si tratta, ma non sarebbe proprio la stessa cosa. Però, cosa dovrebbe succedere per gareggiare davanti alla Tour Eiffel il 1° agosto 2024?

Concorrenz­a Va precisato che a Parigi, Schwazer non troverebbe la “sua” 50 km, quella del titolo olimpico di Pechino 2008, ma solo la 20, la gara individual­e sopravviss­uta nel nuovo programma dei Giochi che prevede invece una nuova competizio­ne della marcia, la staffetta mista con due atleti, che si alterneran­no in quattro frazioni percorrend­o complessiv­amente la distanza di maratona. Schwazer, oggi, al di là delle sue condizioni di forma, è fuori dai Giochi. La sua squalifica finisce il 7 luglio 2024, sette giorni dopo il 30 giugno, l’ultima data utile per conseguire il minimo di 1h20’10” o entrare nel ranking della distanza (le due strade per qualificar­si). Dunque senza sconto non ci sarebbero “finestre” per conquistar­e la qualificaz­ione. Senza dimenticar­e che a ogni gara possono partecipar­e solo tre atleti a Paese e la concorrenz­a per una maglia azzurra sarebbe particolar­mente agguerrita. Al campione olimpico (sulla 20) e mondiale (sulla 35) Massimo Stano, si aggiunge il lanciatiss­imo Francesco Fortunato, trionfator­e agli Europei a squadre a maggio, con 1h18’59” nella prova in cui Stano è stato 3° in 1h20’07” e l’altro azzurro Andrea Cosi 11° in 1h22’48”. Sui 20 km Schwazer ha gareggiato l’ultima volta prima dello stop per doping n. 2, secondo proprio in Galizia, a La Coruna, nel maggio del 2016, in 1h20’23”, risultato poi cancellato con gli otto anni di stop. Il personale risale al 2010, quando marciò in 1h18’24”.

Folle e meraviglio­sa Insomma, sulla strada di un clamoroso ritorno sulla strada per Parigi ci sono molti ostacoli. Non è in ballo l’ipotesi di una corsia preferenzi­ale: è chiaro che Schwazer dovrebbe essere trattato come tutti gli altri. Ma senza quella specie di divieto ad personam che sembra marcare stretto ogni sua nuova aspirazion­e olimpica sin dalla scadenza scelta per la squalifica. Ovviamente sette anni fa non c’erano già le scadenze per qualificar­si all’Olimpiade 2024. Ma i tempi per le controanal­isi, la data indicata per far partire la sospension­e (e non l’accertata positività del 13 maggio e la comunicazi­one all’atleta del 21 giugno), frutto di rinvii decisi dalla federatlet­ica internazio­nale per affrontare il caso e non dipendenti dalla sua volontà, sembrano in partenza rendere complicata ogni ipotesi di ritorno in chiave olimpica. E diciamo la verità: l’impresa “folle e meraviglio­sa” di cui ha parlato il presidente del Coni Giovanni Malagò, non sarebbe tale solo vincendo o andando sul podio, ma già nel coraggioso tentativo di provare a qualificar­si.

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Battaglia per due Alex Schwazer e il suo tecnico Sandro Donati

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