VINGEGAARD REGGE I COLPI DI POGACAR SI RIPARTE DA 10”
Sullo Joux Plane continua il favoloso duello Lo sloveno attacca ed è frenato dalle moto: la maglia gialla risponde e guadagna 1”
Un giorno credi di essere giusto e di essere un grande uomo, in un altro ti svegli e devi cominciare da zero… Beh, proprio da zero no. Tadej Pogacar riparte da 10 come i secondi di ritardo da Jonas Vingegaard e con l’aggiunta di qualche mea culpa per aver toppato i momenti chiave della giornata. Certo, anche ieri l’unico attacco l’ha portato il Piccolo Principe, ma poi le gambe non l’hanno sorretto per come si aspettava o più semplicemente Vingegaard questa volta ha saputo reagire. Alla fine della fiera, il primo round alpino va proprio al re diafano e alla sua maglia gialla tornata un po’ più colorita. Non tanto per l’unico secondo guadagnato grazie al meccanismo degli abbuoni (3 presi in vetta sul Joux Plane, 2 persi sul traguardo), ma perché ha frenato la pericolosa emorragia di buchi presi in salita a ogni scatto di Pogacar. E a un certo punto il film sembrava un remake dei vari Cauterets, Puy de Dome e Grand Colombier. Vale a dire: prima l’accelerazione impressionante dello sloveno, poi il cedimento del danese. E infine un conto da pagare sul traguardo. Un film che avrebbe portato sicuramente al comando il Piccolo Principe proprio in una tappa che Vingegaard aveva da giorni segnato in rosso: «Sono quelle che più si addicono alle mie caratteristiche». Sarebbe stato un colpo (quasi) da ko. Se non in termini di distacco, almeno sotto il profilo psicologico. E invece stanotte il danese avrà dormito sonni tranquilli: il Tour resta in bilico come non mai e la maglia gialla (diventata pure maglia a pois) è viva e lotta con la Jumbo.
Scelte Detta così sembra poca roba, ma l’arrivo di Morzine, dove si è scatenata la fiesta spagnola dopo il trionfo in rimonta di Carlos Rodriguez che unito a quelli dei giorni scorsi di Pello Bilbao e Ian Izagirre vale il triplete spagnolo di successi al Tour 2023 (e pensare che venivano da un digiuno lungo 100 tappe), dovrà far riflettere Pogacar in vista dell’arrivo in quota di oggi: meglio attaccare oppure accontentarsi degli abbuoni per rosicchiare qualche secondo? Meglio rischiare per testare la condizione di Vingegaard su una salita non così dura come il Joux Plane oppure rimandare la contesa alla cronometro di martedì? Lo scopriremo strada facendo, ma siamo convinti che il Piccolo Principe (ieri tornato a tratti di nuovo sbruffone, pagando dazio) si è mangiato le mani per le scelte fatte. Quali? Presto detto. La corsa ha avuto anche una falsa partenza: dopo 6 km, una maxicaduta ha bloccato più di 100 corridori, costringendo l’organizzazione allo stop. Il secondo via è arrivato dopo quasi mezz’ora e diversi ritiri (commozione cerebrale per Bardet). Nel frattempo, ci illudiamo: Giulio Ciccone attacca, senza paura e senza troppi calcoli. Potrebbe essere la volta giusta per rivedere un azzurro al successo, ma l’abruzzese è sfortunato: la Jumbo alza il ritmo, Vingegaard ordina così.
Sui pedali La battaglia si annusa nell’aria e il giusto palcoscenico si chiama Col de Joux Plane, l’ascesa che mandò in tilt Armstrong. E non se la passa bene neppure la Jumbo: perde i pezzi e quando Pogacar capisce che persino Kuss è al gancio, fa cenno ad Adam Yates (monumentale) di dare una scrollata. E così a -3,7 dalla vetta, arriva il momento clou: lo sloveno si alza sui pedali e se ne va. Come sempre fa il buco, ma questa volta non ha la forza per rilanciare l’azione. Dopo 1500 metri il vantaggio non aumenta, resta sui 5”: Vingegaard segue come un’ombra. E allora Tadej rinuncia all’azione di forza, risparmiando energie in vista della doppia volata con abbuoni: Joux Plane e traguardo. I duellanti ritornano fianco a fianco, quasi in surplace per un chilometro. All’improvviso, il Piccolo Principe parte e sembra aver la meglio, ma davanti trova un muro formato da due moto di fotografi. Incredibile e inaccettabile per una corsa come il Tour. Si ritorna in surplace. Poi è il danese a scegliere il momento giusto, sorprendendo lo sloveno e prendendosi 3’’ di vantaggio. E non finisce qui, la lunga melina dà una occasione a
In salita Pogacar attacca a 3,7 km dal Gpm Jonas rientra e lo batte in vetta per gli abbuoni
Al traguardo Tadej sprinta per il secondo posto alle spalle dello spagnolo Rodriguez Vingegaard è terzo
Carlos Rodriguez: rientra nella picchiata verso Morzine e scappa via. Pogacar prova a restargli in scia, con Vingegaard appiccicato. Yates, invece, perde qualche metro. Sfumato l’aggancio per la vittoria, Tadej si accontenta della volata per la piazza d’onore ( lanciata da Yates): schiacciata che non sbaglia. Recupera 2’’, ma il saldo resta negativo. Sì, giornata favorevole alla maglia gialla.
Sfida di parole Duello continuo pure sul podio. Vingegaard sorride: «La nostra è una grande battaglia che va avanti da giorni. E sono soddisfatto di aver guadagnato 1”. Vale tanto per la testa.
Quando Tadej ha attaccato, non ho risposto. Non volevo andare fuori giri e ho avuto ragione. Sono felice (sul podio c’era la figlia, ndr) e sempre in maglia gialla». Pogacar incassa: «Ci ho provato, ma Jonas è stato abbastanza forte per rimontare. Resta una buona giornata. Certo, non ho vinto la tappa e ho perso il bonus sul Joux Plane, ma ho dimostrato si stare alla grande. E poi da un giorno così ci sono molte lezioni da imparare. Frenato dalle moto? Sì, non dovevano stare lì e io ho “sparato” a salve, ma ormai è andata. Meglio pensare alle prossime mosse». A questo punto non devi lasciare, qui la lotta è più dura, ma tu se le prendi di santa ragione, insisti di più… Vale per entrambi.
HANNO DETTO
La nostra è una grande battaglia che va avanti da giorni. Sono soddisfatto di aver preso 1”
Non ho risposto all’attacco di Tadej. Non volevo andare fuori giri e ho avuto ragione
Jonas Vingegaard
Non ho vinto la tappa e ho perso l’abbuono sul Joux Plane ma ho dimostrato di stare bene
Le moto non dovevano stare lì. Io ho “sparato” a salve. Meglio pensare alle prossime mosse
Tadej Pogacar